Gelati con prodotti scaduti, Il Canaruto: «Non siamo noi»
Giuseppe Labianca: «Noi utilizziamo solo alimenti di altissima qualità»
sabato 7 ottobre 2017
Non c'è traccia di semilavorati utilizzati per la produzione di gelati e granite scaduti nella gelateria artigianale Il Canaruto, in via Marina. Lo sostiene, in una nota pervenuta in redazione, l'amministratore Giuseppe Labianca dopo l'operazione "Ice (s)cream".
L'attività dei Carabinieri del Comando Regione Forestale Puglia di Bari ha riguardato il settore della produzione e commercializzazione del gelato e delle granite artigianali. 50 sono state le gelaterie controllate sul territorio pugliese e 17 gli artigiani denunciati, anche a Giovinazzo. Ma sui nomi dei 17 protagonisti, da parte degli inquirenti, c'è ancora la massima segretezza ed è questo il motivo per cui nessuna testata, compresa la nostra, si è permessa di far nomi.
Intanto in città cresce la preoccupazione per i gelati sospetti mangiati durante la stagione estiva appena passata. La notizia dell'operazione dell'Arma ha messo in allarme molti giovinazzesi, preoccupati di aver consumato prodotti potenzialmente nocivi, anche se l'obiettivo cardine dei controlli era verificare la coerenza tra quanto sostenuto nell'etichetta dei prodotti artigianali e l'aspetto igienico.
«Non si può stare più tranquilli - afferma Giuseppe Labianca, de Il Canaruto -. Servono più informazione e più controlli. Non si può arrivare al punto di penalizzare l'intero settore della produzione e della commercializzazione del gelato e delle granite artigianali. Non è bello sapere che l'operazione "Ice (s)cream" dei Carabinieri del Comando Regione Forestale Puglia di Bari e del Reparto Parco Nazionale Alta Murgia di Altamura ha coinvolto anche Giovinazzo.
Parlare di allarme forse è ancora eccessivo anche perché non si sa nulla di preciso, ma di questo passo le persone diventeranno sempre più diffidenti. Per tale motivo mi vedo costretto a fugare ogni dubbio e maldicenza, dichiarando la totale ed assoluta estraneità dei fatti dell'azienda Il Canaruto.
Noi non abbiamo mai utilizzato semilavorati utilizzati per la produzione dei gelati e granite scaduti, comuni materie prime oppure prodotti di origine extra Ue e i nostri consensi, giunti da tutta Europa, sono il nostro vanto. Utilizziamo semilavorati di altissima qualità, latte fresco di alta qualità, panna fresca, frutta di stagione o purea di frutta certificata.
Ed ancora: frutta biologica, prodotti Dop e Igp come la nocciola, prodotti di origine pugliese, come l'apprezzato gelso rosso, e italiana. Inoltre ha proseguito Labianca - produciamo una base senza glutine ed abbiamo sempre seguito pedissequamente le regole di prevenzione e di autocontrollo in materia igienico-sanitaria imposte dalla legge.
L'azienda che rappresento, inoltre, non condivide l'allarmismo diffuso in queste ore e che coinvolge l'intero settore. Un allarmismo ingiustificato e che soprattutto rischia di rendere vani gli sforzi compiuti in questi anni per garantire, da parte nostra, la massima qualità dei nostri prodotti e che mina la nostra sopravvivenza commerciale».
Certi di aver chiarito tale incresciosa vicenda - conclude Labianca - continuerò, con i miei collaboratori, a svolgere il nostro lavoro nel rispetto di tutte le normative vigenti e avendo cura della salvaguardia della salute collettiva».
L'attività dei Carabinieri del Comando Regione Forestale Puglia di Bari ha riguardato il settore della produzione e commercializzazione del gelato e delle granite artigianali. 50 sono state le gelaterie controllate sul territorio pugliese e 17 gli artigiani denunciati, anche a Giovinazzo. Ma sui nomi dei 17 protagonisti, da parte degli inquirenti, c'è ancora la massima segretezza ed è questo il motivo per cui nessuna testata, compresa la nostra, si è permessa di far nomi.
Intanto in città cresce la preoccupazione per i gelati sospetti mangiati durante la stagione estiva appena passata. La notizia dell'operazione dell'Arma ha messo in allarme molti giovinazzesi, preoccupati di aver consumato prodotti potenzialmente nocivi, anche se l'obiettivo cardine dei controlli era verificare la coerenza tra quanto sostenuto nell'etichetta dei prodotti artigianali e l'aspetto igienico.
«Non si può stare più tranquilli - afferma Giuseppe Labianca, de Il Canaruto -. Servono più informazione e più controlli. Non si può arrivare al punto di penalizzare l'intero settore della produzione e della commercializzazione del gelato e delle granite artigianali. Non è bello sapere che l'operazione "Ice (s)cream" dei Carabinieri del Comando Regione Forestale Puglia di Bari e del Reparto Parco Nazionale Alta Murgia di Altamura ha coinvolto anche Giovinazzo.
Parlare di allarme forse è ancora eccessivo anche perché non si sa nulla di preciso, ma di questo passo le persone diventeranno sempre più diffidenti. Per tale motivo mi vedo costretto a fugare ogni dubbio e maldicenza, dichiarando la totale ed assoluta estraneità dei fatti dell'azienda Il Canaruto.
Noi non abbiamo mai utilizzato semilavorati utilizzati per la produzione dei gelati e granite scaduti, comuni materie prime oppure prodotti di origine extra Ue e i nostri consensi, giunti da tutta Europa, sono il nostro vanto. Utilizziamo semilavorati di altissima qualità, latte fresco di alta qualità, panna fresca, frutta di stagione o purea di frutta certificata.
Ed ancora: frutta biologica, prodotti Dop e Igp come la nocciola, prodotti di origine pugliese, come l'apprezzato gelso rosso, e italiana. Inoltre ha proseguito Labianca - produciamo una base senza glutine ed abbiamo sempre seguito pedissequamente le regole di prevenzione e di autocontrollo in materia igienico-sanitaria imposte dalla legge.
L'azienda che rappresento, inoltre, non condivide l'allarmismo diffuso in queste ore e che coinvolge l'intero settore. Un allarmismo ingiustificato e che soprattutto rischia di rendere vani gli sforzi compiuti in questi anni per garantire, da parte nostra, la massima qualità dei nostri prodotti e che mina la nostra sopravvivenza commerciale».
Certi di aver chiarito tale incresciosa vicenda - conclude Labianca - continuerò, con i miei collaboratori, a svolgere il nostro lavoro nel rispetto di tutte le normative vigenti e avendo cura della salvaguardia della salute collettiva».