Furto in piazza, la testimonianza di due persone: «Abbiamo chiamato il 112»
Nel mirino il numero unico per le emergenze: «Il dovere di cittadini è stato fatto, ma più di questo non si poteva fare»
martedì 11 luglio 2023
7.41
«Il numero 112 è stato chiamato da più persone, il mio ragazzo incluso, che si è sorbito un interrogatorio al telefono come se fosse lui il ladro, quando lui continuava a dire alle forze dell'ordine che se si fossero precipitate in piazza avrebbero assistito con i loro occhi al furto. E non è stato l'unico a chiamarli».
È questa una delle due testimonianze firmate, arrivate in redazione, dopo il clamoroso furto, immortalato alle ore 02.25 della notte fra venerdì e sabato scorsi in piazza Vittorio Emanuele II, dove qualcuno ha anche filmato la scena in un video finito poi sui social network destando scalpore, polemiche e la dura presa di posizione del sindaco Michele Sollecito: nella clip, che è diventata virale, si vede un gruppo di malviventi - quattro, tutti a volto coperto, con un'Audi nera che spinge una Mercedes GLE Coupé.
Il modus operandi è quello ormai consueto: dopo aver tagliato i cavi d'acciaio che agiscono meccanicamente sui freni posteriori e mandato in frantumi il finestrino, il mezzo viene rubato e, infine, spinto via, verso l'esterno della città e le campagne. L'obiettivo è quello di metterlo in moto e di dileguarsi con il bottino. Tutto in poco meno di 60 secondi, tra gli applausi, quanto mai inopportuni, di chi ha assistito al furto avvenuto ai piedi del Municipio. Eppure nessuno ha segnalato nulla alle forze dell'ordine.
«Nulla di più falso - ribattono con convinzione gli autori della denuncia -. Abbiamo allertato il 112: il dovere di cittadini è stato fatto, più di questo non si poteva fare». Nel mirino, dunque, finisce ora il numero unico per le emergenze, il 112. «Noi, come cittadini, abbiamo fatto tutto ciò che era stati nostro potere».
«Io - scrive una nostra lettrice di cui preserviamo l'anonimato - quella notte ero in piazza con il mio fidanzato e dei nostri amici, per la cronaca la Panda parcheggiata dietro l'auto rubata era di un mio amico. Erano in quattro: uno è rimasto nella macchina con cui hanno portato via l'auto rubata e gli altri tre si sono occupati di rompere il freno a mano e in seguito il finestrino, per poi completare il furto.
Il 112 è stato chiamato da più persone, il mio ragazzo incluso, che si è sorbito un interrogatorio al telefono come se fosse lui il ladro, quando lui continuava a dire alle forze dell'ordine che se si fossero precipitate in piazza avrebbero assistito con i loro occhi al furto. Non è stato l'unico a chiamarli, ribadisco, e vi assicuro che assistere ad una scena del genere lascia pietrificati.
I ladri hanno chiaramente intimato per esempio alle dipendenti del bar Pugliese di fare silenzio a gesti, e loro dato che erano tre ragazze, si sono chiuse dentro il bar per la paura e poi hanno chiamato il 112.
È vero, alcuni gruppi di ragazzini hanno fatto l'applauso quando la banda ha portato a termine il furto, ed è stato veramente squallido, ma da qui ad accusare le persone in piazza di non aver fatto nulla c'è di mezzo un oceano di verità manipolata, perché è facile accusare gli altri ma voglio vedere voi in quella situazione che avreste fatto nei confronti di quattro malintenzionati che non si sono spaventati di fare un furto davanti agli occhi di tutti.
Nessuno sapeva se fossero armati o meno ma sicuramente rischiare la vita per una macchina è da folli. Il dovere di cittadini è stato fatto, cioè allertare le forze dell'ordine, ma più di questo non si poteva fare».
«L'auto dei malviventi - ricostruisce un altro lettore - prima di iniziare il furto dell'auto ha fatto diversi giri della piazza per "studiare" il posto durante i quali hanno incrociato almeno una volta una volante dei carabinieri che presa da altro, probabilmente, non ha notato quattro ragazzi incappucciati in auto.
Successivamente, affiancatisi al veicolo, hanno prima capito il da farsi (in due minuti circa) e poi hanno iniziato a tagliare il freno a mano (tendo a precisare che durate quei due minuti io e altre sei persone ci siamo avvicinati pericolosamente ai malviventi i quali ci hanno intimato di allontanarci con linguaggio non verbale).
Nonostante ciò, come potrete vedere, dallo screen in quel momento noi sei abbiamo iniziato a collaborare per ottenere i numeri di targa delle due auto da comunicare ai carabinieri con i quali sono rimasto in chiamata ben cinque minuti fino al momento in cui l'autovettura è stata portata via.
Riguardo gli applausi poco opportuni mi trovo pienamente in accordo, ma ciò non significa che tutti i presenti siano rimasti fermi a guardare il corso degli eventi scorrere inesorabile. Noi in quanto cittadini con un minimo di senso civico abbiamo fatto tutto ciò che era in nostro potere per tentare di contrastare la banda».
È questa una delle due testimonianze firmate, arrivate in redazione, dopo il clamoroso furto, immortalato alle ore 02.25 della notte fra venerdì e sabato scorsi in piazza Vittorio Emanuele II, dove qualcuno ha anche filmato la scena in un video finito poi sui social network destando scalpore, polemiche e la dura presa di posizione del sindaco Michele Sollecito: nella clip, che è diventata virale, si vede un gruppo di malviventi - quattro, tutti a volto coperto, con un'Audi nera che spinge una Mercedes GLE Coupé.
Il modus operandi è quello ormai consueto: dopo aver tagliato i cavi d'acciaio che agiscono meccanicamente sui freni posteriori e mandato in frantumi il finestrino, il mezzo viene rubato e, infine, spinto via, verso l'esterno della città e le campagne. L'obiettivo è quello di metterlo in moto e di dileguarsi con il bottino. Tutto in poco meno di 60 secondi, tra gli applausi, quanto mai inopportuni, di chi ha assistito al furto avvenuto ai piedi del Municipio. Eppure nessuno ha segnalato nulla alle forze dell'ordine.
«Nulla di più falso - ribattono con convinzione gli autori della denuncia -. Abbiamo allertato il 112: il dovere di cittadini è stato fatto, più di questo non si poteva fare». Nel mirino, dunque, finisce ora il numero unico per le emergenze, il 112. «Noi, come cittadini, abbiamo fatto tutto ciò che era stati nostro potere».
La prima testimonianza
«Io - scrive una nostra lettrice di cui preserviamo l'anonimato - quella notte ero in piazza con il mio fidanzato e dei nostri amici, per la cronaca la Panda parcheggiata dietro l'auto rubata era di un mio amico. Erano in quattro: uno è rimasto nella macchina con cui hanno portato via l'auto rubata e gli altri tre si sono occupati di rompere il freno a mano e in seguito il finestrino, per poi completare il furto.
Il 112 è stato chiamato da più persone, il mio ragazzo incluso, che si è sorbito un interrogatorio al telefono come se fosse lui il ladro, quando lui continuava a dire alle forze dell'ordine che se si fossero precipitate in piazza avrebbero assistito con i loro occhi al furto. Non è stato l'unico a chiamarli, ribadisco, e vi assicuro che assistere ad una scena del genere lascia pietrificati.
I ladri hanno chiaramente intimato per esempio alle dipendenti del bar Pugliese di fare silenzio a gesti, e loro dato che erano tre ragazze, si sono chiuse dentro il bar per la paura e poi hanno chiamato il 112.
È vero, alcuni gruppi di ragazzini hanno fatto l'applauso quando la banda ha portato a termine il furto, ed è stato veramente squallido, ma da qui ad accusare le persone in piazza di non aver fatto nulla c'è di mezzo un oceano di verità manipolata, perché è facile accusare gli altri ma voglio vedere voi in quella situazione che avreste fatto nei confronti di quattro malintenzionati che non si sono spaventati di fare un furto davanti agli occhi di tutti.
Nessuno sapeva se fossero armati o meno ma sicuramente rischiare la vita per una macchina è da folli. Il dovere di cittadini è stato fatto, cioè allertare le forze dell'ordine, ma più di questo non si poteva fare».
La seconda testimonianza
«L'auto dei malviventi - ricostruisce un altro lettore - prima di iniziare il furto dell'auto ha fatto diversi giri della piazza per "studiare" il posto durante i quali hanno incrociato almeno una volta una volante dei carabinieri che presa da altro, probabilmente, non ha notato quattro ragazzi incappucciati in auto.
Successivamente, affiancatisi al veicolo, hanno prima capito il da farsi (in due minuti circa) e poi hanno iniziato a tagliare il freno a mano (tendo a precisare che durate quei due minuti io e altre sei persone ci siamo avvicinati pericolosamente ai malviventi i quali ci hanno intimato di allontanarci con linguaggio non verbale).
Nonostante ciò, come potrete vedere, dallo screen in quel momento noi sei abbiamo iniziato a collaborare per ottenere i numeri di targa delle due auto da comunicare ai carabinieri con i quali sono rimasto in chiamata ben cinque minuti fino al momento in cui l'autovettura è stata portata via.
Riguardo gli applausi poco opportuni mi trovo pienamente in accordo, ma ciò non significa che tutti i presenti siano rimasti fermi a guardare il corso degli eventi scorrere inesorabile. Noi in quanto cittadini con un minimo di senso civico abbiamo fatto tutto ciò che era in nostro potere per tentare di contrastare la banda».