Furti di olive, scagionato un 48enne

Il giovinazzese Angelo Amoia è stato assolto «per non aver commesso il fatto»

giovedì 19 febbraio 2015 14.30
Assolto per non aver commesso il fatto.

Ieri, la prima sezione penale del Tribunale di Bari, nel corso dell'udienza del processo svoltosi col rito abbreviato, ha giudicato innocente, con formula piena, il giovinazzese Angelo Amoia perché fra gli atti mancherebbe la relazione che accuserebbe l'imputato. L'uomo, difeso dal penalista Francesco Mastro, è stato prosciolto dalle accuse di furto aggravato e violazione delle prescrizioni della sorveglianza speciale dal giudice Marina Chiddo.

Stando alle contestazioni della Procura della Repubblica di Bari, il 48enne era accusato, in concorso con un 35enne di Bitonto, di aver rubato oltre un quintale di olive all'interno di un fondo agricolo ubicato in località Guglia, nell'agro bitontino, sino all'intervento di una pattuglia della "Vigile Rurale". Furono proprio gli agenti del consorzio, in collaborazione con una volante del Commissariato di P.S. di Bitonto, ad arrestare i due. Per quell'episodio, avvenuto il 14 dicembre scorso, l'accusa ha chiesto la condanna ad un anno di reclusione. La difesa, invece, aveva portato avanti la linea dell'assoluzione considerando le prove a carico dell'imputato per nulla schiaccianti o al di sopra di ogni ragionevole dubbio.

Ieri la sentenza: i giudici, ritirati in camera di consiglio, si sono accorti di un'importante mancanza: fra gli atti mancherebbe la relazione redatta dal consorzio della Vigile Rurale a dimostrazione del rapporto tra il 48enne e le accuse a lui rivolte. E il giudice non ha potuto far altro che disporre l'assoluzione per Angelo Amoia «per non aver commesso il fatto».