Furti di auto ed estorsioni, assolto un 45enne di Giovinazzo
I fatti risalgono al 2010. L'uomo è stato scagionato «per non aver commesso il fatto», accolta la richiesta del difensore Tedeschi
venerdì 8 luglio 2022
8.53
Ci sono voluti dodici anni e un lungo processo, celebrato con il rito ordinario, prima di arrivare a ottenere il riconoscimento della professione d'innocenza opposta dinanzi alle accuse di furto di due auto ed estorsione, il cosiddetto cavallo di ritorno: un 45enne di Giovinazzo è stato assolto «per non aver commesso il fatto».
La sentenza del Tribunale di Bari (prima sezione collegiale penale, presieduta da Ambrogio Marrone), nell'ambito di un'indagine su una banda criminale di Bitonto specializzata nei furti di auto con il successivo pagamento di un riscatto, aderisce alla richiesta avanzata dal difensore dell'imputato, l'avvocato Tiziano Tedeschi. L'accusa, invece, aveva chiesto una condanna a 4 anni e 6 mesi di reclusione. Per le motivazioni bisognerà aspettare 90 giorni, dopo la lettura del dispositivo.
I due episodi per i quali il giovinazzese è finito sotto processo risalgono ai primi tre mesi del 2010, addirittura dodici anni fa. Secondo l'accusa, rappresentata dal pubblico ministero Savina Toscani, l'uomo, «al fine di trarne profitto», in concorso con un'altra persona, si sarebbe impossessato di una Renault Megane Scenic e di un Ford Transit. Successivamente avrebbe minacciato i due proprietari costringendo loro a «versare del denaro onde riottenere il possesso dei due veicoli».
Si sarebbe trattato del cosiddetto cavallo di ritorno, molto in voga in quegli anni. Furto aggravato ed estorsione, codice penale alla mano. Dopo il rinvio a giudizio, il difensore del 45enne ha optato per il dibattimento, ascoltando vari testi. E la strada intrapresa ha trovato conferma alla verità sempre sostenuta dall'imputato.
La sentenza del Tribunale di Bari (prima sezione collegiale penale, presieduta da Ambrogio Marrone), nell'ambito di un'indagine su una banda criminale di Bitonto specializzata nei furti di auto con il successivo pagamento di un riscatto, aderisce alla richiesta avanzata dal difensore dell'imputato, l'avvocato Tiziano Tedeschi. L'accusa, invece, aveva chiesto una condanna a 4 anni e 6 mesi di reclusione. Per le motivazioni bisognerà aspettare 90 giorni, dopo la lettura del dispositivo.
I due episodi per i quali il giovinazzese è finito sotto processo risalgono ai primi tre mesi del 2010, addirittura dodici anni fa. Secondo l'accusa, rappresentata dal pubblico ministero Savina Toscani, l'uomo, «al fine di trarne profitto», in concorso con un'altra persona, si sarebbe impossessato di una Renault Megane Scenic e di un Ford Transit. Successivamente avrebbe minacciato i due proprietari costringendo loro a «versare del denaro onde riottenere il possesso dei due veicoli».
Si sarebbe trattato del cosiddetto cavallo di ritorno, molto in voga in quegli anni. Furto aggravato ed estorsione, codice penale alla mano. Dopo il rinvio a giudizio, il difensore del 45enne ha optato per il dibattimento, ascoltando vari testi. E la strada intrapresa ha trovato conferma alla verità sempre sostenuta dall'imputato.