Francesca Galizia, la Deputata con la faccia pulita
L'ormai Onorevole in pectore promette impegno per il territorio con condivisione degli obiettivi attraverso il contatto con la gente
martedì 6 marzo 2018
«54.369 volte grazie. Per la fiducia, per l'entusiasmo e per il desiderio di cambiamento che vi ha animato in questa campagna elettorale e che mi impegno personalmente a non deludere. Da oggi comincia un nuovo percorso ed il vostro supporto sarà prezioso».
Così Francesca Galizia sul suo profilo Facebook dopo lo strabiliante successo elettorale, personale e dell'intero MoVimento 5 Stelle. Dal 2013 aveva intrapreso un percorso con la formazione pentastellata, cercando di portare al suo interno le istanze di chi affronta il precariato del lavoro e delle tantissime eccellenze meridionali che non riescono ad avere un futuro nel mondo accademico, quello per decenni cristallizzato sulle posizioni di baroni intransigenti e "pigliatutto".
Francesca Galizia ci ha provato a mettersi in gioco e lo ha fatto nel territorio che più conosceva, quella Giovinazzo dove è cresciuta con un papà, Antonio, Comandante della locale Stazione dei Carabinieri che ha cercato di trasmetterle i valori della legalità e dell'onestà. I due hanno anche idee politiche differenti, ma in comune hanno la tenacia di non smettere mai di provarci.
Hostess RyanAir, Francesca è l'immagine dei ragazzi laureati o dottori di ricerca che devono fare il giro del mondo per trovare uno spazio e spesso per mettere su famiglia devono fare un lavoro diverso da quello sognato. Spagna, Malta, la Sicilia e la voglia di seguitare in quel mondo universitario spesso precluso ai non "figli di". Poi la disillusione e la voglia di farsi comunque una vita, col proprio compagno.
Quando l'abbiamo incontrata o sentita non ci ha mai parlato di ambizioni e di poltrone, non si è soffermata a parlar male degli avversari, ma ha continuato a restare concentrata solo sui programmi, sulle proposte, sull'idea di come cambiare concretamente le cose. Lo ha fatto anche nella Sala concerti della Scuola di Musica "Filippo Cortese" durante il suo ultimo appuntamento con gli elettori del luogo (in foto), in cui, fatto inopinato per alcuni tra i suoi competitor, ha consentito a tutti, giornalisti in primis, di sommergerla di domande e perplessità proprio sui punti programmatici.
Oggi è la rappresentante dei giovinazzesi a Montecitorio, soprattutto grazie al simbolo che si portava dietro, inutile nasconderselo, ma anche grazie alla sua voglia di continuare a sperare che un'altra Italia, senza compromessi, è possibile.
Se l'ondata pentastellata basterà a formare un Governo, lo sapremo nei prossimi giorni, con le dinamiche nazionali figlie del "Rosatellum" tutte da scoprire. Quel che è certo è che Francesca Galizia dovrà ritornare spesso in questa porzione di Puglia che l'ha così premiata, dimostrando che le parole da noi riportate avranno avuto un seguito concreto.
Il legame con i propri rappresentati non deve spezzarsi e lei lo sa. Deve a questa terra quella sua rappresentanza (nel MoVimento 5 Stelle è a tempo più che mai) a Roma, deve alla sua gente la possibilità di discutere con loro le istanze da portare nelle stanze dei bottoni. Lo deve a tutti i giovinazzesi ed alla creatura che porta in grembo e che nell'Italia del domani dovrà vivere e crescere.
Così Francesca Galizia sul suo profilo Facebook dopo lo strabiliante successo elettorale, personale e dell'intero MoVimento 5 Stelle. Dal 2013 aveva intrapreso un percorso con la formazione pentastellata, cercando di portare al suo interno le istanze di chi affronta il precariato del lavoro e delle tantissime eccellenze meridionali che non riescono ad avere un futuro nel mondo accademico, quello per decenni cristallizzato sulle posizioni di baroni intransigenti e "pigliatutto".
Francesca Galizia ci ha provato a mettersi in gioco e lo ha fatto nel territorio che più conosceva, quella Giovinazzo dove è cresciuta con un papà, Antonio, Comandante della locale Stazione dei Carabinieri che ha cercato di trasmetterle i valori della legalità e dell'onestà. I due hanno anche idee politiche differenti, ma in comune hanno la tenacia di non smettere mai di provarci.
Hostess RyanAir, Francesca è l'immagine dei ragazzi laureati o dottori di ricerca che devono fare il giro del mondo per trovare uno spazio e spesso per mettere su famiglia devono fare un lavoro diverso da quello sognato. Spagna, Malta, la Sicilia e la voglia di seguitare in quel mondo universitario spesso precluso ai non "figli di". Poi la disillusione e la voglia di farsi comunque una vita, col proprio compagno.
Quando l'abbiamo incontrata o sentita non ci ha mai parlato di ambizioni e di poltrone, non si è soffermata a parlar male degli avversari, ma ha continuato a restare concentrata solo sui programmi, sulle proposte, sull'idea di come cambiare concretamente le cose. Lo ha fatto anche nella Sala concerti della Scuola di Musica "Filippo Cortese" durante il suo ultimo appuntamento con gli elettori del luogo (in foto), in cui, fatto inopinato per alcuni tra i suoi competitor, ha consentito a tutti, giornalisti in primis, di sommergerla di domande e perplessità proprio sui punti programmatici.
Oggi è la rappresentante dei giovinazzesi a Montecitorio, soprattutto grazie al simbolo che si portava dietro, inutile nasconderselo, ma anche grazie alla sua voglia di continuare a sperare che un'altra Italia, senza compromessi, è possibile.
Se l'ondata pentastellata basterà a formare un Governo, lo sapremo nei prossimi giorni, con le dinamiche nazionali figlie del "Rosatellum" tutte da scoprire. Quel che è certo è che Francesca Galizia dovrà ritornare spesso in questa porzione di Puglia che l'ha così premiata, dimostrando che le parole da noi riportate avranno avuto un seguito concreto.
Il legame con i propri rappresentati non deve spezzarsi e lei lo sa. Deve a questa terra quella sua rappresentanza (nel MoVimento 5 Stelle è a tempo più che mai) a Roma, deve alla sua gente la possibilità di discutere con loro le istanze da portare nelle stanze dei bottoni. Lo deve a tutti i giovinazzesi ed alla creatura che porta in grembo e che nell'Italia del domani dovrà vivere e crescere.