Focolaio in una Rsa a Bitonto: l'appello per avere notizie di una famiglia di Giovinazzo
Da giorni non riescono a contattare la struttura. Il telefono squilla a vuoto
venerdì 22 gennaio 2021
17.02
È davvero triste la situazione in cui si stanno trovando alcune famiglie degli ospiti della Residenza Socio Assistenziale Villa Giovanni XXIII di Bitonto, in cui è nato un esteso focolaio di contagi da Covid-19. Sarebbero, secondo quanto comunicato dalle autorità sanitarie, 110 i contagiati tra anziani e personale (qui l'articolo).
Una circostanza aggravata nelle ultime ore dall'assenza pressoché totale di informazioni ai familiari, tra cui quelli di un'anziana donna di Giovinazzo, i quali hanno chiesto aiuto alla nostra redazione per fare da cassa di risonanza su quelle che definiscono «mancate comunicazioni» da parte della struttura bitontina.
«Abbiamo saputo quanto stava accadendo a Villa Giovanni XXIII solo attraverso le testate giornalistiche ed i social - affermano - e questo ci ha lasciato di stucco. Tuttavia abbiamo compreso il momento assai particolare e sul finire della scorsa settimana abbiamo ricevuto gli unici ed ultimi ragguagli sulla situazione di salute dei nostri cari».
Poi silenzi, telefonate andate a vuoto ed un solo contatto, ci hanno detto, datato mercoledì 20 gennaio, con il centralino della residenza che aveva invano cercato di inoltrare la chiamata a quello che viene chiamato "reparto". Nessuna risposta dai vertici e nemmeno dai responsabili sanitari.
Una situazione angosciosa per figli, nipoti e parenti degli anziani ospitati all'interno della Rsa, che chiedono a gran voce di essere contattati al più presto per conoscere cosa stia accadendo all'interno. Una risposta deontologicamente doverosa da parte di chi gestisce una struttura che da tanti anni è sul territorio e capace in un recente passato di soddisfare ogni richiesta dell'utenza.
Che si tratti di difficoltà momentanea, comprensibile peraltro data la piena emergenza, o di difficoltà con il personale non lo possiamo in alcun modo stabilire dall'esterno. Ma la voce delle famiglie in apprensione va ascoltata ed a loro vanno date risposte certe.
Una circostanza aggravata nelle ultime ore dall'assenza pressoché totale di informazioni ai familiari, tra cui quelli di un'anziana donna di Giovinazzo, i quali hanno chiesto aiuto alla nostra redazione per fare da cassa di risonanza su quelle che definiscono «mancate comunicazioni» da parte della struttura bitontina.
«Abbiamo saputo quanto stava accadendo a Villa Giovanni XXIII solo attraverso le testate giornalistiche ed i social - affermano - e questo ci ha lasciato di stucco. Tuttavia abbiamo compreso il momento assai particolare e sul finire della scorsa settimana abbiamo ricevuto gli unici ed ultimi ragguagli sulla situazione di salute dei nostri cari».
Poi silenzi, telefonate andate a vuoto ed un solo contatto, ci hanno detto, datato mercoledì 20 gennaio, con il centralino della residenza che aveva invano cercato di inoltrare la chiamata a quello che viene chiamato "reparto". Nessuna risposta dai vertici e nemmeno dai responsabili sanitari.
Una situazione angosciosa per figli, nipoti e parenti degli anziani ospitati all'interno della Rsa, che chiedono a gran voce di essere contattati al più presto per conoscere cosa stia accadendo all'interno. Una risposta deontologicamente doverosa da parte di chi gestisce una struttura che da tanti anni è sul territorio e capace in un recente passato di soddisfare ogni richiesta dell'utenza.
Che si tratti di difficoltà momentanea, comprensibile peraltro data la piena emergenza, o di difficoltà con il personale non lo possiamo in alcun modo stabilire dall'esterno. Ma la voce delle famiglie in apprensione va ascoltata ed a loro vanno date risposte certe.