Favole dalla quarantena

La maestra Letizia Caccavo racconta ai bambini storie per apprendere e non sentirsi soli

giovedì 16 aprile 2020
A cura di Gabriella Serrone
Imparare sì ma divertendosi. Un insegnamento questo in cui credeva fermamente l'intellettuale Gianni Rodari, di cui si è ricordato qualche giorno fa il quarantesimo anniversario della morte, e che è più che mai attuale oggi, in un momento in cui l'isolamento prescritto dai decreti governativi dovuti all'emergenza da Covid-19 costringe i bambini di tutto il mondo a rimanere a casa, lontani dal primo luogo di apprendimento e socialità: la scuola.

Lo ha capito subito Letizia Caccavo, insegnante giovinazzese presso una scuola primaria di un quartiere di Bari, che proprio durante i giorni a casa ha ideato un modo originale per tenere vivo il contatto con i piccoli alunni della sua classe: raccontare in video brevi favole d'autore, interpretandole con tanto di mimica facciale e strumenti utili ad evocare quanto narrato. Le favole predilette sono quelle dello scrittore francese Jean de La Fontaine, dense di insegnamenti da cui trarre spunti, ma non ci sono limiti nella scelta di altri autori, Fedro ed Esopo in primis. Ciò che conta è che le storie insegnino ai bambini ad esprimersi e liberino la loro fantasia.

Ogni favola è studiata a fondo, riadattata per la fascia d'età dei destinatari ed interpretata secondo le caratteristiche peculiari dei protagonisti, non trascurando quei suoni e quegli effetti scenici che possono attirare l'attenzione anche dei più disinteressati.

«Volevo alleviare la sofferenza dei bambini durante la quarantena – ci ha confidato la maestra Caccavo - e provare a sviluppare quelle capacità a cui non sempre arriva la didattica a distanza. All'inizio, ho realizzato video per gli alunni della mia classe, poi ho pensato di condividerli sul mio profilo Facebook per tutti gli altri che avrebbero voluto divertirsi e passare un po' di tempo in allegria. Ed effettivamente ho riscontrato che la mia iniziativa ha coinvolto e divertito tanti bimbi».

In realtà, l'idea aveva avuto un suo primo banco di prova l'anno scorso, quando, in occasione della Festa del Lettore, la maestra Letizia e le sue colleghe avevano proposto ai bambini di dedicarsi alla lettura di alcune fiabe boeme. Già allora la lettura animata aveva affascinato i piccoli lettori, anche i più distratti e meno dotati, grazie al coinvolgimento di suoni, gesti, di un tono di voce adattato ai contenuti e di movimenti del corpo. Un esperimento, poi, riproposto altre volte in classe, durante le prove di verifica quadrimestrale, confermato da risultati altrettanto incoraggianti con le sue figliolette gemelle.

I video hanno anche una loro versione in inglese, frutto di un accorto lavoro di traduzione ed adattamento. «Sono abilitata all'insegnamento dell'inglese e con questa lingua ho una storia d'amore che dura da tanti anni. Perciò mi son detta: perché non far fruttare questa mia competenza? Per imparare una lingua straniera, i bambini dovrebbero sentir parlare direttamente in lingua, anche solo incuriositi da una pronuncia diversa».

«Lo scopo primario – ci ha spiegato in merito alla sua idea – è quello di far stare bene i bambini, soprattutto in questo momento così difficile, in cui sono obbligati a rimanere a casa. Solo creando un'atmosfera favorevole, i piccoli sono predisposti all'apprendimento. Nel caso delle favole i vantaggi sono due: apprendere o perfezionare una lingua, con i suoi vocaboli e la corretta formulazione delle frasi, e la morale di una storia. I piccoli non ragionano per pensieri astratti, hanno bisogno di immagini concrete per appropriarsi di un concetto».