Fase 2, il fotoracconto della ripartenza di un centro estetico di Giovinazzo

Tra rigore nell’applicazione delle norme igienico-sanitarie e speranza per il futuro, le attività per la cura della persona aperte in sicurezza

venerdì 22 maggio 2020
A cura di Gabriella Serrone
Continua il nostro reportage nelle attività commerciali e artigianali di Giovinazzo per documentare la ripartenza di quelle categorie duramente colpite dalla chiusura forzata dovuta all'emergenza sanitaria da Covid-19.

Per questo secondo appuntamento di approfondimento, abbiamo voluto dare spazio ai centri estetici, tra le attività che più hanno risentito del fermo di circa due mesi ed a cui più si chiede in materia di sicurezza ed igiene, per via dell'inevitabile vicinanza che si crea tra professionista e cliente. Siamo stati accolti con cortesia dal centro "Amoia beauty SPA", in via II traversa Marconi n° 9, dalla sua titolare Beatrice Amoia e dalle sue dipendenti Corsignana, Donatella e Natalia, desiderose di dirci com'è cambiato il loro lavoro dal 18 maggio e quali sono le difficoltà che riscontrano, cercando di coniugare il rispetto delle disposizioni e le richieste dei clienti.

La cura dell'igiene in ogni minimo dettaglio avviene fin dall'ingresso. Se si è entrati con un paio di guanti, si è invitati a toglierli e subito dopo ad igienizzarsi le mani con detergente dispensato tramite un dosatore automatico. La misurazione della temperatura con un termometro ad alta tecnologia e la sterilizzazione della suola delle scarpe con apposito prodotto sono fasi obbligatorie prima di accedere nel locale. Subito dopo, ogni cliente viene condotto nella stanza predisposta al trattamento richiesto, dove sarà solo con l'estetista che lo seguirà per tutta la durata dei servizi svolti e dove troverà un contenitore in cui riporre i suoi accessori. Non è consentito l'uso del cellulare, sulla cui superficie potrebbe annidarsi il virus (abbiamo chiesto un permesso speciale per scattare le foto ed abbiamo dovuto sterilizzare accuratamente il nostro supporto prima di riporlo, ndr).

Al termine di ogni trattamento, la stanza e tutto il suo arredo sono accuratamente igienizzati, oltre al contenitore in cui sono stati adagiati gli effetti personali. Inoltre, vengono buttati spatoline, asciugamani in carta e materiale monouso, mentre gli attrezzi specifici vengono sterilizzati secondo un preciso e rigoroso procedimento: spazzolatura in una bacinella d'acqua; posa per cinque minuti in un dispositivo medico in polvere ad azione sterilizzante, sporicida, disinfettante e detergente; decontaminazione tramite ultrasuoni. In seguito a queste tre fasi, si passa all'imbustamento e ad un'ulteriore sterilizzazione, questa volta a secco e ad alta temperatura.
Non meno importante è la protezione dell'estetista stessa. Per questo, i camici sono cambiati ogni giorno e pannelli protettivi sono fissati in modo da creare la giusta distanza con il cliente. Lo si vede bene all'ingresso e nella stanza della cura delle mani.

«Molti di questi accorgimenti facevano già parte del nostro solito modo di lavorare, perché abbiamo sempre messo al primo posto l'igiene e la salute di tutti. – ci ha spiegato Beatrice Amoia – Per esempio, avevamo già l'abitudine di indossare la mascherina e di coprire il laser con della pellicola, al fine di proteggere chi si sottopone a questo trattamento. Ora, con il pericolo del contagio, naturalmente l'attenzione è ancora più alta, ma in questa prima settimana stiamo mettendo a punto novità e tempi, in modo che tutto diventi naturale».

L'impegno è massimo da parte di questi operatori del settore, ma ciò che chiedono a gran voce è la collaborazione di chi si reca nel loro centro. «Tanti si lamentano di non poter usare il proprio cellulare una volta arrivati qui, anche se diamo la possibilità di rispondere a chiamate urgenti. Lamentandosi non capiscono che la nostra decisione è una forma di tutela per loro e per noi lavoratrici. Ad oggi, questo è sicuramente uno dei principali ostacoli al nostro lavoro – ha constatato amareggiata la titolare di Amoia beauty SPA -. I momenti tristi di questa pandemia avrebbero dovuto insegnarci che è bello tornare a guardarsi negli occhi e parlare delle proprie vite. Dopo questa ripartenza, io e le mie ragazze abbiamo ripreso il lavoro con voglia ancora maggiore di dedicarci ai nostri clienti clienti e di ascoltare i racconti delle loro giornate in questi mesi difficili».

Non nascondono la paura di svolgere quotidianamente un lavoro che le espone a rischi altissimi, ma queste professioniste della bellezza sono fiduciose che si possa riprendere da dove avevano lasciato e che questo possa avvenire nel migliore dei modi solo insieme, facendo ciascuno la propria parte e collaborando al bene della comunità.
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