Riconversione Ex Marmeria Barbone, il Comitato regionale V.I.A. dà parere negativo
Il progetto della Blue Tourism non ha convinto i tecnici
giovedì 25 marzo 2021
13.13
Il Comitato regionale composto sia da funzionari regionali che da tecnici esterni ha espresso parere negativo e non ha quindi concesso la Valutazione di Impatto Ambientale per il progetto presentato dalla Blue Tourism srl di riconversione della ex Marmeria Barbone, sulla ex strada statale 16 adriatica, nel tratto che da Giovinazzo corre verso il quartiere barese di Santo Spirito. La seduta si è tenuta il 17 marzo scorso, e a seguire il Dirigente del Servizio VIA e VinCA della Regione Puglia, Mariangela Lomastro, ha adottato il provvedimento di VIA con esito negativo.
Tra i nodi principali, riassunti in 27 pagine in primis la realizzazione di un'area a parcheggio da realizzarsi a monte della ex s.s. 16 adriatica comporterebbe una «modificazione e sottrazione di territorio al paesaggio agrario», mentre la realizzazione del sottopasso è stata ritenuta «non compatibile ambientalmente»; in secondo luogo il Comitato ha reputato impossibile (ed è questo un nodo su cui la politica locale sembra pronta ad accendersi) la tutela della "lenticchia d'acqua", che crescerebbe in vasche di decantazione presenti nell'area del manufatto in decadenza da anni. Una posizione che sta suscitando non poche perplessità.
«Le proposte progettuali previste per evitare e ridurre gli impatti ambientali significativi e negativi su fauna ed avifauna - scrivono inoltre i tecnici regionali - risultano carenti e tali da non assicurarne la tutela».
Inoltre, secondo il Comitato Regionale, «l'intervento comporterà ulteriore ed irreversibile modificazione del tratto di territorio costiero interessato, inficiandone ulteriormente la naturalità della matrice ambientale sottosuolo e la possibilità di recupero ambientale, e non producendo di fatto l'auspicata riqualificazione ambientale e tantomeno l'auspicabile recupero ambientale dell'area».
Non sono mancati rilievi anche sulla sicurezza stradale, in merito alla quale il Comitato ha ritenuto che «le criticità connesse alla sicurezza della circolazione, ed in particolare al traffico in entrata ed uscita dall'area parcheggio e area albergo, non siano trascurabili».
Pertanto quella zona, più volte luogo di interventi di associazioni ambientaliste, potrebbe continuare a rimanere area di abbandono indiscriminato di rifiuti di ogni specie e volume, come purtroppo accaduto in questi anni.
Il progetto della società murgiana era anche stato scelto dal Politecnico di Bari come idea esemplare di recupero di siti industriali nell'ambito di un workshop di rilevanza internazionale.
Non ci sarebbe stato consumo di suolo, dunque, ed un'area abbandonata restituita alla fruizione avrebbe portato posti di lavoro per la gente del posto. Ma il parere del Comitato ha di fatto nuovamente bloccato l'iter autorizzativo (con valutazioni normative che non possono di certo essere discusse su una testata giornalistica), nonostante altri Enti, compreso quello comunale, abbiano da tempo accolto con favore la realizzazione dell'opera. Un'intricata matassa da cui sembra difficile uscire.
LA DECISIONE
Il Comitato Regionale VIA ha ritenuto che gli impatti ambientali imputabili al progetto siano tali da produrre effetti significativi e negativi. Tale parere è stato rilasciato con il voto contrario dei due tecnici esterni, favorevoli invece al progetto.Tra i nodi principali, riassunti in 27 pagine in primis la realizzazione di un'area a parcheggio da realizzarsi a monte della ex s.s. 16 adriatica comporterebbe una «modificazione e sottrazione di territorio al paesaggio agrario», mentre la realizzazione del sottopasso è stata ritenuta «non compatibile ambientalmente»; in secondo luogo il Comitato ha reputato impossibile (ed è questo un nodo su cui la politica locale sembra pronta ad accendersi) la tutela della "lenticchia d'acqua", che crescerebbe in vasche di decantazione presenti nell'area del manufatto in decadenza da anni. Una posizione che sta suscitando non poche perplessità.
«Le proposte progettuali previste per evitare e ridurre gli impatti ambientali significativi e negativi su fauna ed avifauna - scrivono inoltre i tecnici regionali - risultano carenti e tali da non assicurarne la tutela».
Inoltre, secondo il Comitato Regionale, «l'intervento comporterà ulteriore ed irreversibile modificazione del tratto di territorio costiero interessato, inficiandone ulteriormente la naturalità della matrice ambientale sottosuolo e la possibilità di recupero ambientale, e non producendo di fatto l'auspicata riqualificazione ambientale e tantomeno l'auspicabile recupero ambientale dell'area».
Non sono mancati rilievi anche sulla sicurezza stradale, in merito alla quale il Comitato ha ritenuto che «le criticità connesse alla sicurezza della circolazione, ed in particolare al traffico in entrata ed uscita dall'area parcheggio e area albergo, non siano trascurabili».
Pertanto quella zona, più volte luogo di interventi di associazioni ambientaliste, potrebbe continuare a rimanere area di abbandono indiscriminato di rifiuti di ogni specie e volume, come purtroppo accaduto in questi anni.
LE PRIMISSIME REAZIONI
La Blue Tourism srl non ha per il momento commentato la notizia, mentre in molti a Giovinazzo sono preoccupati per le ricadute negative che questo parere avrà sull'economia della cittadina adriatica legata ad una ricettività di ampio respiro.Il progetto della società murgiana era anche stato scelto dal Politecnico di Bari come idea esemplare di recupero di siti industriali nell'ambito di un workshop di rilevanza internazionale.
Non ci sarebbe stato consumo di suolo, dunque, ed un'area abbandonata restituita alla fruizione avrebbe portato posti di lavoro per la gente del posto. Ma il parere del Comitato ha di fatto nuovamente bloccato l'iter autorizzativo (con valutazioni normative che non possono di certo essere discusse su una testata giornalistica), nonostante altri Enti, compreso quello comunale, abbiano da tempo accolto con favore la realizzazione dell'opera. Un'intricata matassa da cui sembra difficile uscire.