Ex AFP, Depalma: «Siamo più che sereni. Chiusura indagini ci permette accesso agli atti»
Il primo cittadino spiega, dal suo punto di vista, quello che sta accadendo
lunedì 3 agosto 2020
1.21
La Procura della Repubblica di Bari presso il Tribunale di Bari ha notificato nei giorni scorsi, a 13 persone tra cui il sindaco di Giovinazzo, Tommaso Depalma, l'avviso di fine indagine sull'omessa bonifica dei suoli dell'ex Acciaierie e Ferriere Pugliesi.
Sulla vicenda abbiamo sentito proprio il primo cittadino che ha così commentato: «Siamo più che sereni. L'avviso di chiusura indagini ci permette di accedere agli atti e certamente potremo meglio spiegare la nostra posizione, che ritengo più che legittima. Mi preme sottolineare – ha aggiunto Depalma – che la Regione Puglia aveva già scritto alla Città Metropolitana segnalando l'irritualità di una ordinanza come quella del dirigente dell'Ente metropolitano che poneva al nostro Comune termini perentori per un'operazione fin troppo complessa in sostituzione dei privati. Io vorrei evidenziare sommessamente che in primis non è vero che i privati non hanno fatto nulla e bisognerà capire se i loro cronoprogrammi sono compatibili con la valutazione reale sul da farsi. In secondo luogo, se dovessero rendersi conto di non poter operare, saremo noi ad attivarci ma avremo bisogno di chiedere prima un apposito finanziamento alla Regione perché il Comune non dispone di cifre così alte per bonificare anche tutta l'area dei privati».
Depalma ha quindi accennato ai difficili rapporti che talvolta l'Ente da lui guidato ha con alcuni dirigenti, definiti "burocrati". «L'osservazione che sento di fare è che "gli scienziati" della Città Metropolitana che oggi hanno fatto questo, per oltre vent'anni sono stati inerti non solo su questo capitolo. Non hanno letteralmente – ha sottolineato Depalma – mosso una foglia. Si tratta, a mio avviso, delle tipiche formule d'azione di burocrati che vivono su altri pianeti, scaturite da valutazioni decisamente superficiali, poiché vengono del tutto ignorate le opere già messe in essere da parte del Comune di Giovinazzo. Ad esempio sui suoli ex AFP area Lama Castello, dopo aver portato a termine la prima bonifica con la pulizia di gran parte della loppa depositata lì da anni, abbiamo nel corso degli ultimi anni approvato il progetto per la bonifica (secondo lotto) e rinaturalizzazione di tutta l'area. Abbiamo quindi avuto accesso ad un importante finanziamento regionale di 3.400.000 euro - ha continuato Depalma - e appena un mese fa, dopo aver espletato la gara d'appalto, abbiamo aggiudicato i lavori che partiranno a breve. Questi sono iter lunghi e complessi, non si ottengono e appaltano oltre 3 milioni di euro in 120 giorni. Questo i tecnici della Città Metropolitana lo sanno bene».
La chiusura è tra l'ironico e l'amaro: «È un po' come se io – ha scherzato ma non troppo Depalma – intimassi ogni giorno al sindaco Metropolitano, Antonio Decaro, di mettere in sicurezza l'Istituto Vittorio Emanuele II (patrimonio della Città Metropolitana) e se entro 120 giorni non agisse, lo portassi davanti alla Procura della Repubblica. Ripeto, questa prassi dà l'idea dell'assoluta mancata sussidiarietà tra Enti pubblici quali il Comune e la Città Metropolitana. In ogni caso, dopo aver consultato gli atti, sapremo come argomentare per far sì che il tutto venga archiviato. Anche perché - ha concluso Depalma - a noi interessa più di tutti il risultato finale ovvero la bonifica di tutta l'ex area AFP e non molleremo fin quando anche questo capitolo di storia ultradecennale non verrà sistemato».
Sulla vicenda abbiamo sentito proprio il primo cittadino che ha così commentato: «Siamo più che sereni. L'avviso di chiusura indagini ci permette di accedere agli atti e certamente potremo meglio spiegare la nostra posizione, che ritengo più che legittima. Mi preme sottolineare – ha aggiunto Depalma – che la Regione Puglia aveva già scritto alla Città Metropolitana segnalando l'irritualità di una ordinanza come quella del dirigente dell'Ente metropolitano che poneva al nostro Comune termini perentori per un'operazione fin troppo complessa in sostituzione dei privati. Io vorrei evidenziare sommessamente che in primis non è vero che i privati non hanno fatto nulla e bisognerà capire se i loro cronoprogrammi sono compatibili con la valutazione reale sul da farsi. In secondo luogo, se dovessero rendersi conto di non poter operare, saremo noi ad attivarci ma avremo bisogno di chiedere prima un apposito finanziamento alla Regione perché il Comune non dispone di cifre così alte per bonificare anche tutta l'area dei privati».
Depalma ha quindi accennato ai difficili rapporti che talvolta l'Ente da lui guidato ha con alcuni dirigenti, definiti "burocrati". «L'osservazione che sento di fare è che "gli scienziati" della Città Metropolitana che oggi hanno fatto questo, per oltre vent'anni sono stati inerti non solo su questo capitolo. Non hanno letteralmente – ha sottolineato Depalma – mosso una foglia. Si tratta, a mio avviso, delle tipiche formule d'azione di burocrati che vivono su altri pianeti, scaturite da valutazioni decisamente superficiali, poiché vengono del tutto ignorate le opere già messe in essere da parte del Comune di Giovinazzo. Ad esempio sui suoli ex AFP area Lama Castello, dopo aver portato a termine la prima bonifica con la pulizia di gran parte della loppa depositata lì da anni, abbiamo nel corso degli ultimi anni approvato il progetto per la bonifica (secondo lotto) e rinaturalizzazione di tutta l'area. Abbiamo quindi avuto accesso ad un importante finanziamento regionale di 3.400.000 euro - ha continuato Depalma - e appena un mese fa, dopo aver espletato la gara d'appalto, abbiamo aggiudicato i lavori che partiranno a breve. Questi sono iter lunghi e complessi, non si ottengono e appaltano oltre 3 milioni di euro in 120 giorni. Questo i tecnici della Città Metropolitana lo sanno bene».
La chiusura è tra l'ironico e l'amaro: «È un po' come se io – ha scherzato ma non troppo Depalma – intimassi ogni giorno al sindaco Metropolitano, Antonio Decaro, di mettere in sicurezza l'Istituto Vittorio Emanuele II (patrimonio della Città Metropolitana) e se entro 120 giorni non agisse, lo portassi davanti alla Procura della Repubblica. Ripeto, questa prassi dà l'idea dell'assoluta mancata sussidiarietà tra Enti pubblici quali il Comune e la Città Metropolitana. In ogni caso, dopo aver consultato gli atti, sapremo come argomentare per far sì che il tutto venga archiviato. Anche perché - ha concluso Depalma - a noi interessa più di tutti il risultato finale ovvero la bonifica di tutta l'ex area AFP e non molleremo fin quando anche questo capitolo di storia ultradecennale non verrà sistemato».