Estate Giovinazzese, ecco la nota della Consulta Cultura
Perplessità sull'operato dell'Amministrazione comunale e di alcune associazioni locali
sabato 27 giugno 2015
02.13
Riceviamo e pubblichiamo per intero un comunicato della Consulta del settore Cultura che interviene sulla questione dei contributi, del cartellone e delle polemiche relative all'Estate Giovinazzese.
«In questi giorni testate giornalistiche e social network sono stati tempestati di notizie sull'Estate Giovinazzese 2015. Notizie accompagnate da commenti, messaggi di solidarietà per le associazioni culturali che avevano deciso di non realizzare o realizzare fuori dai confini giovinazzesi l'evento che avevano in programma, alcuni per questioni economiche, altri per problemi legati alla disponibilità di locations ed infine per date proposte non ritenute idonee.
Per alcune di queste il clamore ha portato al ripensamento da parte dell'amministrazione comunale, che ha anche avanzato, nel caso del Giovinazzo Rock Festival, la proposta della creazione di un soggetto a partecipazione pubblico-privata (ad esempio una fondazione) per rilanciare lo stesso Festival".
Un cambio di rotta che non condividiamo minimamente non perché, si badi bene, contrari a risvolti positivi come questo, auspicabile per "tutte le associazioni che rappresentiamo", ma perché non è corretto (a nostro avviso) cambiare le carte in tavola dopo che l'Amministrazione stessa, nella persona dell'Assessore Paladino, in più riunioni, tenute non solo con noi del direttivo della Consulta, ma anche con tutte le associazioni culturali, aveva annunciato l'uscita di un bando per l'affidamento della gestione service e della comunicazione degli eventi estivi (bando che a tutt'oggi non è stato ancora pubblicato, cosa inconcepibile visto che la programmazione estiva è già partita) e aveva sempre ribadito che le risorse economiche erano scarse e che, pertanto, una volta deciso e comunicato i criteri di assegnazione dei contributi (sui quali abbiamo sempre chiesto chiarezza sin dal nostro insediamento) o del service non si sarebbe tornati indietro. Fu quindi comunicato che solo ad alcune associazioni sarebbe stato concesso un contributo massimale di 3.000 euro, alle altre invece, 1.500 o 1.000 euro, o solo il service.
La Consulta alla Cultura si propone di dar voce a tutte le associazioni che in silenzio senza fare tanto clamore operano sul nostro territorio non una volta all'anno, ma durante tutto l'anno, proponendo iniziative che hanno l'obiettivo di ampliare la conoscenza e gli interessi culturali multisettoriali; sono le stesse associazioni che alla fine hanno accettato i criteri di assegnazione dei fondi pubblici, ben consapevoli delle limitate disponibilità economiche a disposizione dell'amministrazione, ma animate dalla volontà di realizzare il proprio evento.
Ci riferiamo anche alle stesse associazioni che si sono confrontate con noi, soprattutto durante questi ultimi eventi, per cercare di capire cosa stesse accadendo riconoscendo, quindi, alla Consulta un ruolo di intermediario con l'amministrazione e di potenziale catalizzatore della partecipazione attiva nei temi della cultura. Ruolo che la Consulta è riuscita a svolgere l'estate scorsa anche attraverso la creazione del "Giovinart", il contenitore culturale che racchiudeva le proposte di alcune associazioni (accomunate da una particolare sensibilità alle diverse forme espressive: dal fumetto al cortometraggio, dal teatro alla poesia, alla pittura, alla scultura) che quest'anno avrebbe potuto riprendere il suo cammino migliorandosi e allargandosi a più realtà associative.
Inoltre, si deve prendere atto che, secondo l'art. 3 del D.Lgs. 241/1990, qualsiasi provvedimento delle pubbliche amministrazioni deve essere sempre motivato, con espressa indicazione delle ragioni di fatto e di diritto che hanno portato alla decisione. Questa risulta regola generale (nel senso che non si fanno eccezioni!), laddove fondazioni di partecipazione sono espressioni di una formula P.P.P. (Partenariato Pubblico Privato), quali enti di forma privatistica in cui più soggetti, privati e pubblici, perseguono fini di utilità sociale.
In altre parole, una fondazione deve essere espressione istituzionalizzata dell'incontro di volontà tra soggetti pubblici e privati per realizzare una forma di cooperazione di lungo termine per il conseguimento di scopi di utilità sociale. L'idea della fondazione (intesa come P.P.P.) comunicata dall'Amministrazione è più che positiva, soprattutto se a servizio di tutti gli eventi giovinazzesi.
Pertanto, la Consulta alla Cultura, di per sé organo consultivo e propositivo del Comune che contribuisce alla promozione e partecipazione democratica del mondo culturale cittadino, nonché rappresentante di tutte le associazioni a titolo culturale presenti sul territorio, rilancia l'idea della fondazione chiedendo agli amministratori partecipazione diretta in tema di gestione della medesima».
«In questi giorni testate giornalistiche e social network sono stati tempestati di notizie sull'Estate Giovinazzese 2015. Notizie accompagnate da commenti, messaggi di solidarietà per le associazioni culturali che avevano deciso di non realizzare o realizzare fuori dai confini giovinazzesi l'evento che avevano in programma, alcuni per questioni economiche, altri per problemi legati alla disponibilità di locations ed infine per date proposte non ritenute idonee.
Per alcune di queste il clamore ha portato al ripensamento da parte dell'amministrazione comunale, che ha anche avanzato, nel caso del Giovinazzo Rock Festival, la proposta della creazione di un soggetto a partecipazione pubblico-privata (ad esempio una fondazione) per rilanciare lo stesso Festival".
Un cambio di rotta che non condividiamo minimamente non perché, si badi bene, contrari a risvolti positivi come questo, auspicabile per "tutte le associazioni che rappresentiamo", ma perché non è corretto (a nostro avviso) cambiare le carte in tavola dopo che l'Amministrazione stessa, nella persona dell'Assessore Paladino, in più riunioni, tenute non solo con noi del direttivo della Consulta, ma anche con tutte le associazioni culturali, aveva annunciato l'uscita di un bando per l'affidamento della gestione service e della comunicazione degli eventi estivi (bando che a tutt'oggi non è stato ancora pubblicato, cosa inconcepibile visto che la programmazione estiva è già partita) e aveva sempre ribadito che le risorse economiche erano scarse e che, pertanto, una volta deciso e comunicato i criteri di assegnazione dei contributi (sui quali abbiamo sempre chiesto chiarezza sin dal nostro insediamento) o del service non si sarebbe tornati indietro. Fu quindi comunicato che solo ad alcune associazioni sarebbe stato concesso un contributo massimale di 3.000 euro, alle altre invece, 1.500 o 1.000 euro, o solo il service.
La Consulta alla Cultura si propone di dar voce a tutte le associazioni che in silenzio senza fare tanto clamore operano sul nostro territorio non una volta all'anno, ma durante tutto l'anno, proponendo iniziative che hanno l'obiettivo di ampliare la conoscenza e gli interessi culturali multisettoriali; sono le stesse associazioni che alla fine hanno accettato i criteri di assegnazione dei fondi pubblici, ben consapevoli delle limitate disponibilità economiche a disposizione dell'amministrazione, ma animate dalla volontà di realizzare il proprio evento.
Ci riferiamo anche alle stesse associazioni che si sono confrontate con noi, soprattutto durante questi ultimi eventi, per cercare di capire cosa stesse accadendo riconoscendo, quindi, alla Consulta un ruolo di intermediario con l'amministrazione e di potenziale catalizzatore della partecipazione attiva nei temi della cultura. Ruolo che la Consulta è riuscita a svolgere l'estate scorsa anche attraverso la creazione del "Giovinart", il contenitore culturale che racchiudeva le proposte di alcune associazioni (accomunate da una particolare sensibilità alle diverse forme espressive: dal fumetto al cortometraggio, dal teatro alla poesia, alla pittura, alla scultura) che quest'anno avrebbe potuto riprendere il suo cammino migliorandosi e allargandosi a più realtà associative.
Inoltre, si deve prendere atto che, secondo l'art. 3 del D.Lgs. 241/1990, qualsiasi provvedimento delle pubbliche amministrazioni deve essere sempre motivato, con espressa indicazione delle ragioni di fatto e di diritto che hanno portato alla decisione. Questa risulta regola generale (nel senso che non si fanno eccezioni!), laddove fondazioni di partecipazione sono espressioni di una formula P.P.P. (Partenariato Pubblico Privato), quali enti di forma privatistica in cui più soggetti, privati e pubblici, perseguono fini di utilità sociale.
In altre parole, una fondazione deve essere espressione istituzionalizzata dell'incontro di volontà tra soggetti pubblici e privati per realizzare una forma di cooperazione di lungo termine per il conseguimento di scopi di utilità sociale. L'idea della fondazione (intesa come P.P.P.) comunicata dall'Amministrazione è più che positiva, soprattutto se a servizio di tutti gli eventi giovinazzesi.
Pertanto, la Consulta alla Cultura, di per sé organo consultivo e propositivo del Comune che contribuisce alla promozione e partecipazione democratica del mondo culturale cittadino, nonché rappresentante di tutte le associazioni a titolo culturale presenti sul territorio, rilancia l'idea della fondazione chiedendo agli amministratori partecipazione diretta in tema di gestione della medesima».