"Emozioni" a Giovinazzo. Mogol e Carroccia raccontano il mito di Battisti
Ieri sera l'attesa edizione 2022 di "Festival in...Porto"
domenica 14 agosto 2022
10.00
Quando a raccontare la genesi di alcune tra le più belle colonne sonore della vita è il loro autore e il suo nome è Giulio Rapetti, meglio conosciuto come Mogol, e se ne rievoca l'intensità nella straordinaria voce di un grande interprete, musica e parole prendono un'anima e fanno emozionare nel profondo. Questo è stato "Emozioni", lo spettacolo che ripercorre i più grandi successi del sodalizio Battisti-Mogol che ha fatto tappa ieri sera a Giovinazzo in occasione dell'edizione 2022 di "Festival in…porto", la cui regia è da sempre degli Amici della Musica di Giovinazzo, guidati dal presidente Michele Carrieri.
Tutta la gremitissima Piazza Vittorio Emanuele II ha ascoltato con attenzione e interesse i racconti e gli aneddoti che Mogol ha generosamente regalato prima di ogni esibizione e cantato a squarciagola i brani magistralmente interpretati da Gianmarco Carroccia, artista vicinissimo a Lucio Battisti per voce e aspetto e che ha saputo far rivivere sul palco il suo mito interpretando con profondità e al tempo stesso rispetto i successi nati dall'unione delle genialità del paroliere milanese e del cantautore laziale.
Un crescendo di emozioni in circa due ore di show ha accarezzato i cuori dei presenti e tutti, nessuna generazione esclusa, si sono ritrovati ad intonare qualche parola o strofe intere di brani diventati patrimonio nazionale, espressione di un'identità comune che non passa mai, ma si ispessisce sempre più col passare degli anni come una seconda pelle.
Capolavori assoluti come "Il tempo di morire" hanno scaldato la serata e creato la giusta atmosfera, che si è poi fatta più densa di significato con gli struggenti "I Giardini di marzo" e "Pensieri e Parole", le cui note malinconiche sono state accompagnate dalle luci dei telefonini degli spettatori in platea, quasi a voler partecipare a quella miscellanea di emozioni espresse. Impossibile, poi, rimanere fermi e in silenzio al ritmo coinvolgente di "Nessun dolore" e di "Una giornata uggiosa", ma anche di fronte alla notissima "Con il nastro rosa". Infine, tutti in piedi e tutti i membri degli Amici della Musica di Giovinazzo sul palco insieme a Mogol, a Carroccia e alla straordinaria orchestra per cantare l'immortale "La canzone del sole".
Gran finale affidato a "7 e 40", "Respirando", "Acqua azzurra, acqua chiara" e "Mi ritorni in mente", con cui Mogol e Carroccia hanno salutato e ringraziato il pubblico per una serata magica, che verrà ricordata a lungo per i numerosissimi spettatori e la loro grande partecipazione.
Scommessa pienamente vinta dagli Amici della Musica, che dopo due anni di fermo imposti dalla pandemia e in un'estate incerta a seguito dei numeri del contagio ancora preoccupanti hanno voluto portare a termine un progetto messo in cantiere da tempo. E Giovinazzo ha risposto con entusiasmo e grande voglia di prendere parte ad un meraviglioso viaggio nel cuore della musica autoriale italiana per tornare a vivere con un po' di leggerezza e spensieratezza e a respirare quella serenità che ha preceduto l'infuriare del Covid-19.
Tutta la gremitissima Piazza Vittorio Emanuele II ha ascoltato con attenzione e interesse i racconti e gli aneddoti che Mogol ha generosamente regalato prima di ogni esibizione e cantato a squarciagola i brani magistralmente interpretati da Gianmarco Carroccia, artista vicinissimo a Lucio Battisti per voce e aspetto e che ha saputo far rivivere sul palco il suo mito interpretando con profondità e al tempo stesso rispetto i successi nati dall'unione delle genialità del paroliere milanese e del cantautore laziale.
Un crescendo di emozioni in circa due ore di show ha accarezzato i cuori dei presenti e tutti, nessuna generazione esclusa, si sono ritrovati ad intonare qualche parola o strofe intere di brani diventati patrimonio nazionale, espressione di un'identità comune che non passa mai, ma si ispessisce sempre più col passare degli anni come una seconda pelle.
Capolavori assoluti come "Il tempo di morire" hanno scaldato la serata e creato la giusta atmosfera, che si è poi fatta più densa di significato con gli struggenti "I Giardini di marzo" e "Pensieri e Parole", le cui note malinconiche sono state accompagnate dalle luci dei telefonini degli spettatori in platea, quasi a voler partecipare a quella miscellanea di emozioni espresse. Impossibile, poi, rimanere fermi e in silenzio al ritmo coinvolgente di "Nessun dolore" e di "Una giornata uggiosa", ma anche di fronte alla notissima "Con il nastro rosa". Infine, tutti in piedi e tutti i membri degli Amici della Musica di Giovinazzo sul palco insieme a Mogol, a Carroccia e alla straordinaria orchestra per cantare l'immortale "La canzone del sole".
Gran finale affidato a "7 e 40", "Respirando", "Acqua azzurra, acqua chiara" e "Mi ritorni in mente", con cui Mogol e Carroccia hanno salutato e ringraziato il pubblico per una serata magica, che verrà ricordata a lungo per i numerosissimi spettatori e la loro grande partecipazione.
Scommessa pienamente vinta dagli Amici della Musica, che dopo due anni di fermo imposti dalla pandemia e in un'estate incerta a seguito dei numeri del contagio ancora preoccupanti hanno voluto portare a termine un progetto messo in cantiere da tempo. E Giovinazzo ha risposto con entusiasmo e grande voglia di prendere parte ad un meraviglioso viaggio nel cuore della musica autoriale italiana per tornare a vivere con un po' di leggerezza e spensieratezza e a respirare quella serenità che ha preceduto l'infuriare del Covid-19.