Emirjan Vukaj, martire del lavoro. C'è un'altra raccolta fondi
L'iniziativa di un commerciante di via Marconi a sostegno della famiglia del 38enne albanese
martedì 5 novembre 2019
11.01
La triste storia di Emirjan Vukaj, il giovane albanese di 38 anni che ha perso la vita mentre si recava al lavoro il 28 ottobre scorso è la storia amarissima di tanti che come lui restano a volte invisibili ai più prima della morte.
Da poco arrivato dall'Albania per lavorare nelle campagne di Giovinazzo come bracciante agricolo nella raccolta delle olive, è rimasto ucciso dopo essere stato investito con la sua bicicletta, alle 6 di mattina, da un'auto guidata da una donna che gli aveva subito prestato i soccorsi del caso. Emirjan Vukaj si stava recando al lavoro. Una fine terribile per un uomo venuto dall'altra sponda dell'Adriatico.
Lì un intero Paese si è rimesso in moto, ma non riesce ancora del tutto ad assicurare un futuro degno alla sua gente. Il Comune di Giovinazzo ha provveduto al rimpatrio della salma, ma non può bastare. La coscienza di ciascuno di noi non può non essere stata scossa da questa triste storia, che racconta di stranieri che arrivano solo per lavorare sodo e dare un futuro a chi è rimasto là, dall'altra parte di un mare che a volte non riescono a vedere più.
Per questo, attraverso l'iniziativa del commerciante giovinazzese Antonio Delvecchio, titolare del Glam bar, che arriva dopo quella avviata da Marco Bonserio, si è ulteriormente rinforzata la campagna "Un aiuto per la famiglia di Emirjan", che intende sostenere la moglie ed i figli (Arnis, Andreis e Amila, quest'ultima di soli 6 anni) in un cammino fattosi irto e pieno di incognite.
«Chiunque voglia contribuire, anche con una piccolissima somma, anche con un solo biglietto di solidarietà, potrà recarsi in via Marconi n. 40, presso l'attività commerciale». A Giovinazzo nessuno è mai stato straniero, non da noi, non in Puglia, terra di confine.
Da poco arrivato dall'Albania per lavorare nelle campagne di Giovinazzo come bracciante agricolo nella raccolta delle olive, è rimasto ucciso dopo essere stato investito con la sua bicicletta, alle 6 di mattina, da un'auto guidata da una donna che gli aveva subito prestato i soccorsi del caso. Emirjan Vukaj si stava recando al lavoro. Una fine terribile per un uomo venuto dall'altra sponda dell'Adriatico.
Lì un intero Paese si è rimesso in moto, ma non riesce ancora del tutto ad assicurare un futuro degno alla sua gente. Il Comune di Giovinazzo ha provveduto al rimpatrio della salma, ma non può bastare. La coscienza di ciascuno di noi non può non essere stata scossa da questa triste storia, che racconta di stranieri che arrivano solo per lavorare sodo e dare un futuro a chi è rimasto là, dall'altra parte di un mare che a volte non riescono a vedere più.
Per questo, attraverso l'iniziativa del commerciante giovinazzese Antonio Delvecchio, titolare del Glam bar, che arriva dopo quella avviata da Marco Bonserio, si è ulteriormente rinforzata la campagna "Un aiuto per la famiglia di Emirjan", che intende sostenere la moglie ed i figli (Arnis, Andreis e Amila, quest'ultima di soli 6 anni) in un cammino fattosi irto e pieno di incognite.
«Chiunque voglia contribuire, anche con una piccolissima somma, anche con un solo biglietto di solidarietà, potrà recarsi in via Marconi n. 40, presso l'attività commerciale». A Giovinazzo nessuno è mai stato straniero, non da noi, non in Puglia, terra di confine.