Drobinsky-Bollmann, coppia d’assi
Straordinario concerto in Cattedrale per violoncello e pianoforte
giovedì 11 settembre 2014
13.52
Un concerto dal respiro internazionale, che ha fatto vibrare corde ed anime, in una serata da ricordare a lungo. È quanto accaduto ieri sera, nella gremita Concattedrale di Giovinazzo.
A tenere la scena due maestri della classica europea, il lituano, ma francese d'adozione, Mark Drobinsky, al violoncello e Marie-Martine Bollman al pianoforte, anch'essa francese ma con origini materne ad Adelfia, con cui ha collaborato la giovane pianista giovinazzese, Daniela D'Attolico. Il concerto, voluto dall'Assessorato alla Cultura del Comune di Giovinazzo guidato da Enzo Posca, è stato l'unico tenuto nella nostra regione dal duo transalpino. Lui, passionale violoncellista, allievo di Matislav Rostropovich, formatosi presso il Conservatorio di Mosca ed amato anche in Italia dopo la sua triennale permanenza a Siena. Lei, Direttrice artistica della Académie «J. S. Bach» nei pressi di Bordeaux, dove coltiva il talento di tanti giovani da avvicinare alla bellezza della musica, pianista con esperienza internazionale ed il sogno finalmente realizzato di poter suonare in Puglia.
Il folto pubblico presente ha così assistito all'intensa esibizione di brani dal repertorio di grandi maestri della musica classica mondiale. Antipasto gustoso, con «Frantasiestucke» di Robert Shumann, passando per «Elegie» e «Sérénade» di Sergei Vasilevič Rachmaninov. Poi la leggiadria crescente nell'assolo di pianoforte della Bollmann, dedicato all'amato Claude Debussy, con la magistrale interpretazione del «Première Arabesque» ed il frizzante nuovo assolo, questa volta con i «Giochi d'acqua» del grande Maurice Ravel. Chiusura lunga, ma allo stesso tempo coinvolgente, con la «Sonate en La majeur» di César Franck, che ha regalato la meritata standing ovation finale ad un duo che, dopo 17 anni, ha ormai raggiunto un affiatamento invidiabile.
In una intervista bilingue, Marie-Martine Bollmann ha spiegato alla nostra traduttrice, Gabriella Serrone, il perché della scelta di quelle musiche e di quei compositori: «Siamo francesi, sebbene con origini diverse e l'intento è quello di far conoscere grandi compositori, taluni dei quali, a dir la verità, – ha poi sottolineato - suonati poco come Debussy». La scelta è stata operata anche per la «dolcezza delle opere composte, che permettevano un'esibizione in armonia con le esigenze del pubblico. Pochi tecnicismi e maggiore melodia, sebbene si tratti di grandi della musica mondiale». L'intento è quello di tornare a suonare in Puglia, magari a Bari, molto presto. Perché la nostra regione e la nostra gente si sanno far amare per «calore ed attenzione». Quel calore e quella attenzione scaturite da note che hanno incantato i presenti in un evento musicale di grande portata.
A tenere la scena due maestri della classica europea, il lituano, ma francese d'adozione, Mark Drobinsky, al violoncello e Marie-Martine Bollman al pianoforte, anch'essa francese ma con origini materne ad Adelfia, con cui ha collaborato la giovane pianista giovinazzese, Daniela D'Attolico. Il concerto, voluto dall'Assessorato alla Cultura del Comune di Giovinazzo guidato da Enzo Posca, è stato l'unico tenuto nella nostra regione dal duo transalpino. Lui, passionale violoncellista, allievo di Matislav Rostropovich, formatosi presso il Conservatorio di Mosca ed amato anche in Italia dopo la sua triennale permanenza a Siena. Lei, Direttrice artistica della Académie «J. S. Bach» nei pressi di Bordeaux, dove coltiva il talento di tanti giovani da avvicinare alla bellezza della musica, pianista con esperienza internazionale ed il sogno finalmente realizzato di poter suonare in Puglia.
Il folto pubblico presente ha così assistito all'intensa esibizione di brani dal repertorio di grandi maestri della musica classica mondiale. Antipasto gustoso, con «Frantasiestucke» di Robert Shumann, passando per «Elegie» e «Sérénade» di Sergei Vasilevič Rachmaninov. Poi la leggiadria crescente nell'assolo di pianoforte della Bollmann, dedicato all'amato Claude Debussy, con la magistrale interpretazione del «Première Arabesque» ed il frizzante nuovo assolo, questa volta con i «Giochi d'acqua» del grande Maurice Ravel. Chiusura lunga, ma allo stesso tempo coinvolgente, con la «Sonate en La majeur» di César Franck, che ha regalato la meritata standing ovation finale ad un duo che, dopo 17 anni, ha ormai raggiunto un affiatamento invidiabile.
In una intervista bilingue, Marie-Martine Bollmann ha spiegato alla nostra traduttrice, Gabriella Serrone, il perché della scelta di quelle musiche e di quei compositori: «Siamo francesi, sebbene con origini diverse e l'intento è quello di far conoscere grandi compositori, taluni dei quali, a dir la verità, – ha poi sottolineato - suonati poco come Debussy». La scelta è stata operata anche per la «dolcezza delle opere composte, che permettevano un'esibizione in armonia con le esigenze del pubblico. Pochi tecnicismi e maggiore melodia, sebbene si tratti di grandi della musica mondiale». L'intento è quello di tornare a suonare in Puglia, magari a Bari, molto presto. Perché la nostra regione e la nostra gente si sanno far amare per «calore ed attenzione». Quel calore e quella attenzione scaturite da note che hanno incantato i presenti in un evento musicale di grande portata.