Don Turturro dopo la condanna per pedofilia torna a celebrare messa
Il parroco: «Fino ad ora non ho incontrato nessuno che si mostrasse scandalizzato del mio ritorno»
sabato 8 luglio 2017
08.00
Condannato per pedofilia, ha scontato la pena in carcere e ora può tornare a dire messa. Don Paolo Turturro, dopo una condanna definitiva a tre anni, è tornato al Borgo della Pace nelle campagne di Baucina, nell'area metropolitana di Palermo, dove celebra messa nelle parrocchie della diocesi.
La Chiesa Cattolica, infatti, come ricorda il Giornale di Sicilia, non lo ha mai sospeso a divinis. Il 67enne era parroco della chiesa di Santa Lucia al Borgo Vecchio e proprio durante lo svolgimento del suo ministero è finito al centro di una vicenda di abusi sessuali nei confronti di minori per cui la Corte di Cassazione ha confermato la condanna.
Turturro fu accusato da due ragazzini che sostennero di essere stati abusati dal prete: uno con un bacio intimo, l'altro con una violenza vera e propria. Gli avvocati Ninni Reina e Vincenzo Gervasi riuscirono a dimostrare che la violenza quasi completa ai danni di un ragazzino era avvenuta un anno prima della contestazione, nel 1999 anziché nel 2000, e per questo il tempo trascorso fece venir meno il reato, grazie alla prescrizione.
Rimase in piedi un fatto che, nel secondo giudizio di appello, fu considerato di minore gravità. Il processo fu quindi portato a una sentenza di colpevolezza. Non sufficiente, però, secondo il Vaticano, per arrivare al più estremo dei provvedimenti, ossia la sospensione dall'esercizio del ministero sacerdotale e la riduzione allo stato laicale.
Turturro, nel novembre 2014 è stato recluso nel carcere Ucciardone di Palermo, proprio di fronte alla parrocchia che aveva retto per anni, e lì ha trascorso quindici mesi di detenzione. Successivamente è stato affidato al Santuario di Monte Pellegrino e ora è tornato dal Borgo della Pace, da lui fondato nelle campagne tra Baucina e Villafrati, dove opera la storica associazione Dipingi la pace, si svolge attività di accoglienza di gruppi, formazione e ritiri spirituali.
Padre Turturro, conosciuto anche per alcune battaglie antimafia, continua a scrivere quasi quotidianamente i suoi pensieri e le sue poesie, che pubblica sul sito internet di Dipingi la pace o invia al suo lungo indirizzario mail. Ma preferisce mantenere il profilo basso del silenzio. «La gente mi accoglie con affetto», dice.
«Io ho portato la croce in questi anni con la serenità che Dio è amore e perdono. Fino ad ora non ho incontrato nessuno che si mostrasse scandalizzato del mio ritorno. Ma ho scelto il silenzio».
La Chiesa Cattolica, infatti, come ricorda il Giornale di Sicilia, non lo ha mai sospeso a divinis. Il 67enne era parroco della chiesa di Santa Lucia al Borgo Vecchio e proprio durante lo svolgimento del suo ministero è finito al centro di una vicenda di abusi sessuali nei confronti di minori per cui la Corte di Cassazione ha confermato la condanna.
Turturro fu accusato da due ragazzini che sostennero di essere stati abusati dal prete: uno con un bacio intimo, l'altro con una violenza vera e propria. Gli avvocati Ninni Reina e Vincenzo Gervasi riuscirono a dimostrare che la violenza quasi completa ai danni di un ragazzino era avvenuta un anno prima della contestazione, nel 1999 anziché nel 2000, e per questo il tempo trascorso fece venir meno il reato, grazie alla prescrizione.
Rimase in piedi un fatto che, nel secondo giudizio di appello, fu considerato di minore gravità. Il processo fu quindi portato a una sentenza di colpevolezza. Non sufficiente, però, secondo il Vaticano, per arrivare al più estremo dei provvedimenti, ossia la sospensione dall'esercizio del ministero sacerdotale e la riduzione allo stato laicale.
Turturro, nel novembre 2014 è stato recluso nel carcere Ucciardone di Palermo, proprio di fronte alla parrocchia che aveva retto per anni, e lì ha trascorso quindici mesi di detenzione. Successivamente è stato affidato al Santuario di Monte Pellegrino e ora è tornato dal Borgo della Pace, da lui fondato nelle campagne tra Baucina e Villafrati, dove opera la storica associazione Dipingi la pace, si svolge attività di accoglienza di gruppi, formazione e ritiri spirituali.
Padre Turturro, conosciuto anche per alcune battaglie antimafia, continua a scrivere quasi quotidianamente i suoi pensieri e le sue poesie, che pubblica sul sito internet di Dipingi la pace o invia al suo lungo indirizzario mail. Ma preferisce mantenere il profilo basso del silenzio. «La gente mi accoglie con affetto», dice.
«Io ho portato la croce in questi anni con la serenità che Dio è amore e perdono. Fino ad ora non ho incontrato nessuno che si mostrasse scandalizzato del mio ritorno. Ma ho scelto il silenzio».