Don Benedetto racconta le origini del culto della Sacra Spina di Andria
Domenica festa in Concattedrale per l'arrivo della veneratissima reliquia
venerdì 26 maggio 2017
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La comunità religiosa giovinazzese si sta preparando a vivere un momento assai suggestivo.
Per gentile concessione della Diocesi, dal 28 al 31 maggio sarà a Giovinazzo la Sacra Spina di Andria. Per saperne di più abbiamo sentito don Benedetto Fiorentino, parroco della Concattedrale Santa Maria Assunta che ci ha spiegato le origini del culto.
«Numerosissimi sono i frammenti della corona di spine in tutto il mondo -ha affermato il sacerdote -. Il censimento più recente, effettuato nel 2012 e realizzato da Antonio Menna, uno dei più grandi studiosi delle Sacre, ne annovera ben 2.283, dei quali 995 solo in Italia.
La Sacra Spina - ha continuato don Benedetto - è uno dei frammenti della corona di spine che, secondo gli autori dei vangeli, sarebbe stata imposta sul capo di Gesù Cristo durante la Passione: è uno dei simboli che meglio richiamano la sua atroce sofferenza. La corona di spine era una specie di calotta di rami intrecciati calata sull'intero cranio. Una testimonianza è data dal tre rovesciato che si è stampato sulla sindone coprendo la fronte. La Sacra Spina di Andria - ha poi raccontato - ha una particolarità che la rende unica: il sanguinamento, quando il Venerdì Santo cade il 25 marzo, giorno in cui la Chiesa celebra l'Annunciazione dell'Angelo a Maria.
Quando la festa dell'Annunciazione coincide con il Venerdì Santo, avviene il prodigio che dal 1633, data in cui fu attestato per la prima volta, si manifesta in vari modi: con rigonfiamenti, con la liquefazione in gocce di sangue vivo delle diciassette macchie violacee presenti sulla spina, fino alla comparsa di escrescenze biancastre argentee di pochi millimetri, una vera e prodigiosa fioritura, avvenuta per la prima volta nel 1842.
L'ultima volta in cui si è verificato il prodigio è stato lo scorso anno. Passeranno ben 141 anni per un nuovo prodigio. Solo nel 2157 l'Annunciazione coinciderà nuovamente con il Venerdì Santo.»
Abbiamo chiesto a don Benedetto come una tale reliquia è giunta ad Andria e ci ha fornito particolari molto importanti corredati da dati storici di rilievo. «Secondo la tradizione -ha così proseguito il parroco della Cattedrale di Giovinazzo- il Re Luigi IX di Francia acquistò dall'imperatore di Costantinopoli, Baldovino II, varie insigni reliquie, tra cui l'intera corona che, giunta a Parigi nel 1239, fu custodita nella Sainte-Chapelle mentre oggi è conservata nel tesoro della Cattedrale di Notre-Dame.
In realtà, già in quest'epoca, la corona era ridotta solo un anello di giunchi, privo di spine, precedentemente donate dai sovrani bizantini e, dal momento dell'acquisto, anche dallo stesso Luigi IX, che aveva provveduto ad offrirle alle chiese più importanti della Francia. Con Carlo d'Angiò alcune spine arrivarono in Italia. Una giunse ad Andria, dove la presenza della Sacra Spina è attestata a partire dal 1308, come dono da parte di Beatrice d'Angiò, figlia di Carlo II d'Angiò, in occasione delle sue nozze con Bertrando del Balzo, Duca di Andria»..
La comunità religiosa giovinazzese accoglierà l'arrivo della Sacra Spina di Andria domenica 28 maggio. La reliquia resterà in Concattedrale fino alla celebrazione della Santa Messa delle ore 19,00 del 31 Maggio. Si potrà venerare la sacra reliquia dal 29 al 31 nei seguenti orari: 9.30-12.00 e 17.30-20.30.
Poi, lunedì 29 maggio avrà luogo la celebrazione eucaristica che sarà presieduta da Mons. Domenico Cornacchia vescovo della Diocesi Molfetta- Ruvo -Terlizzi - Giovinazzo.
Martedì 30 maggio alle ore 20.00, si potrà ascoltare la testimonianza del concittadino dott. Filippo Dagostino, componente della commissione medica e testimone dell'ultimo miracolo, quale medico analista, con l'ausilio di un video.
Ai lettori di GiovinazzoViva, don Benedetto Fiorentino ha voluto inviare un frammento di preghiera dell'amico Giuseppe Di Nunno. Ve la riproponiamo di seguito.
Per gentile concessione della Diocesi, dal 28 al 31 maggio sarà a Giovinazzo la Sacra Spina di Andria. Per saperne di più abbiamo sentito don Benedetto Fiorentino, parroco della Concattedrale Santa Maria Assunta che ci ha spiegato le origini del culto.
«Numerosissimi sono i frammenti della corona di spine in tutto il mondo -ha affermato il sacerdote -. Il censimento più recente, effettuato nel 2012 e realizzato da Antonio Menna, uno dei più grandi studiosi delle Sacre, ne annovera ben 2.283, dei quali 995 solo in Italia.
La Sacra Spina - ha continuato don Benedetto - è uno dei frammenti della corona di spine che, secondo gli autori dei vangeli, sarebbe stata imposta sul capo di Gesù Cristo durante la Passione: è uno dei simboli che meglio richiamano la sua atroce sofferenza. La corona di spine era una specie di calotta di rami intrecciati calata sull'intero cranio. Una testimonianza è data dal tre rovesciato che si è stampato sulla sindone coprendo la fronte. La Sacra Spina di Andria - ha poi raccontato - ha una particolarità che la rende unica: il sanguinamento, quando il Venerdì Santo cade il 25 marzo, giorno in cui la Chiesa celebra l'Annunciazione dell'Angelo a Maria.
Quando la festa dell'Annunciazione coincide con il Venerdì Santo, avviene il prodigio che dal 1633, data in cui fu attestato per la prima volta, si manifesta in vari modi: con rigonfiamenti, con la liquefazione in gocce di sangue vivo delle diciassette macchie violacee presenti sulla spina, fino alla comparsa di escrescenze biancastre argentee di pochi millimetri, una vera e prodigiosa fioritura, avvenuta per la prima volta nel 1842.
L'ultima volta in cui si è verificato il prodigio è stato lo scorso anno. Passeranno ben 141 anni per un nuovo prodigio. Solo nel 2157 l'Annunciazione coinciderà nuovamente con il Venerdì Santo.»
Abbiamo chiesto a don Benedetto come una tale reliquia è giunta ad Andria e ci ha fornito particolari molto importanti corredati da dati storici di rilievo. «Secondo la tradizione -ha così proseguito il parroco della Cattedrale di Giovinazzo- il Re Luigi IX di Francia acquistò dall'imperatore di Costantinopoli, Baldovino II, varie insigni reliquie, tra cui l'intera corona che, giunta a Parigi nel 1239, fu custodita nella Sainte-Chapelle mentre oggi è conservata nel tesoro della Cattedrale di Notre-Dame.
In realtà, già in quest'epoca, la corona era ridotta solo un anello di giunchi, privo di spine, precedentemente donate dai sovrani bizantini e, dal momento dell'acquisto, anche dallo stesso Luigi IX, che aveva provveduto ad offrirle alle chiese più importanti della Francia. Con Carlo d'Angiò alcune spine arrivarono in Italia. Una giunse ad Andria, dove la presenza della Sacra Spina è attestata a partire dal 1308, come dono da parte di Beatrice d'Angiò, figlia di Carlo II d'Angiò, in occasione delle sue nozze con Bertrando del Balzo, Duca di Andria»..
La comunità religiosa giovinazzese accoglierà l'arrivo della Sacra Spina di Andria domenica 28 maggio. La reliquia resterà in Concattedrale fino alla celebrazione della Santa Messa delle ore 19,00 del 31 Maggio. Si potrà venerare la sacra reliquia dal 29 al 31 nei seguenti orari: 9.30-12.00 e 17.30-20.30.
Poi, lunedì 29 maggio avrà luogo la celebrazione eucaristica che sarà presieduta da Mons. Domenico Cornacchia vescovo della Diocesi Molfetta- Ruvo -Terlizzi - Giovinazzo.
Martedì 30 maggio alle ore 20.00, si potrà ascoltare la testimonianza del concittadino dott. Filippo Dagostino, componente della commissione medica e testimone dell'ultimo miracolo, quale medico analista, con l'ausilio di un video.
Ai lettori di GiovinazzoViva, don Benedetto Fiorentino ha voluto inviare un frammento di preghiera dell'amico Giuseppe Di Nunno. Ve la riproponiamo di seguito.