Discarica, torna a far sentire la sua voce il Comitato 17 novembre
Una nuova nota dopo le esternazioni del Sindaco Depalma e la revoca del finanziamento. Tanti gli interrogativi sul tavolo
lunedì 7 gennaio 2019
05.00
Vi riportiamo integralmente il comunicato stampa del Comitato 17 novembre sulle ultime vicende legate alla discarica di San Pietro Pago.
«Non ci sta il Comitato 17 novembre a rimanere impassibile di fronte alle continue esternazioni del Sindaco (l'ultima, cronologicamente, su Striscia la Notizia) tese a banalizzare l'emergenza sanitaria ed ambientale della discarica di San Pietro Pago e rassicurare sulla non pericolosità del percolato fuoriuscito dalla stessa. E così, dopo la manifestazione per le strade cittadine del 17 novembre e le comunicazioni in piazza del 24 novembre, il Comitato torna a richiamare l'attenzione su quel problema.
Lo fa attraverso un video su Facebook postato dal suo portavoce Marco Lasorsa.
Intanto per precisare che quel percolato non è affatto innocuo (semplice "acqua sporca"), anche se classificato come rifiuto speciale "non pericoloso" da un laboratorio privato. Una classificazione – viene precisato – che serve solo a stabilire la destinazione finale del rifiuto ed il costo per il suo smaltimento e non certo perché metalli pesanti e sostanze pericolose lì contenuti, seppur inferiori ad una determinata soglia, non costituiscano un pericolo per l'ambiente. Diversamente - si fa notare ironicamente - non si spiegherebbe perché spendere centinaia di migliaia di euro per aspirare una sostanza innocua.
Piuttosto – prosegue il Comitato – sarebbe stata sancita invece la revoca del finanziamento di 4,5 milioni di euro attraverso la Delibera di Giunta regionale n. 2466, necessario a predisporre le procedure di gara per la progettazione e successiva esecuzione degli interventi di Messa in Sicurezza di Emergenza della discarica.
Revoca obbligata da parte della Regione Puglia conseguente alla totale inerzia di mesi dell'Amministrazione comunale, nonostante "la grave situazione di rischio sanitario ed ambientale" denunciata dalla Procura di Bari e l'invito ad adottare "con massima urgenza ogni misura ritenuta utile a tutela della pubblica e privata incolumità". Inerzia ed incapacità ammessa dalla stessa Giunta comunale nella Delibera del 16 ottobre scorso, di cui la Regione ha preso atto.
Si è concretizzato così un atto di esautorazione dell'Ufficio tecnico da parte della Giunta comunale – prosegue Lasorsa - apparentemente paradossale dato che lo stesso Ufficio aveva curato tutto il progetto di fattibilità preliminare. Oltre a ritardare ulteriormente le attività di messa in sicurezza del sito, questa decisione appare ancor più incomprensibile se si considera che il compito trasferito ad AGER non è quello di progettare l'intervento, bensì semplicemente di indire la gara per la progettazione e l'appalto dei lavori di messa in sicurezza, garantendone poi l'esecutività.
Il fatto più grave - è l'amara constatazione del Comitato – è che dopo aver lottato per anni per acquisire come Comune il controllo diretto sulla discarica, questa Amministrazione abbia di fatto riconsegnato in mano a terzi la sua gestione, ben consapevole del fatto che, in momenti di crisi, quella discarica rischia di diventare la pattumiera della Puglia, come già accaduto nel passato.
Molte le preoccupazioni richiamate dal Comitato. Principalmente sul futuro della discarica e del V lotto, nonché sul rischio che sui primi tre lotti possano essere stipati altri rifiuti.
E tanti anche gli interrogativi a cui fa grande fatica a trovare risposta.
Perché – si chiede il Comitato - questa cortina di silenzio? Perché costringere gli uffici comunali a impegnativi studi di fattibilità e di progettazione per richiedere finanziamenti per poi dichiarare di non essere in grado di utilizzarli? Cosa si nasconde dietro questi balletti? Perché tanti mesi perduti dal Comune senza far nulla? Perché far passare la revoca del finanziamento come una vittoria per tutta la comunità? Perché continuare a mentire spudoratamente (anche in televisione) di godere ancora di un finanziamento non più disponibile? Quei soldi revocati non sono più disponibili nel bilancio del Comune di Giovinazzo e saranno altri, lontano da Giovinazzo, a maneggiarli e deciderne la destinazione, seppure per interventi sulla discarica.
La speranza, e la pretesa come Comitato di cittadini, è che un prossimo Consiglio comunale possa fare chiarezza su questi interrogativi.
La chiusura è affidata al fiducioso auspicio che i tanto attesi risultati ufficiali dell'ARPA non facciano emergere problemi seri sulle matrici ambientali. Evento auspicabile che – sottolinea il Comitato – non deve comunque far abbassare la guardia su un problema che resta sempre dietro l'angolo. Da questo l'invito, rivolto all'amministrazione, a pretendere da ARPA attività di controllo sistematiche per monitorare costantemente i pozzi spia ed il corpo discarica fino a completa conclusione dell'attività di messa in sicurezza».
«Non ci sta il Comitato 17 novembre a rimanere impassibile di fronte alle continue esternazioni del Sindaco (l'ultima, cronologicamente, su Striscia la Notizia) tese a banalizzare l'emergenza sanitaria ed ambientale della discarica di San Pietro Pago e rassicurare sulla non pericolosità del percolato fuoriuscito dalla stessa. E così, dopo la manifestazione per le strade cittadine del 17 novembre e le comunicazioni in piazza del 24 novembre, il Comitato torna a richiamare l'attenzione su quel problema.
Lo fa attraverso un video su Facebook postato dal suo portavoce Marco Lasorsa.
Intanto per precisare che quel percolato non è affatto innocuo (semplice "acqua sporca"), anche se classificato come rifiuto speciale "non pericoloso" da un laboratorio privato. Una classificazione – viene precisato – che serve solo a stabilire la destinazione finale del rifiuto ed il costo per il suo smaltimento e non certo perché metalli pesanti e sostanze pericolose lì contenuti, seppur inferiori ad una determinata soglia, non costituiscano un pericolo per l'ambiente. Diversamente - si fa notare ironicamente - non si spiegherebbe perché spendere centinaia di migliaia di euro per aspirare una sostanza innocua.
Piuttosto – prosegue il Comitato – sarebbe stata sancita invece la revoca del finanziamento di 4,5 milioni di euro attraverso la Delibera di Giunta regionale n. 2466, necessario a predisporre le procedure di gara per la progettazione e successiva esecuzione degli interventi di Messa in Sicurezza di Emergenza della discarica.
Revoca obbligata da parte della Regione Puglia conseguente alla totale inerzia di mesi dell'Amministrazione comunale, nonostante "la grave situazione di rischio sanitario ed ambientale" denunciata dalla Procura di Bari e l'invito ad adottare "con massima urgenza ogni misura ritenuta utile a tutela della pubblica e privata incolumità". Inerzia ed incapacità ammessa dalla stessa Giunta comunale nella Delibera del 16 ottobre scorso, di cui la Regione ha preso atto.
Si è concretizzato così un atto di esautorazione dell'Ufficio tecnico da parte della Giunta comunale – prosegue Lasorsa - apparentemente paradossale dato che lo stesso Ufficio aveva curato tutto il progetto di fattibilità preliminare. Oltre a ritardare ulteriormente le attività di messa in sicurezza del sito, questa decisione appare ancor più incomprensibile se si considera che il compito trasferito ad AGER non è quello di progettare l'intervento, bensì semplicemente di indire la gara per la progettazione e l'appalto dei lavori di messa in sicurezza, garantendone poi l'esecutività.
Il fatto più grave - è l'amara constatazione del Comitato – è che dopo aver lottato per anni per acquisire come Comune il controllo diretto sulla discarica, questa Amministrazione abbia di fatto riconsegnato in mano a terzi la sua gestione, ben consapevole del fatto che, in momenti di crisi, quella discarica rischia di diventare la pattumiera della Puglia, come già accaduto nel passato.
Molte le preoccupazioni richiamate dal Comitato. Principalmente sul futuro della discarica e del V lotto, nonché sul rischio che sui primi tre lotti possano essere stipati altri rifiuti.
E tanti anche gli interrogativi a cui fa grande fatica a trovare risposta.
Perché – si chiede il Comitato - questa cortina di silenzio? Perché costringere gli uffici comunali a impegnativi studi di fattibilità e di progettazione per richiedere finanziamenti per poi dichiarare di non essere in grado di utilizzarli? Cosa si nasconde dietro questi balletti? Perché tanti mesi perduti dal Comune senza far nulla? Perché far passare la revoca del finanziamento come una vittoria per tutta la comunità? Perché continuare a mentire spudoratamente (anche in televisione) di godere ancora di un finanziamento non più disponibile? Quei soldi revocati non sono più disponibili nel bilancio del Comune di Giovinazzo e saranno altri, lontano da Giovinazzo, a maneggiarli e deciderne la destinazione, seppure per interventi sulla discarica.
La speranza, e la pretesa come Comitato di cittadini, è che un prossimo Consiglio comunale possa fare chiarezza su questi interrogativi.
La chiusura è affidata al fiducioso auspicio che i tanto attesi risultati ufficiali dell'ARPA non facciano emergere problemi seri sulle matrici ambientali. Evento auspicabile che – sottolinea il Comitato – non deve comunque far abbassare la guardia su un problema che resta sempre dietro l'angolo. Da questo l'invito, rivolto all'amministrazione, a pretendere da ARPA attività di controllo sistematiche per monitorare costantemente i pozzi spia ed il corpo discarica fino a completa conclusione dell'attività di messa in sicurezza».