Discarica, PVA: «Chiederemo rescissione dei contratti con Daneco»
Ieri sera comizio di piazza per richiamare l'attenzione popolare sull'emergenza ambientale nel sito di San Pietro Pago
lunedì 23 ottobre 2017
00.52
«Non ci sono bandiere alle nostre spalle. Non sono state volutamente esposte perché noi vogliamo dire che non è una battaglia di una parte politica armata l'una contro l'altra. Noi ci spogliamo in questa piazza della simbologia e dell'appartenenza ad una parte per tutelare la salute dei giovinazzesi. Però deve essere chiara una cosa: noi non ci fidiamo più di nessuno. Dagli atti si ha la sensazione terribile di rimbalzare e di andare a sbattere contro un muro di gomma. Inestricabile muro di gomma che nessuna forza politica può abbattere da sola, ma può farlo solo una mobilitazione popolare».
Così Daniele de Gennaro ha spiegato ieri sera il perché del richiamo ad una decisa presa di coscienza collettiva da parte di PrimaVera Alternativa sull'emergenza ambientale nella discarica di San Pietro Pago. Così come accadde nel 2014, c'è bisogno di un'azione il più possibile condivisa dalla cittadinanza, dall'associazionismo e dalla politica locale.
Un'emergenza ambientale in cui, però, vi sarebbero responsabilità dell'Amministrazione comunale, che non avrebbe vigilato sull'azione della Daneco Impianti, ieri gestore del sito ed oggi in fase di fallimento. «Daneco aveva istanze di fallimento per 20 milioni di euro - ha ricordato il Consigliere comunale -, ma non c'era quella del Comune di Giovinazzo. Per quest'anno non è in grado di garantire le retribuzioni. Non ha più liquidità. Chi doveva leggere i bilanci, chi doveva vigilare sulla sua posizione?», si è chiesto.
Una situazione grave quella della discarica giovinazzese, dunque, ma, ad oggi, «nessuno ha trasferito la patata bollente alla Regione», secondo lo stesso de Gennaro, lasciando che a San Pietro Pago il percolato creasse pozze enormi e che i biogas fuoriuscissero.
«Daneco ha ancora in essere tutti i contratti con il Comune di Giovinazzo - ha spiegato l'avvocato -. Ed è per questo che oggi il cittadino deve sostituirsi alla Pubblica Amministrazione, chiedendo la rescissione di quei contratti. È intollerabile - ha chiosato de Gennaro - che chi ha creato l'emergenza possa trarre beneficio ancora dalla discarica. La città è in lotta».
Ed a proposito dell'azienda che ha gestito San Pietro Pago, prima di Daniele de Gennaro era stato Alessandro Depalo, supportato da alcuni documenti video del comitato che ha lottato per la situazione nella discarica di Ghemme, nel novarese, a sottolineare la presunta continuità, «riscontrabile da una semplice visura camerale», tra la stessa Daneco e la Greenup, la società chiamata al termine dell'estate a captare biogas e ad eliminare le sterpaglie a rischio incendio all'interno del sito. Qualcosa di identico a quanto successo in Piemonte e nella discarica di Andria.
Entrambe sarebbero legate, secondo quanto detto dall'esponente di PVA, con la Waste Italia s.p.a., una società che si è sempre occupata di rifiuti speciali. Per Depalo saremmo quindi di fronte ad una «good company» che corre in soccorso di una «bad company», ed entrambe farebbero parte del medesimo gruppo. E questo, secondo PrimaVera Alternativa, significa solo «far rientrare dalla finestra la stessa Daneco».
Nel corso della serata sono stati anche forniti i dati dell'Associazione Internazionale Medici per l'Ambiente (preoccupanti quelli relativi ai tumori a polmoni e vescica crescenti anche nelle località viciniore a quelle che ospitano una discarica), proiettati documenti filmati e testimonianze di Legambiente, relativi alla discarica chiusa a Conversano, ed è stato proiettato il videomessaggio di Mario Dabbicco, referente regionale di Libera, che ha avvertito i presenti sulla necessità di tenere sempre alta la guardia sulla possibile infiltrazione della mafia nel ciclo della gestione dei rifiuti.
Per questo non bastano, come ha ricordato in apertura Michele Aniello, i richiami all'Amministrazione giunti dalla Procura della Repubblica e dalla stessa Prefettura, dove gli amministratori si sono recati la scorsa settimana, su una situazione definita a più riprese «una vera e propria emergenza ambientale». Non bastano perché è dall'azione del popolo, della gente che si indigna, che Giovinazzo ha bisogno.
PVA non si fida più delle istituzioni, quindi, ma chiama a raccolta la gente per fare pressioni su queste ultime. Ed è pronta un'azione popolare affinché ogni rapporto contrattuale tra il Comune e Daneco cessi il più presto possibile, eliminando ogni possibile dubbio sulla reale volontà di risolvere questa vicenda.
Il «muro di gomma» non può più far rimbalzare le domande legittime dei cittadini. Per PVA è tempo di risposte ineludibili.
Così Daniele de Gennaro ha spiegato ieri sera il perché del richiamo ad una decisa presa di coscienza collettiva da parte di PrimaVera Alternativa sull'emergenza ambientale nella discarica di San Pietro Pago. Così come accadde nel 2014, c'è bisogno di un'azione il più possibile condivisa dalla cittadinanza, dall'associazionismo e dalla politica locale.
Un'emergenza ambientale in cui, però, vi sarebbero responsabilità dell'Amministrazione comunale, che non avrebbe vigilato sull'azione della Daneco Impianti, ieri gestore del sito ed oggi in fase di fallimento. «Daneco aveva istanze di fallimento per 20 milioni di euro - ha ricordato il Consigliere comunale -, ma non c'era quella del Comune di Giovinazzo. Per quest'anno non è in grado di garantire le retribuzioni. Non ha più liquidità. Chi doveva leggere i bilanci, chi doveva vigilare sulla sua posizione?», si è chiesto.
Una situazione grave quella della discarica giovinazzese, dunque, ma, ad oggi, «nessuno ha trasferito la patata bollente alla Regione», secondo lo stesso de Gennaro, lasciando che a San Pietro Pago il percolato creasse pozze enormi e che i biogas fuoriuscissero.
«Daneco ha ancora in essere tutti i contratti con il Comune di Giovinazzo - ha spiegato l'avvocato -. Ed è per questo che oggi il cittadino deve sostituirsi alla Pubblica Amministrazione, chiedendo la rescissione di quei contratti. È intollerabile - ha chiosato de Gennaro - che chi ha creato l'emergenza possa trarre beneficio ancora dalla discarica. La città è in lotta».
Ed a proposito dell'azienda che ha gestito San Pietro Pago, prima di Daniele de Gennaro era stato Alessandro Depalo, supportato da alcuni documenti video del comitato che ha lottato per la situazione nella discarica di Ghemme, nel novarese, a sottolineare la presunta continuità, «riscontrabile da una semplice visura camerale», tra la stessa Daneco e la Greenup, la società chiamata al termine dell'estate a captare biogas e ad eliminare le sterpaglie a rischio incendio all'interno del sito. Qualcosa di identico a quanto successo in Piemonte e nella discarica di Andria.
Entrambe sarebbero legate, secondo quanto detto dall'esponente di PVA, con la Waste Italia s.p.a., una società che si è sempre occupata di rifiuti speciali. Per Depalo saremmo quindi di fronte ad una «good company» che corre in soccorso di una «bad company», ed entrambe farebbero parte del medesimo gruppo. E questo, secondo PrimaVera Alternativa, significa solo «far rientrare dalla finestra la stessa Daneco».
Nel corso della serata sono stati anche forniti i dati dell'Associazione Internazionale Medici per l'Ambiente (preoccupanti quelli relativi ai tumori a polmoni e vescica crescenti anche nelle località viciniore a quelle che ospitano una discarica), proiettati documenti filmati e testimonianze di Legambiente, relativi alla discarica chiusa a Conversano, ed è stato proiettato il videomessaggio di Mario Dabbicco, referente regionale di Libera, che ha avvertito i presenti sulla necessità di tenere sempre alta la guardia sulla possibile infiltrazione della mafia nel ciclo della gestione dei rifiuti.
Per questo non bastano, come ha ricordato in apertura Michele Aniello, i richiami all'Amministrazione giunti dalla Procura della Repubblica e dalla stessa Prefettura, dove gli amministratori si sono recati la scorsa settimana, su una situazione definita a più riprese «una vera e propria emergenza ambientale». Non bastano perché è dall'azione del popolo, della gente che si indigna, che Giovinazzo ha bisogno.
PVA non si fida più delle istituzioni, quindi, ma chiama a raccolta la gente per fare pressioni su queste ultime. Ed è pronta un'azione popolare affinché ogni rapporto contrattuale tra il Comune e Daneco cessi il più presto possibile, eliminando ogni possibile dubbio sulla reale volontà di risolvere questa vicenda.
Il «muro di gomma» non può più far rimbalzare le domande legittime dei cittadini. Per PVA è tempo di risposte ineludibili.