Deriva del Tornado a Levante, per l'Osservatorio è «esaltazione delle armi»
Una nota spiega la posizione citando don Tonino Bello
domenica 7 maggio 2017
2.56
Non è andato giù il posizionamento della deriva di un Tornado a Levante, per ricordare il gesto eroico con cui il Gen. Franco Vestito evitò al suo velivolo in avaria di finire su un centro abitato. Dopo l'Azione Cattolica diocesana interviene anche l'Osservatorio per la Legalità e per la difesa del Bene Comune che scrive:
«Potere dei segni - scrivono -. Quando, nel 1988, sette Vescovi augurarono alla Puglia di essere nel Mediterraneo "arca di pace e non arco di guerra" non sapevano che a breve il destino della Puglia, già arsenale militare e base missilistica, sarebbe stato accogliere quelli che fuggivano dall'Albania e poi dall'Est e dal Sud del Mondo per fame o guerre.
Quando il nostro compianto Vescovo della Pace (Monsignor Tonino Bello, ndr), invitato a inaugurare a Molfetta una piccola nave della Marina, volse la sua benedizione alla banda della Marina "armata di strumenti musicali" e non alla nave con mitraglietta, scelse uno scomodo gesto, significativo però per la Pace.
Quando il Vescovo della Pace - continuano - benedisse a Giovinazzo il monumento ai Caduti sul Mare certo pensava anche a suo fratello Vittorio, morto nell'affondamento della corazzata Roma nel 1943 e il simbolo dell'ancora indicava il toccar terra e il ritorno a casa di tanti uomini persi nel mare.
Oggi il segno che offriamo alla città di Giovinazzo su un vecchio bastione di difesa, insieme alle bandiere della Pace, è l'augurio di allora dei vescovi: "Puglia Arca di Pace" che non è conciliabile con l'esaltazione delle armi».
«Potere dei segni - scrivono -. Quando, nel 1988, sette Vescovi augurarono alla Puglia di essere nel Mediterraneo "arca di pace e non arco di guerra" non sapevano che a breve il destino della Puglia, già arsenale militare e base missilistica, sarebbe stato accogliere quelli che fuggivano dall'Albania e poi dall'Est e dal Sud del Mondo per fame o guerre.
Quando il nostro compianto Vescovo della Pace (Monsignor Tonino Bello, ndr), invitato a inaugurare a Molfetta una piccola nave della Marina, volse la sua benedizione alla banda della Marina "armata di strumenti musicali" e non alla nave con mitraglietta, scelse uno scomodo gesto, significativo però per la Pace.
Quando il Vescovo della Pace - continuano - benedisse a Giovinazzo il monumento ai Caduti sul Mare certo pensava anche a suo fratello Vittorio, morto nell'affondamento della corazzata Roma nel 1943 e il simbolo dell'ancora indicava il toccar terra e il ritorno a casa di tanti uomini persi nel mare.
Oggi il segno che offriamo alla città di Giovinazzo su un vecchio bastione di difesa, insieme alle bandiere della Pace, è l'augurio di allora dei vescovi: "Puglia Arca di Pace" che non è conciliabile con l'esaltazione delle armi».