Depalma ringrazia e rilancia
Sul palco della piazza anche Sollecito che incalza gli avversari: «Rivoluzione gentile ossimoro della retorica»
mercoledì 14 giugno 2017
05.30
Non solo i risultati ottenuti ma anche la voglia di rilanciare e far comprendere come si intende agire in queste due settimane che ci separano dal ballottaggio del 25 giugno prossimo.
Tommaso Depalma è salito ieri sera sul palco di piazza Vittorio Emanuele II per ringraziare i suoi elettori per il 44% delle preferenze ottenute al primo turno e per cercare di spronarli a ripetere quel voto.
«Quest'anno - ha detto Depalma - partiamo davanti, rispetto a quanto accaduto nel 2012, e voi avete certificato il lavoro fatto da questa Amministrazione. La gente vuole bene a me e ai miei collaboratori. Noi restiamo oggi più di ieri una squadra granitica».
Il Sindaco uscente ha ricordato i fatti inseriti nel programma, quello che a suo avviso gli avversari non hanno mai fatto durante una campagna che avrebbe avuto, a suo dire, un unico obiettivo: «Abbattere Depalma».
Così non sono mancate le stoccate ad Antonello Natalicchio, reo di aver condotto «una campagna piena di insulti ma senza contenuti, con la bava alla bocca» e ad Antonio Galizia, che avrebbe «tradito i giovani che si sono candidati con lui» perché non aveva in mente di cambiare la città in meglio per il loro futuro, ma solo di «manovrarli» per rancori personali.
Quanto a Daniele de Gennaro, Depalma sostiene che la sua "rivoluzione gentile" sia «vuota» e che lui sia in realtà portatore di interessi altrui. «Lui - ha detto Depalma - è il parafulmine della metodologia dell'Osservatorio che predicava legalità e che si sedeva ai tavoli con i condannati per lottizzazione abusiva». Poi la mano tesa all'avversario, chiamato, poiché si è in campagna elettorale, ad inaugurare insieme sabato la ciclovia per Santo Spirito.
Un passaggio interessante, Depalma lo ha proposta raccontando dal palco le sue strategie nell'eventuale assegnazione delle poltrone da Assessore: «Noi non abbiamo nessuna fretta sulle nomine degli Assessori: ogni lista che dovesse avere rappresentanza in Consiglio - è stato l'accordo trovato prima della campagna elettorale - avrà diritto di rappresentanza all'interno della Giunta.
La scelta spetterà poi unicamente a me - ha sottolineato Depalma con chiarezza -, sulla base di una rosa di nomi proposta dalla lista e sceglierò chi è in sintonia con il mio modo di vedere la città. Sugli Assessori, d'altronde, - ha evidenziato - mi sono sempre preso le mie responsabilità. Sono un capitano e devo stare davanti a tutti, coprendo tutti».
Poi l'atteso appello a quei cittadini che non si sentono rappresentati: «Appartenete alla città e non ad un partito - ha detto - . Dobbiamo andare avanti, dare continuità e sono disposto ad ascoltarvi, soprattutto i più giovani, i quali devono avere a cuore il proprio futuro».
Depalma ha anche fatto riferimento alle opere realizzate (ciclovia che inaugura sabato, biblioteca e Cittadella della Cultura, lungomari, solo per citarne alcune) e su quanto già messo in cantiere per il prossimo quinquennio. Buona parte di quelle opere sarebbero già finanziate.
Poi un nuovo cenno ai suoi, alla sua squadra, definita una seconda famiglia: «Tutti i nostri candidati restano a disposizione della città. Dei nostri voti e dei nostri volti io sono orgoglioso, come sono orgoglioso dei voti puliti di Michele Sollecito, che non ha nulla da offrire in cambio se non la sua competenza».
Un Sollecito che nel suo intervento precedente ha ripreso i versi danteschi, citando quel "tornammo a riveder le stelle" che era stato anche lo slogan dell'avventura del 2012 di Città del Sole. Lui, maggior suffragato, si è detto orgoglioso «di essere stato da questa parte» ed ha condannato il manicheismo con cui la truppa di de Gennaro darebbe patenti a questo o a quello.
Il riferimento è all'idea secondo cui ed il «mondo si dividerebbe in buoni e cattivi». Quella cultura, ha denunciato, «è finita perché 5.500 persone hanno dato fiducia ad un Sindaco che è stato tacciato di comportamenti illegali insieme a tutta la sua Giunta e su cui non c'è stato un solo procedimento giudiziario».
Quanto poi all'idea, paventata da alcuni ambienti, secondo cui «la cultura sarebbe di sinistra», Sollecito ha replicato con altrettanta veemenza: «la cultura è identità, non è di una parte politica, ed io rivendico la nostra identità di giovinazzesi».
Infine due passaggi: uno sull'Osservatorio per la Legalità, che avrebbe accusato Sollecito «di far parte di una coalizione che viveva nell'illegalità. Una dittatura della minoranza della città, che ha deciso - ha spiegato - chi potesse avere l'etichetta di legalità senza prove. Noi non abbiamo in corso alcun procedimento, mai avuto», è stata la sua chiosa.
E se gli si parla di "rivoluzione gentile" portata avanti dai degennariani, definita «ossimoro della retorica», Sollecito replica con la «forza tranquilla, quella di chi si batte ogni giorno contro il pregiudizio».
E poi, richiamando Albert Camus, da cui il concetto di rivoluzione gentile deriverebbe, attacca: «Lui era il principe del nichilismo. E proprio il nichilismo con il marxismo hanno ghigliottinato Dio. Ed io non penso siano questi i riferimenti di questa città - ha concluso -, che invece noi rappresentiamo perché rappresentiamo il blocco moderato».
Tommaso Depalma è salito ieri sera sul palco di piazza Vittorio Emanuele II per ringraziare i suoi elettori per il 44% delle preferenze ottenute al primo turno e per cercare di spronarli a ripetere quel voto.
«Quest'anno - ha detto Depalma - partiamo davanti, rispetto a quanto accaduto nel 2012, e voi avete certificato il lavoro fatto da questa Amministrazione. La gente vuole bene a me e ai miei collaboratori. Noi restiamo oggi più di ieri una squadra granitica».
Il Sindaco uscente ha ricordato i fatti inseriti nel programma, quello che a suo avviso gli avversari non hanno mai fatto durante una campagna che avrebbe avuto, a suo dire, un unico obiettivo: «Abbattere Depalma».
Così non sono mancate le stoccate ad Antonello Natalicchio, reo di aver condotto «una campagna piena di insulti ma senza contenuti, con la bava alla bocca» e ad Antonio Galizia, che avrebbe «tradito i giovani che si sono candidati con lui» perché non aveva in mente di cambiare la città in meglio per il loro futuro, ma solo di «manovrarli» per rancori personali.
Quanto a Daniele de Gennaro, Depalma sostiene che la sua "rivoluzione gentile" sia «vuota» e che lui sia in realtà portatore di interessi altrui. «Lui - ha detto Depalma - è il parafulmine della metodologia dell'Osservatorio che predicava legalità e che si sedeva ai tavoli con i condannati per lottizzazione abusiva». Poi la mano tesa all'avversario, chiamato, poiché si è in campagna elettorale, ad inaugurare insieme sabato la ciclovia per Santo Spirito.
Un passaggio interessante, Depalma lo ha proposta raccontando dal palco le sue strategie nell'eventuale assegnazione delle poltrone da Assessore: «Noi non abbiamo nessuna fretta sulle nomine degli Assessori: ogni lista che dovesse avere rappresentanza in Consiglio - è stato l'accordo trovato prima della campagna elettorale - avrà diritto di rappresentanza all'interno della Giunta.
La scelta spetterà poi unicamente a me - ha sottolineato Depalma con chiarezza -, sulla base di una rosa di nomi proposta dalla lista e sceglierò chi è in sintonia con il mio modo di vedere la città. Sugli Assessori, d'altronde, - ha evidenziato - mi sono sempre preso le mie responsabilità. Sono un capitano e devo stare davanti a tutti, coprendo tutti».
Poi l'atteso appello a quei cittadini che non si sentono rappresentati: «Appartenete alla città e non ad un partito - ha detto - . Dobbiamo andare avanti, dare continuità e sono disposto ad ascoltarvi, soprattutto i più giovani, i quali devono avere a cuore il proprio futuro».
Depalma ha anche fatto riferimento alle opere realizzate (ciclovia che inaugura sabato, biblioteca e Cittadella della Cultura, lungomari, solo per citarne alcune) e su quanto già messo in cantiere per il prossimo quinquennio. Buona parte di quelle opere sarebbero già finanziate.
Poi un nuovo cenno ai suoi, alla sua squadra, definita una seconda famiglia: «Tutti i nostri candidati restano a disposizione della città. Dei nostri voti e dei nostri volti io sono orgoglioso, come sono orgoglioso dei voti puliti di Michele Sollecito, che non ha nulla da offrire in cambio se non la sua competenza».
Un Sollecito che nel suo intervento precedente ha ripreso i versi danteschi, citando quel "tornammo a riveder le stelle" che era stato anche lo slogan dell'avventura del 2012 di Città del Sole. Lui, maggior suffragato, si è detto orgoglioso «di essere stato da questa parte» ed ha condannato il manicheismo con cui la truppa di de Gennaro darebbe patenti a questo o a quello.
Il riferimento è all'idea secondo cui ed il «mondo si dividerebbe in buoni e cattivi». Quella cultura, ha denunciato, «è finita perché 5.500 persone hanno dato fiducia ad un Sindaco che è stato tacciato di comportamenti illegali insieme a tutta la sua Giunta e su cui non c'è stato un solo procedimento giudiziario».
Quanto poi all'idea, paventata da alcuni ambienti, secondo cui «la cultura sarebbe di sinistra», Sollecito ha replicato con altrettanta veemenza: «la cultura è identità, non è di una parte politica, ed io rivendico la nostra identità di giovinazzesi».
Infine due passaggi: uno sull'Osservatorio per la Legalità, che avrebbe accusato Sollecito «di far parte di una coalizione che viveva nell'illegalità. Una dittatura della minoranza della città, che ha deciso - ha spiegato - chi potesse avere l'etichetta di legalità senza prove. Noi non abbiamo in corso alcun procedimento, mai avuto», è stata la sua chiosa.
E se gli si parla di "rivoluzione gentile" portata avanti dai degennariani, definita «ossimoro della retorica», Sollecito replica con la «forza tranquilla, quella di chi si batte ogni giorno contro il pregiudizio».
E poi, richiamando Albert Camus, da cui il concetto di rivoluzione gentile deriverebbe, attacca: «Lui era il principe del nichilismo. E proprio il nichilismo con il marxismo hanno ghigliottinato Dio. Ed io non penso siano questi i riferimenti di questa città - ha concluso -, che invece noi rappresentiamo perché rappresentiamo il blocco moderato».