De Gennaro in piazza: «Alternativi al gattopardismo»
Slide ed articoli per smascherare i "dinosauri" degli altri schieramenti ed attacco su Daneco ed alloggi popolari
lunedì 29 maggio 2017
0.42
È tornato a parlare in piazza Daniele de Gennaro, il candidato Sindaco di PrimaVera Alternativa, Sinistra Italiana, Abbracciamo la Città, Per de Gennaro Sindaco e Meet Up Giovinazzo.
Ieri sera, il suo comizio è stato anticipato dalla proiezione di alcune slide contenenti anche nostri articoli. Slide fatte vedere agli elettori per testimoniare la presenza dei cosiddetti "dinosauri" in due delle tre coalizioni sue antagoniste. Il trasformismo che de Gennaro ha cercato, a suo dire, di tenere lontano dalla sua compagine, evitando inciuci e mantenendo la rotta intrapresa sin da ottobre scorso.
«Siamo alternativi - ha ribadito -, sì alternativi al gattopardismo, al cambiare tutto per non cambiare nulla. Ma lo siamo perché siamo normali, siamo sempre gli stessi di dieci mesi fa. Altri hanno improvvisato liste nelle ultime settimane. Oggi compaiono i faccioni di candidati in ogni porta e finestra - ha proseguito de Gennaro -. Noi non lo facciamo, perché riteniamo sia un'offesa credere che un nostro concittadino voti in base al faccione.
Ecco - ha continuato -, noi siamo alternativi a tutto questo. Abbiamo dialogato con quasi tutti, ma poi non abbiamo mai accettato perché non li capivamo, non capivamo il modo di ragionare di queste persone, che parlano di Segreterie mentre noi parliamo di programmi».
Ed a proposito di programmi, de Gennaro è tornato a toccare alcuni argomenti "caldi" della campagna elettorale. In primis quello relativo al procedimento in corso per la zona artigianale D1.1 definito « il problema economico centrale per la città, una vicenda che ha mortificato l'intera economia artigianale». Depalma, secondo de Gennaro, ha più volte affermato di non voler spendere un euro per chi ha sbagliato: «ebbene - ha detto dal palco il candidato Sindaco - è una colossale bugia, visto che hanno già speso 29.000 euro per spese giudiziarie. La verità - ha affermato sicuro - è che hanno paura di decidere perché non sanno che fare e non danno risposte».
Poi il passaggio sulla firma tra Comune ed Arca Puglia Centrale per gli alloggi popolari: «Non vi è nessun parere di un dirigente di ragioneria o dell'ufficio tecnico - ha ammonito de Gennaro -: si tratta di un bluff, di un bugia, è il caso di dirlo, grande contro una casa. Si gioca sulla pelle di chi ha una necessità e su quella dei residenti che hanno protestato, fatti passare per razzisti ma che hanno compreso che tutto questo non si poteva fare».
Dopo de Gennaro ha toccato il tema Daneco e gestione discarica. Daneco sarebbe ampiamente inadempiente nei confronti del Comune, ma l'avvocato ha sottolineato una vicenda bizzarra: «Depalma è sfortunato - ha ironizzato -: prima firma un'ordinanza sindacale di sopralzo, poi, quando Daneco ha la pretesa di chiedere risarcimento danni per 5 milioni e 200 mila euro si dimentica di nominare un arbitro. E quando Presidente del Tribunale nomina d'ufficio un arbitro, il Comune lo sconfessa e ne nomina uno suo. Intanto il Comune si difende - ha concluso - con un legale nominato e di cui non sa nulla. Il costo per questa cosa è di 86.000 euro al professionista».
Chiusura relativa al vita, agli spazi di aggregazione giovanile: «Venti anni fa - ha detto de Gennaro - i centri storici di Molfetta e Bitonto erano la casa dello spaccio di droga. Ora sono luoghi della movida mentre Giovinazzo insegue». Il borgo antico giovinazzese, dunque, avrebbe bisogno del suo Patto per nascere a nuova vita e trovare lo slancio che altre città vecchie hanno già conquistato.
Ieri sera, il suo comizio è stato anticipato dalla proiezione di alcune slide contenenti anche nostri articoli. Slide fatte vedere agli elettori per testimoniare la presenza dei cosiddetti "dinosauri" in due delle tre coalizioni sue antagoniste. Il trasformismo che de Gennaro ha cercato, a suo dire, di tenere lontano dalla sua compagine, evitando inciuci e mantenendo la rotta intrapresa sin da ottobre scorso.
«Siamo alternativi - ha ribadito -, sì alternativi al gattopardismo, al cambiare tutto per non cambiare nulla. Ma lo siamo perché siamo normali, siamo sempre gli stessi di dieci mesi fa. Altri hanno improvvisato liste nelle ultime settimane. Oggi compaiono i faccioni di candidati in ogni porta e finestra - ha proseguito de Gennaro -. Noi non lo facciamo, perché riteniamo sia un'offesa credere che un nostro concittadino voti in base al faccione.
Ecco - ha continuato -, noi siamo alternativi a tutto questo. Abbiamo dialogato con quasi tutti, ma poi non abbiamo mai accettato perché non li capivamo, non capivamo il modo di ragionare di queste persone, che parlano di Segreterie mentre noi parliamo di programmi».
Ed a proposito di programmi, de Gennaro è tornato a toccare alcuni argomenti "caldi" della campagna elettorale. In primis quello relativo al procedimento in corso per la zona artigianale D1.1 definito « il problema economico centrale per la città, una vicenda che ha mortificato l'intera economia artigianale». Depalma, secondo de Gennaro, ha più volte affermato di non voler spendere un euro per chi ha sbagliato: «ebbene - ha detto dal palco il candidato Sindaco - è una colossale bugia, visto che hanno già speso 29.000 euro per spese giudiziarie. La verità - ha affermato sicuro - è che hanno paura di decidere perché non sanno che fare e non danno risposte».
Poi il passaggio sulla firma tra Comune ed Arca Puglia Centrale per gli alloggi popolari: «Non vi è nessun parere di un dirigente di ragioneria o dell'ufficio tecnico - ha ammonito de Gennaro -: si tratta di un bluff, di un bugia, è il caso di dirlo, grande contro una casa. Si gioca sulla pelle di chi ha una necessità e su quella dei residenti che hanno protestato, fatti passare per razzisti ma che hanno compreso che tutto questo non si poteva fare».
Dopo de Gennaro ha toccato il tema Daneco e gestione discarica. Daneco sarebbe ampiamente inadempiente nei confronti del Comune, ma l'avvocato ha sottolineato una vicenda bizzarra: «Depalma è sfortunato - ha ironizzato -: prima firma un'ordinanza sindacale di sopralzo, poi, quando Daneco ha la pretesa di chiedere risarcimento danni per 5 milioni e 200 mila euro si dimentica di nominare un arbitro. E quando Presidente del Tribunale nomina d'ufficio un arbitro, il Comune lo sconfessa e ne nomina uno suo. Intanto il Comune si difende - ha concluso - con un legale nominato e di cui non sa nulla. Il costo per questa cosa è di 86.000 euro al professionista».
Chiusura relativa al vita, agli spazi di aggregazione giovanile: «Venti anni fa - ha detto de Gennaro - i centri storici di Molfetta e Bitonto erano la casa dello spaccio di droga. Ora sono luoghi della movida mentre Giovinazzo insegue». Il borgo antico giovinazzese, dunque, avrebbe bisogno del suo Patto per nascere a nuova vita e trovare lo slancio che altre città vecchie hanno già conquistato.