Il barese per tutti di Davide Ceddia
Successo di pubblico per il live show del cantautore-cabarettista al Vecchio Caffè Amoia
sabato 21 febbraio 2015
12.59
Avete mai pensato che un buon piatto di patate riso e cozze potrebbe aver causato la morte o la sottomissione di tanti indigeni delle Americhe ai tempi della colonizzazione del Nuovo Continente? E vi siete mai soffermati a pensare quanto sintetico possa essere il dialetto barese e quante sfumature abbia?
Se non lo avete fatto, allora vuol dire che non avete visto il live show di Davide Ceddia, accompagnato in musica da Roberto Baratto, rispettivamente vocalist e tastierista dei Camillorè. Ieri sera successo pieno e pieno di pubblico per il cantautore e cabarettista (non si offenderà!) barese, presso il Teatro Vecchio Caffè Amoia. La fortunata rassegna del venerdì, organizzata dal Collettivo Polartis e dai "Senza Piume", ha ancora dato spazio al talento di un figlio della nostra terra. Davide Ceddia è musicista, attore, cantautore e uomo-social, con i suoi divertenti video che ne stanno facendo una star comica di internet.
Il live show di ieri sera è stato un mix di poesia e canzoni dialettali, di allegria e riflessione agro-dolce, ma anche di monologhi e di interazione con un pubblico folto e divertito. L'algebra che diviene sintesi di una bestemmia, la saggezza popolare di una nonna arguta e che non le mandava a dire, un brutto sogno che è metafora di vita e la storia che si ritrova tutta racchiusa nel modo di dire dialettale di un padre. Lo spettacolo di Davide Ceddia è questo e tanto altro ed ha il merito di valorizzare una vera e propria lingua come il barese.
Una lingua violentata nella sua bellezza, però, da quei "cicciocappucce", come li definisce l'artista, i quali pensano che la rabbiosa volgarità dei loro gesti e del loro modo di vivere possa imporsi sulla bellezze di un dialetto pieno di parole armoniose, che ricalcano la storia di una città. Non è così. E Ceddia lo ricorda nel suo personalissimo show, raccontando anche con la musica che quella violenza non può offuscare tutto il bello che c'è nel nostro capoluogo, tra i suoi vicoli e la sua gente.
Merito agli organizzatori per aver, ancora una volta, regalato a Giovinazzo un momento di aggregazione culturale autentica. Sta diventando una buona, sanissima abitudine di cui non ci stancheremo.
Se non lo avete fatto, allora vuol dire che non avete visto il live show di Davide Ceddia, accompagnato in musica da Roberto Baratto, rispettivamente vocalist e tastierista dei Camillorè. Ieri sera successo pieno e pieno di pubblico per il cantautore e cabarettista (non si offenderà!) barese, presso il Teatro Vecchio Caffè Amoia. La fortunata rassegna del venerdì, organizzata dal Collettivo Polartis e dai "Senza Piume", ha ancora dato spazio al talento di un figlio della nostra terra. Davide Ceddia è musicista, attore, cantautore e uomo-social, con i suoi divertenti video che ne stanno facendo una star comica di internet.
Il live show di ieri sera è stato un mix di poesia e canzoni dialettali, di allegria e riflessione agro-dolce, ma anche di monologhi e di interazione con un pubblico folto e divertito. L'algebra che diviene sintesi di una bestemmia, la saggezza popolare di una nonna arguta e che non le mandava a dire, un brutto sogno che è metafora di vita e la storia che si ritrova tutta racchiusa nel modo di dire dialettale di un padre. Lo spettacolo di Davide Ceddia è questo e tanto altro ed ha il merito di valorizzare una vera e propria lingua come il barese.
Una lingua violentata nella sua bellezza, però, da quei "cicciocappucce", come li definisce l'artista, i quali pensano che la rabbiosa volgarità dei loro gesti e del loro modo di vivere possa imporsi sulla bellezze di un dialetto pieno di parole armoniose, che ricalcano la storia di una città. Non è così. E Ceddia lo ricorda nel suo personalissimo show, raccontando anche con la musica che quella violenza non può offuscare tutto il bello che c'è nel nostro capoluogo, tra i suoi vicoli e la sua gente.
Merito agli organizzatori per aver, ancora una volta, regalato a Giovinazzo un momento di aggregazione culturale autentica. Sta diventando una buona, sanissima abitudine di cui non ci stancheremo.