Daniele de Gennaro: «La buona politica è riunire anziché dividere»

Ieri sera comizio in Villa Comunale per il candidato Sindaco

sabato 3 giugno 2017 07.00
A cura di Gianluca Battista
«La rivoluzione gentile non è un ossimoro. La facciamo per fare una cosa mai fatta sinora: ascoltare le istanze delle varie zone della città e per promuovere le eccellenze».

Così Daniele de Gennaro ieri sera in Villa Comunale Palombella, durante un suo comizio in vista del voto dell'11 giugno. Il candidato Sindaco di PrimaVera Alternativa, Sinistra Italiana, Abbracciamo la Città, Per de Gennaro Sindaco e Meet Up Giovinazzo si è soffermato sui toni duri della politica di queste ultime ore ed ha lanciato una stoccata ai suoi avversari: «La buona politica è riunire anziché dividere e vogliamo percorrere un sentiero di pace con i nostri elettori».

Un sentiero che giunga dove possono essere costruite le opportunità che de Gennaro ed i suoi vogliono far tornare sul territorio giovinazzese. A partire dall'Istituto Vittorio Emanuele II, che l'avvocato sostiene essere stato riempito di contenuti sbagliati, lasciando fuori le eccellenze culturali locali.

Ed a proposito di opportunità, per de Gennaro non può crescere in nessun modo l'economia locale se si continua a non attirare investitori, perché in tanti scappano da Giovinazzo perché non vi si può fare impresa tranquillamente. «Hanno pensato di risolvere il problema del traffico - ha detto riferendosi all'Amministrazione Depalma - aumentando di un'ora il periodo di sosta a pagamento. La gente così scappa, come chi vuole fare impresa».

Riflesso di questa situazione, è la denuncia di Daniele de Gennaro, sarebbe rappresentato da quanto accade in località Cappella, dove abusivi gestiscono un parcheggio in cui entrano centinaia di auto ogni sera. «Nessuno è mai intervenuto e ad un certo punto la malavita ci metterà le mani sopra», è stato il monito.

«Il problema è sempre il solito: la criticità quando vengono abbandonate divengono emergenze sociali, come tristemente sappiamo per il porto. Un rettangolo con poche barche - ha detto de Gennaro - per cui è stato ammazzato un ragazzo in pieno centro. Questi - ha evidenziato riferendosi ai suoi avversari - non comprendono che si tratta di periferie dell'anima, pensano non siano cose concrete, pensano sia astrattismo».

Poi il passaggio su quello che lui ha ribattezzato (Im)Patto Generazionale, un'idea che intende promuovere le eccellenze under 40 e che sappia guardare ai 20enni, mettendoli al centro di un progetto politico credibile. Il Comune, in sostanza, farebbe da incubatore di buone idee imprenditoriali in vari settori, microfinanziando quelle migliori, qualcosa di simile a quanto accaduto con Bollenti Spiriti della Regione Puglia.

«I giovani diventano geniali quando sentono fiducia», ha sottolineato de Gennaro, rimarcando come la differenza tra la sua coalizione e quelle avversarie sta nel fatto che «i giovani non si sono sentiti presi in giro. Li abbiamo chiamati a decidere e loro, per la prima volta, erano nel luogo in cui si decide».

Successivamente c'è stato un altro riferimento alla sua "rivoluzione gentile": «La rivoluzione gentile è tutt'altro che borghese come qualcuno ha insinuato - ha ribadito con forza -. La rivoluzione gentile parte dal basso, dai più deboli. L'ossimoro sono loro (il PD) che non hanno capito nulla su quello che stava accadendo mesi fa, quando abbiamo chiuso le porte».

Poi l'appello finale: «Dite alle generazioni più avanti negli anni di non aver paura di essere rivoluzionari, di votare la rivoluzione gentile, perché questa è la rivoluzione buona, quella della competenza e della gentilezza».