D1.1, la nota di Forza Giovinazzo
Il gruppo consiliare del partito guidato da Gaetano Depalo punta il dito contro l'atteggiamento delle opposizioni
giovedì 23 luglio 2020
8.38
Pubblichiamo di seguito la nota del Gruppo Consiliare di Forza Giovinazzo sulla questione D1.1, amarissima vicenda su cui la nostra testata ha inteso sin da subito non esprimere giudizi, in attesa della conclusione dei procedimenti penali in corso, e dando ospitalità a movimenti, partiti e legali che seguono la vicenda, senza distinzione di idee.
«L'ultimo Consiglio Comunale ha svelato tante verità.
Ha confermato, soprattutto, l'esistenza di una netta e marcata differenza tra l'attuale maggioranza e l'opposizione, apparentemente divisa in più sigle partitiche, ma di fatto un'unica entità in totale continuità politica ed amministrativa con il peggiore passato di Giovinazzo.
A noi non interessa evidenziare le responsabilità personali, quelle sono note e pubbliche, ma il dato politico è l'atteggiamento di un'opposizione che è sempre più consolidata attorno ad un accordo che c'era, c'è e che ci sarà ancora alle prossime amministrative.
Un patto subdolo finalizzato a riprendere, da dove si era interrotta, quella passata gestione dalle tinte opache nel nome del potere.
Un potere spesso abusato e indirizzato verso interessi particolari e non a tutela della comunità giovinazzese, come la famigerata vicenda della zona artigianale D1.1 ha ampiamente dimostrato.
Ma stiano tranquilli le opposizioni, il tempo per leggere l'Ordinanza della Corte d'Appello di Bari c'è e ci sarà.
Ebbene, durante l'ultimo Consiglio Comunale si discuteva di complesse questioni di interesse pubblico che, tra cause, costi legali, responsabilità civili ed altre criticità hanno già determinato costi esorbitanti per la nostra comunità ma che l'esporranno ancora a probabili milionarie azioni risarcitorie. Questo è ciò di cui il Sindaco ha tentato di parlare ed i Consiglieri di Maggioranza di commentare, al fine di informare tutti i cittadini, attraverso il luogo istituzionale ovvero il Consiglio Comunale.
Questo è l'argomento che ha irritato i nostri oppositori, paladini della legalità a giorni alterni, che in Consiglio Comunale hanno ostacolato in tutti modi l'informativa del Sindaco su tale argomento.
Una questione di evidenza ed interesse pubblico (le sentenze ed ordinanze giudiziarie sono atti pubblici), sulla quale però abbiamo registrato un silenzio assordante da parte dei noti Comitati a conduzione familiare, Osservatori, Associazioni, movimenti di opposizione, o tutt'al più soltanto una parziale e forviante ricostruzione finalizzata alla disinformazione.
Un tentativo di imbavagliare ed un atteggiamento di censura che i sostenitori della politica partecipata e della rivoluzione gentile hanno condotto, sia fuori che dentro il Consiglio Comunale, appellandosi ad interpretazioni di comodo dei regolamenti e delle procedure, al fine di nascondere le responsabilità politiche dei loro alleati sia per preservare i rapporti in prospettiva di un'alleanza elettorale cittadina, sia per non toccare una figura di primo piano della vicenda giudiziaria molto vicina alla compagine politica di Primavera Alternativa.
A parti inverse, ci sarebbero stati cortei, striscioni, bombardamenti mediatici e social con video e colonne sonore di sottofondo collegate a pellicole mafiose, foto per strada e chissà cos'altro.
Questa è la politica dei "due pesi e due misure"; se si tratta di amici degli amici che si sono macchiati di reati accertati, nessuno deve dir nulla e tutti devono osservare un connivente silenzio, se invece si tratta di avversari politici, allora le vite, i fatti, tutto ciò che può ledere personalmente queste persone va reso pubblico.
Questa è la differenza: da una parte la maggioranza che cerca di raccontare le verità accertate, semplicemente leggendo un atto pubblico che non tutti conoscono o possono conoscere, dall'altra un'opposizione che imbavaglia ogni cosa nelle logiche del potere. Ed allora perché non leggere e non pubblicare integralmente quella ordinanza, urlandola a gran voce, magari anche nelle piazze o tra la polvere di quella D1.1, quella sì una periferia dell'anima, dove potevano nascere le condizioni per una piccola economia cittadina in grado di favorire la crescita anche lavorativa di questa comunità?
A noi non interessa richiamare i nomi ed i cognomi di nessuno; l'ordinanza è un atto pubblico! È come leggere una notizia, racconta i fatti accertati, descrive cosa è avvenuto e ne evidenzia i relativi aspetti salienti.
Ed allora ci chiediamo: sbagliamo noi che vogliamo informare e rendere consapevoli tutti i cittadini affinché si leggano, in consiglio comunale ed in diretta streaming, alcuni passaggi dell'ordinanza della Seconda Sezione Penale della Corte di Appello di Bari, o coloro che in ogni modo hanno cercato di negare la verità e non informare i giovinazzesi?
A voi le valutazioni, questi alcuni passaggi significativi dell'ordinanza: "Il Piano di lottizzazione, privo di N.T.A., dapprima fu stravolto in sostanza con il rilascio di permessi di costruire illegittimi, deponenti per una palese collusione tra, omissis, e professionisti privati, e poi fu strategicamente rielaborato con una variante atta a trasformare la zona in un'area a prevalente vocazione residenziale in contrasto con le citate N.T.A. e P.R.G.".
Ancora: "Nella maglia in questione si stava realizzando una grande operazione speculativa e, con l'assenso del, omissis, del Comune di Giovinazzo e la copertura amministrativa del Consiglio Comunale, si realizzavano villette a schiera, con costi più bassi che in una zona residenziale per le imprese di costruzioni, quindi con guadagni più elevati".
Dopo quello che è successo, che sta succedendo e che succederà, perché la partita non è affatto chiusa anche e soprattutto in termini di risarcimento danni ed impatto economico, il nostro invito a tutta la cittadinanza è quello di informarsi e comprendere sin d'ora che da una parte ci sono compagini politiche che mirano a riconquistare il potere per proteggere gli amici e responsabili di questo scempio, restaurare un vecchio ed opaco sistema di potere e di gestione della macchina amministrativa. Dall'altra parte l'attuale maggioranza per la quale parlano i risultati concreti e tutte le opere finora compiute in favore dei giovinazzesi, assolvendo al mandato politico ed amministrativo ricevuto dai nostri concittadini, la cui fiducia è stata finora ben ripagata.
A voi la scelta!
Ai consiglieri di PVA ricordiamo, infine, che parliamo di una ordinanza pubblica, e tra un momento conviviale e l'altro se ne hanno voglia, possono anche svelare il nome che "l'omissis", maschera».
IL GRUPPO CONSILIARE FORZA ITALIA GIOVINAZZO
«L'ultimo Consiglio Comunale ha svelato tante verità.
Ha confermato, soprattutto, l'esistenza di una netta e marcata differenza tra l'attuale maggioranza e l'opposizione, apparentemente divisa in più sigle partitiche, ma di fatto un'unica entità in totale continuità politica ed amministrativa con il peggiore passato di Giovinazzo.
A noi non interessa evidenziare le responsabilità personali, quelle sono note e pubbliche, ma il dato politico è l'atteggiamento di un'opposizione che è sempre più consolidata attorno ad un accordo che c'era, c'è e che ci sarà ancora alle prossime amministrative.
Un patto subdolo finalizzato a riprendere, da dove si era interrotta, quella passata gestione dalle tinte opache nel nome del potere.
Un potere spesso abusato e indirizzato verso interessi particolari e non a tutela della comunità giovinazzese, come la famigerata vicenda della zona artigianale D1.1 ha ampiamente dimostrato.
Ma stiano tranquilli le opposizioni, il tempo per leggere l'Ordinanza della Corte d'Appello di Bari c'è e ci sarà.
Ebbene, durante l'ultimo Consiglio Comunale si discuteva di complesse questioni di interesse pubblico che, tra cause, costi legali, responsabilità civili ed altre criticità hanno già determinato costi esorbitanti per la nostra comunità ma che l'esporranno ancora a probabili milionarie azioni risarcitorie. Questo è ciò di cui il Sindaco ha tentato di parlare ed i Consiglieri di Maggioranza di commentare, al fine di informare tutti i cittadini, attraverso il luogo istituzionale ovvero il Consiglio Comunale.
Questo è l'argomento che ha irritato i nostri oppositori, paladini della legalità a giorni alterni, che in Consiglio Comunale hanno ostacolato in tutti modi l'informativa del Sindaco su tale argomento.
Una questione di evidenza ed interesse pubblico (le sentenze ed ordinanze giudiziarie sono atti pubblici), sulla quale però abbiamo registrato un silenzio assordante da parte dei noti Comitati a conduzione familiare, Osservatori, Associazioni, movimenti di opposizione, o tutt'al più soltanto una parziale e forviante ricostruzione finalizzata alla disinformazione.
Un tentativo di imbavagliare ed un atteggiamento di censura che i sostenitori della politica partecipata e della rivoluzione gentile hanno condotto, sia fuori che dentro il Consiglio Comunale, appellandosi ad interpretazioni di comodo dei regolamenti e delle procedure, al fine di nascondere le responsabilità politiche dei loro alleati sia per preservare i rapporti in prospettiva di un'alleanza elettorale cittadina, sia per non toccare una figura di primo piano della vicenda giudiziaria molto vicina alla compagine politica di Primavera Alternativa.
A parti inverse, ci sarebbero stati cortei, striscioni, bombardamenti mediatici e social con video e colonne sonore di sottofondo collegate a pellicole mafiose, foto per strada e chissà cos'altro.
Questa è la politica dei "due pesi e due misure"; se si tratta di amici degli amici che si sono macchiati di reati accertati, nessuno deve dir nulla e tutti devono osservare un connivente silenzio, se invece si tratta di avversari politici, allora le vite, i fatti, tutto ciò che può ledere personalmente queste persone va reso pubblico.
Questa è la differenza: da una parte la maggioranza che cerca di raccontare le verità accertate, semplicemente leggendo un atto pubblico che non tutti conoscono o possono conoscere, dall'altra un'opposizione che imbavaglia ogni cosa nelle logiche del potere. Ed allora perché non leggere e non pubblicare integralmente quella ordinanza, urlandola a gran voce, magari anche nelle piazze o tra la polvere di quella D1.1, quella sì una periferia dell'anima, dove potevano nascere le condizioni per una piccola economia cittadina in grado di favorire la crescita anche lavorativa di questa comunità?
A noi non interessa richiamare i nomi ed i cognomi di nessuno; l'ordinanza è un atto pubblico! È come leggere una notizia, racconta i fatti accertati, descrive cosa è avvenuto e ne evidenzia i relativi aspetti salienti.
Ed allora ci chiediamo: sbagliamo noi che vogliamo informare e rendere consapevoli tutti i cittadini affinché si leggano, in consiglio comunale ed in diretta streaming, alcuni passaggi dell'ordinanza della Seconda Sezione Penale della Corte di Appello di Bari, o coloro che in ogni modo hanno cercato di negare la verità e non informare i giovinazzesi?
A voi le valutazioni, questi alcuni passaggi significativi dell'ordinanza: "Il Piano di lottizzazione, privo di N.T.A., dapprima fu stravolto in sostanza con il rilascio di permessi di costruire illegittimi, deponenti per una palese collusione tra, omissis, e professionisti privati, e poi fu strategicamente rielaborato con una variante atta a trasformare la zona in un'area a prevalente vocazione residenziale in contrasto con le citate N.T.A. e P.R.G.".
Ancora: "Nella maglia in questione si stava realizzando una grande operazione speculativa e, con l'assenso del, omissis, del Comune di Giovinazzo e la copertura amministrativa del Consiglio Comunale, si realizzavano villette a schiera, con costi più bassi che in una zona residenziale per le imprese di costruzioni, quindi con guadagni più elevati".
Dopo quello che è successo, che sta succedendo e che succederà, perché la partita non è affatto chiusa anche e soprattutto in termini di risarcimento danni ed impatto economico, il nostro invito a tutta la cittadinanza è quello di informarsi e comprendere sin d'ora che da una parte ci sono compagini politiche che mirano a riconquistare il potere per proteggere gli amici e responsabili di questo scempio, restaurare un vecchio ed opaco sistema di potere e di gestione della macchina amministrativa. Dall'altra parte l'attuale maggioranza per la quale parlano i risultati concreti e tutte le opere finora compiute in favore dei giovinazzesi, assolvendo al mandato politico ed amministrativo ricevuto dai nostri concittadini, la cui fiducia è stata finora ben ripagata.
A voi la scelta!
Ai consiglieri di PVA ricordiamo, infine, che parliamo di una ordinanza pubblica, e tra un momento conviviale e l'altro se ne hanno voglia, possono anche svelare il nome che "l'omissis", maschera».
IL GRUPPO CONSILIARE FORZA ITALIA GIOVINAZZO