D1.1, la Corte Europea per i Diritti dell'Uomo dichiara illegittima la confisca
La pronuncia su situazioni giuridiche a cui quella giovinazzese è assimilabile. Daniele de Gennaro: «Il Comune ritiri la costituzione di parte civile»
giovedì 28 giugno 2018
16.41
La Corte Europea per i Diritti dell'Uomo si è finalmente espressa sulla vicenda giudiziaria della zona artigianale D1.1, che aveva portato alla confisca dei beni ai proprietari dei lotti della zona 167 e la condanna in primo grado per "lottizzazione abusiva" di dirigenti comunali, progettisti, artigiani stessi ed imprenditori.
La Grande Camera della Corte con sede a Strasburgo, in Francia, ha in realtà sancito, in una sua pronuncia generale su casi simili come Punta Perotti, che la confisca di quei beni è illegittima. Il procedimento penale italiano di secondo grado proseguirà, ma ormai privo di senso, dato che la prescrizione per quel reato è già operativa. Il sequestro dei lotti, infatti, avvenne nel settembre 2010 e quella prescrizione opera sin dal settembre del 2015.
A salutare con giubilo questa sentenza è stato l'avvocato Daniele de Gennaro, oggi Consigliere comunale, ma legale di molte persone coinvolte nella vicenda. Con un video, apparso sulla sua pagina Facebook, ha voluto commentare la notizia: «È una grande giornata per Giovinazzo - ha detto -. La Corte Europea dei Diritti dell'Uomo ha sancito che non si può procedere a confisca dei beni se il reato è prescritto.
Dunque - afferma l'avvocato - chi ha investito tutte le proprie risorse in quella zona, non potrà più veder confiscato il proprio immobile. Il processo in corso - ha continuato de Gennaro - non offrirà nessuna soluzione e bisognerà ripartire dai procedimenti amministrativi e dal diritto amministrativo. Purtroppo arriviamo a questa soluzione anni dopo, perché qualcosa doveva e poteva essere fatto prima, anche nella pendenza del procedimento penale».
Da ultimo de Gennaro, nella sua duplice veste, chiede il ritiro della costituzione di parte civile da parte del Comune di Giovinazzo «perché è assurdo chiedere soldi a chi da questa vicenda ha subito danni incommensurabili sia da un punto di vista economico sia da un punto di vista emotivo».
Una giornata certamente importante per i tanti artigiani che avevano creduto in quel progetto di vita.
La Grande Camera della Corte con sede a Strasburgo, in Francia, ha in realtà sancito, in una sua pronuncia generale su casi simili come Punta Perotti, che la confisca di quei beni è illegittima. Il procedimento penale italiano di secondo grado proseguirà, ma ormai privo di senso, dato che la prescrizione per quel reato è già operativa. Il sequestro dei lotti, infatti, avvenne nel settembre 2010 e quella prescrizione opera sin dal settembre del 2015.
A salutare con giubilo questa sentenza è stato l'avvocato Daniele de Gennaro, oggi Consigliere comunale, ma legale di molte persone coinvolte nella vicenda. Con un video, apparso sulla sua pagina Facebook, ha voluto commentare la notizia: «È una grande giornata per Giovinazzo - ha detto -. La Corte Europea dei Diritti dell'Uomo ha sancito che non si può procedere a confisca dei beni se il reato è prescritto.
Dunque - afferma l'avvocato - chi ha investito tutte le proprie risorse in quella zona, non potrà più veder confiscato il proprio immobile. Il processo in corso - ha continuato de Gennaro - non offrirà nessuna soluzione e bisognerà ripartire dai procedimenti amministrativi e dal diritto amministrativo. Purtroppo arriviamo a questa soluzione anni dopo, perché qualcosa doveva e poteva essere fatto prima, anche nella pendenza del procedimento penale».
Da ultimo de Gennaro, nella sua duplice veste, chiede il ritiro della costituzione di parte civile da parte del Comune di Giovinazzo «perché è assurdo chiedere soldi a chi da questa vicenda ha subito danni incommensurabili sia da un punto di vista economico sia da un punto di vista emotivo».
Una giornata certamente importante per i tanti artigiani che avevano creduto in quel progetto di vita.