D1.1, interviene l'avvocato Tiziano Tedeschi
Il legale: «Dovere della politica tutta trovare delle soluzioni»
martedì 29 settembre 2015
8.41
La sentenza sulla zona artigianale denominata D1.1, che ha visto condannati costruttori, progettisti, dirigenti comunali e proprietari continua a far parlare e discutere. E lo farà a lungo, almeno fino al processo di appello che potrebbe addirittura ribaltare quello di primo grado.
In questo clima, surriscaldato notevolmente dal comizio tenuto dalla maggioranza cittadina il 19 settembre scorso, in cui lo stesso Sindaco, Tommaso Depalma, aveva ricostruito l'intera vicenda attraverso la lettura di parti del dispositivo, è voluto intervenire l'avvocato Tiziano Tedeschi, noto penalista e legale rappresentante di alcuni degli imputati.
La sua missiva, inviata alla nostra redazione, è apparsa sin da subito come un tentativo di ragionare sulla vicenda, senza alzare i toni, con la consapevolezza di chi tra quegli atti ci ha passato giornata e forse nottate intere. Il tono è quello di un invito alla riflessione comune: «Ho ascoltato le dichiarazioni rese dal primo cittadino e dal suo vice nel comizio tenutosi il giorno 19 u.s. nella locale piazza. Senza entrare nel merito delle polemiche che riguardano le forze politiche che amministrano il paese e le opposizioni - precisa la missiva - ritengo doveroso fare alcune considerazioni.
Premesso che il processo che riguarda la zona D1.1 ha visto concludersi solo la prima fase del giudizio - evidenzia l'avvocato -, quindi appare chiaro ed incontrovertibile che non trattasi di un giudicato e che le argomentazioni, utilizzate per conclamare la responsabilità degli imputati, potrebbero essere sconfessate e ribaltate in sede di appello o di legittimità, non ritengo che allo stato i nostri politici debbano soffermarsi sulle eventuali colpe, ma è opportuno - sottolinea la nota - che abbiano una visione più allargata e lungimirante della tematica».
Il legale precisa inoltre che «di certo questa vicenda ha provocato danni incalcolabili sia a coloro che hanno creduto nello strumento urbanistico adottato sia alla cittadinanza tutta, ma il dato più allarmante deriva dagli effetti, in termini economici, che questo processo produrrà qualunque ne sarà l'esito finale. Gli scenari che si profilano - è la considerazione amara - sono sicuramente allarmanti».
L'avvocato Tedeschi pone infine l'accento sui doveri della politica, guida di una comunità intera: «È dovere della politica tutta - scrive - trovare delle soluzioni che possano quantomeno attutire o attenuare l'effetto devastante di questa vicenda giudiziaria. Giova evidenziare, per conoscenza diretta degli atti, che non sono pochi i cittadini, imputati, che non hanno apportato nessun contributo alla realizzazione dello strumento urbanistico e che non hanno nessuna responsabilità in ordine a quanto accaduto. Mi auguro - continua la nota - che si ponga fine ad una inutile querelle e che, almeno per una volta, a Giovinazzo vi sia il contributo di tutti per risolvere una così spinosa vicenda. Peraltro - è la chiosa -, ricordo a me stesso che già in campagna elettorale lo stesso Sindaco fece riferimento alla volontà di trovare una soluzione al problema della zona artigianale, volontà ribadita nel pubblico comizio ma, che allo stato, è rimasta solo una dichiarazione di intenti».
I prossimi mesi ci diranno se Amministrazione comunale e cittadini coinvolti nella vicenda avranno quel chiarimento definitivo che l'avvocato auspica e che il Sindaco stesso ha promesso. L'appello, infine, ci dirà se le accuse saranno tutte confermate o verranno completamente o parzialmente ribaltate.
In questo clima, surriscaldato notevolmente dal comizio tenuto dalla maggioranza cittadina il 19 settembre scorso, in cui lo stesso Sindaco, Tommaso Depalma, aveva ricostruito l'intera vicenda attraverso la lettura di parti del dispositivo, è voluto intervenire l'avvocato Tiziano Tedeschi, noto penalista e legale rappresentante di alcuni degli imputati.
La sua missiva, inviata alla nostra redazione, è apparsa sin da subito come un tentativo di ragionare sulla vicenda, senza alzare i toni, con la consapevolezza di chi tra quegli atti ci ha passato giornata e forse nottate intere. Il tono è quello di un invito alla riflessione comune: «Ho ascoltato le dichiarazioni rese dal primo cittadino e dal suo vice nel comizio tenutosi il giorno 19 u.s. nella locale piazza. Senza entrare nel merito delle polemiche che riguardano le forze politiche che amministrano il paese e le opposizioni - precisa la missiva - ritengo doveroso fare alcune considerazioni.
Premesso che il processo che riguarda la zona D1.1 ha visto concludersi solo la prima fase del giudizio - evidenzia l'avvocato -, quindi appare chiaro ed incontrovertibile che non trattasi di un giudicato e che le argomentazioni, utilizzate per conclamare la responsabilità degli imputati, potrebbero essere sconfessate e ribaltate in sede di appello o di legittimità, non ritengo che allo stato i nostri politici debbano soffermarsi sulle eventuali colpe, ma è opportuno - sottolinea la nota - che abbiano una visione più allargata e lungimirante della tematica».
Il legale precisa inoltre che «di certo questa vicenda ha provocato danni incalcolabili sia a coloro che hanno creduto nello strumento urbanistico adottato sia alla cittadinanza tutta, ma il dato più allarmante deriva dagli effetti, in termini economici, che questo processo produrrà qualunque ne sarà l'esito finale. Gli scenari che si profilano - è la considerazione amara - sono sicuramente allarmanti».
L'avvocato Tedeschi pone infine l'accento sui doveri della politica, guida di una comunità intera: «È dovere della politica tutta - scrive - trovare delle soluzioni che possano quantomeno attutire o attenuare l'effetto devastante di questa vicenda giudiziaria. Giova evidenziare, per conoscenza diretta degli atti, che non sono pochi i cittadini, imputati, che non hanno apportato nessun contributo alla realizzazione dello strumento urbanistico e che non hanno nessuna responsabilità in ordine a quanto accaduto. Mi auguro - continua la nota - che si ponga fine ad una inutile querelle e che, almeno per una volta, a Giovinazzo vi sia il contributo di tutti per risolvere una così spinosa vicenda. Peraltro - è la chiosa -, ricordo a me stesso che già in campagna elettorale lo stesso Sindaco fece riferimento alla volontà di trovare una soluzione al problema della zona artigianale, volontà ribadita nel pubblico comizio ma, che allo stato, è rimasta solo una dichiarazione di intenti».
I prossimi mesi ci diranno se Amministrazione comunale e cittadini coinvolti nella vicenda avranno quel chiarimento definitivo che l'avvocato auspica e che il Sindaco stesso ha promesso. L'appello, infine, ci dirà se le accuse saranno tutte confermate o verranno completamente o parzialmente ribaltate.