«D1.1, da Depalma solo tante inesattezze»
Le riflessioni del Movimento Cittadino per Giovinazzo dopo l'incontro del 3 marzo scorso
giovedì 17 marzo 2016
«Il sindaco Depalma continua ad indire convocazioni dei cittadini per tentare di spiegare tante tematiche a lui sconosciute, ma dicendo solo tante inesattezze. È il caso, stavolta, dell'incontro pubblico del 3 marzo scorso con i cittadini interessati alla zona artigianale denominata D1.1», scrive Nicola Lasorsa, del Movimento Cittadino per Giovinazzo.
«All'incontro - continua la nota - erano presenti l'avvocato Giuseppe Tempesta, nominato dal Comune a seguito dell'avviso delle conclusioni delle indagini preliminari con cui circa 164 concittadini sono stati rinviati a giudizio per l'ipotesi di reato di lottizzazione abusiva. Lo stesso professionista si è costituito parte civile nel procedimento penale su mandato del Comune. Il processo di primo grado si è concluso, come è noto, con la condanna dei lottizzanti oltre a due funzionari del Comune.
Lo stesso professionista ha riferito che, con molta probabilità, ci si sta avviando alla prescrizione del reato per tutti gli imputati rimanendo in piedi l'aspetto della confisca di tutta la zona interessata nonostante sia stato proposto appello. Al dibattito ha partecipato anche l'avvocatessa Enza Palmiotto, designata dal Comune a seguito di presentazione, da parte di alcuni lottizzanti, che hanno instaurato cause civili contro l'Ente per un eventuale risarcimento danni.
La stessa ha illustrato gli aspetti civilistici (dal suo punto di vista) della vicenda, ritenendo inopportuno attivare azioni civili prima della conclusione dell'esito definitivo dell'azione penale (i tre gradi di giudizio). Al tavolo della presidenza era presente anche l'ex Assessore dimissionario Elio Sannicandro definito dal Sindaco "suo consigliere personale" (è una nuova figura gratuita? O pagata da chi?) che sta pensando di trovare delle soluzioni all'annosa questione».
Di qui l'interrogativo del Movimento Cittadino per Giovinazzo: «Era proprio necessario fare questo incontro pubblico che ha mortificato maggiormente i nostri concittadini che da tempo stanno vivendo un dramma esistenziale sia sotto l'aspetto economico che giudiziario non avendo più neanche la forza di reagire perché esausti e soprattutto smarriti?».
Secondo il Presidente Pietro Sifo, invece, «bisogna partire dall'affermazione ultima apparsa su GiovinazzoViva.it in merito ad una tavola rotonda indetta per il 3 marzo scorso dall'amministrazione comunale capeggiata dal sindaco, Tommaso Depalma ove leggo: "Crediamo sia un passo importante nella direzione di una soluzione condivisa… questo nuovo incontro può rappresentare un momento di coesione, in cui provare a sviluppare idee per il futuro di quell'area, pur in attesa dei nuovi pronunciamenti della magistratura".
Incuriosito ho ritenuto opportuno assistere a tale incontro per capire quali potessero essere le soluzioni di condivisione e le idee per il futuro di quell'area. Credo che sia stato un ennesimo spot pubblicitario del nostro sindaco che continua ad incantare le genti con le belle parole, ma senza soluzioni di fatto».
Sifo, nel comunicato giunto in redazione, evidenzia che «i due avvocati seduti al tavolo della presidenza (di parte) hanno illustrato, in maniera esaustiva, sia la questione penale che quella civile. Credo, per una maggiore liceità d'informazione, opportuno evidenziare che non è stata posta all'attenzione degli astanti che, allo stato di fatto, per quanto concerne la prosecuzione dell'ambito penale, si è in attesa della fissazione della prima udienza di Appello.
Una prima udienza di Appello, ove, tra l'altro, la Procura di Bari sta ancora notificando il dispositivo della sentenza di primo grado per dare la possibilità, a coloro che non vi hanno ancora provveduto, di proporre appello. Al termine delle avvenute notifiche gli interessati avrebbero 45 giorni per depositare l'atto di Appello e solo al completamento di tutto ciò la Corte d'Appello di Bari provvederà a fissare la prima udienza, che presumibilmente avverrà nel corrente anno.
Inoltre, stante il lungo tempo trascorso dall'inizio del sequestro e del giudizio penale si potrebbero aprire vari scenari tra cui l'ipotesi della sola dichiarazione di "prescrizione del reato" ma non della "confisca", stante l'attuale ordinamento giuridico italiano in relazione al capo di imputazione formulato dalla Procura. Se mi permettete, mi chiedo e rivolgo al sindaco ed al suo consigliere personale, ex assessore all'Urbanistica, ing. Elio Sannicandro: su questa ipotesi, quale sarebbe l'orientamento dell'Amministrazione?
Non mi sembra sia venuta risposta in tal senso. Anzi, si apprende sia dal Sindaco che dal consigliere personale che non vi è motivo di preoccupazione perché si stanno trovando soluzioni alternative, avendo costituito un Ufficio di Piano in accordo con il Politecnico di Bari, al Piano Urbanistico Generale. Quali? Non mi sembra che ne sia stato proposto alcuno!
La verità è che, allo stato attuale, nessuno è in grado di poter dare una risposta concreta se prima e non quando termineranno tutte le altre due fasi di giudizio (Appello e Cassazione) e con la spada di Damocle della "confisca" che pende inesorabilmente sul capo dell'Amministrazione e dei lottizzanti. Forse qualcosa andava fatto prima che venisse emessa la sentenza di primo grado!
L'amministrazione si è solo preoccupata di insistere sulla costituzione di parte civile ottenendo dal giudice di primo grado "al risarcimento dei danni subiti... da liquidarsi in separato giudizio civile... ". Come pensa di cavarsela, sindaco e consigliere personale? Per quanto concerne l'aspetto civilistico è pur vero che il giudice civile debba attendere l'esito del giudizio penale, ma questo non può impedire alle persone coinvolte nella vicenda di proporre azione risarcitoria nei confronti dell'amministrazione comunale.
Una Amministrazione che, per tramite dei suoi funzionari (tra l'altro coinvolti nello stesso giudizio penale) e del parere favorevole fornito dell'allora commissione urbanistica, ha rilasciato le relative autorizzazioni amministrative con il rischio di decadenza per scadenza dei termini. Sarebbe opportuno non infierire ulteriormente contro gli ignari cittadini con questi incontri farsa che in tutta buona fede hanno ottenuto le relative autorizzazioni commettendo, taluni, anche delle irregolarità amministrative sanabili, dove tra l'altro, l'amministrazione aveva l'obbligo del controllo che non ha eseguito.
Sarebbe opportuno - termina Sifo - attendere l'esito definitivo del giudizio penale per poi considerare, in maniera condivisa, le azioni da intraprendere per alleviare le sofferenze economiche, morali e sociali cui versano i nostri concittadini interessati all'annosa vicenda. Forse sarà compito ingrato della futura amministrazione!».
«All'incontro - continua la nota - erano presenti l'avvocato Giuseppe Tempesta, nominato dal Comune a seguito dell'avviso delle conclusioni delle indagini preliminari con cui circa 164 concittadini sono stati rinviati a giudizio per l'ipotesi di reato di lottizzazione abusiva. Lo stesso professionista si è costituito parte civile nel procedimento penale su mandato del Comune. Il processo di primo grado si è concluso, come è noto, con la condanna dei lottizzanti oltre a due funzionari del Comune.
Lo stesso professionista ha riferito che, con molta probabilità, ci si sta avviando alla prescrizione del reato per tutti gli imputati rimanendo in piedi l'aspetto della confisca di tutta la zona interessata nonostante sia stato proposto appello. Al dibattito ha partecipato anche l'avvocatessa Enza Palmiotto, designata dal Comune a seguito di presentazione, da parte di alcuni lottizzanti, che hanno instaurato cause civili contro l'Ente per un eventuale risarcimento danni.
La stessa ha illustrato gli aspetti civilistici (dal suo punto di vista) della vicenda, ritenendo inopportuno attivare azioni civili prima della conclusione dell'esito definitivo dell'azione penale (i tre gradi di giudizio). Al tavolo della presidenza era presente anche l'ex Assessore dimissionario Elio Sannicandro definito dal Sindaco "suo consigliere personale" (è una nuova figura gratuita? O pagata da chi?) che sta pensando di trovare delle soluzioni all'annosa questione».
Di qui l'interrogativo del Movimento Cittadino per Giovinazzo: «Era proprio necessario fare questo incontro pubblico che ha mortificato maggiormente i nostri concittadini che da tempo stanno vivendo un dramma esistenziale sia sotto l'aspetto economico che giudiziario non avendo più neanche la forza di reagire perché esausti e soprattutto smarriti?».
Secondo il Presidente Pietro Sifo, invece, «bisogna partire dall'affermazione ultima apparsa su GiovinazzoViva.it in merito ad una tavola rotonda indetta per il 3 marzo scorso dall'amministrazione comunale capeggiata dal sindaco, Tommaso Depalma ove leggo: "Crediamo sia un passo importante nella direzione di una soluzione condivisa… questo nuovo incontro può rappresentare un momento di coesione, in cui provare a sviluppare idee per il futuro di quell'area, pur in attesa dei nuovi pronunciamenti della magistratura".
Incuriosito ho ritenuto opportuno assistere a tale incontro per capire quali potessero essere le soluzioni di condivisione e le idee per il futuro di quell'area. Credo che sia stato un ennesimo spot pubblicitario del nostro sindaco che continua ad incantare le genti con le belle parole, ma senza soluzioni di fatto».
Sifo, nel comunicato giunto in redazione, evidenzia che «i due avvocati seduti al tavolo della presidenza (di parte) hanno illustrato, in maniera esaustiva, sia la questione penale che quella civile. Credo, per una maggiore liceità d'informazione, opportuno evidenziare che non è stata posta all'attenzione degli astanti che, allo stato di fatto, per quanto concerne la prosecuzione dell'ambito penale, si è in attesa della fissazione della prima udienza di Appello.
Una prima udienza di Appello, ove, tra l'altro, la Procura di Bari sta ancora notificando il dispositivo della sentenza di primo grado per dare la possibilità, a coloro che non vi hanno ancora provveduto, di proporre appello. Al termine delle avvenute notifiche gli interessati avrebbero 45 giorni per depositare l'atto di Appello e solo al completamento di tutto ciò la Corte d'Appello di Bari provvederà a fissare la prima udienza, che presumibilmente avverrà nel corrente anno.
Inoltre, stante il lungo tempo trascorso dall'inizio del sequestro e del giudizio penale si potrebbero aprire vari scenari tra cui l'ipotesi della sola dichiarazione di "prescrizione del reato" ma non della "confisca", stante l'attuale ordinamento giuridico italiano in relazione al capo di imputazione formulato dalla Procura. Se mi permettete, mi chiedo e rivolgo al sindaco ed al suo consigliere personale, ex assessore all'Urbanistica, ing. Elio Sannicandro: su questa ipotesi, quale sarebbe l'orientamento dell'Amministrazione?
Non mi sembra sia venuta risposta in tal senso. Anzi, si apprende sia dal Sindaco che dal consigliere personale che non vi è motivo di preoccupazione perché si stanno trovando soluzioni alternative, avendo costituito un Ufficio di Piano in accordo con il Politecnico di Bari, al Piano Urbanistico Generale. Quali? Non mi sembra che ne sia stato proposto alcuno!
La verità è che, allo stato attuale, nessuno è in grado di poter dare una risposta concreta se prima e non quando termineranno tutte le altre due fasi di giudizio (Appello e Cassazione) e con la spada di Damocle della "confisca" che pende inesorabilmente sul capo dell'Amministrazione e dei lottizzanti. Forse qualcosa andava fatto prima che venisse emessa la sentenza di primo grado!
L'amministrazione si è solo preoccupata di insistere sulla costituzione di parte civile ottenendo dal giudice di primo grado "al risarcimento dei danni subiti... da liquidarsi in separato giudizio civile... ". Come pensa di cavarsela, sindaco e consigliere personale? Per quanto concerne l'aspetto civilistico è pur vero che il giudice civile debba attendere l'esito del giudizio penale, ma questo non può impedire alle persone coinvolte nella vicenda di proporre azione risarcitoria nei confronti dell'amministrazione comunale.
Una Amministrazione che, per tramite dei suoi funzionari (tra l'altro coinvolti nello stesso giudizio penale) e del parere favorevole fornito dell'allora commissione urbanistica, ha rilasciato le relative autorizzazioni amministrative con il rischio di decadenza per scadenza dei termini. Sarebbe opportuno non infierire ulteriormente contro gli ignari cittadini con questi incontri farsa che in tutta buona fede hanno ottenuto le relative autorizzazioni commettendo, taluni, anche delle irregolarità amministrative sanabili, dove tra l'altro, l'amministrazione aveva l'obbligo del controllo che non ha eseguito.
Sarebbe opportuno - termina Sifo - attendere l'esito definitivo del giudizio penale per poi considerare, in maniera condivisa, le azioni da intraprendere per alleviare le sofferenze economiche, morali e sociali cui versano i nostri concittadini interessati all'annosa vicenda. Forse sarà compito ingrato della futura amministrazione!».