La Corte deciderà il 14 marzo il "pasticciaccio" della zona D1.1
Ieri in aula il procuratore generale Rizzo ha chiesto la conferma del provvedimento di confisca
venerdì 25 gennaio 2019
14.00
La data c'è, la decisione sarà assunta il 14 marzo prossimo. Il nodo D1.1 sarà sbrogliato fra poco meno di due mesi. E se il reato di lottizzazione abusiva per 144 persone è ormai prescritto, il vero nocciolo della questione resta la confisca di 123 lotti ricadenti nella maglia artigianale.
Sotto i riflettori c'è proprio questa vicenda. La possibilità di sottrarre in via definitiva un bene a qualcuno, in assenza di una sentenza di condanna. In caso cioè di prescrizione. La Corte Europea per i Diritti dell'Uomo si è espressa, il 28 giugno 2018, sulla vicenda che aveva portato alla confisca dei beni ai proprietari dei lotti della zona 167 e la condanna in primo grado per lottizzazione abusiva di dirigenti comunali, progettisti, artigiani ed imprenditori.
La Grande Camera della Corte con sede a Strasburgo ha in realtà sancito che la confisca di quei beni è illegittima. Una sentenza che, in estate, fu salutata con giubilo dall'avvocato Daniele de Gennaro, oggi consigliere comunale, ma legale di molte persone coinvolte nella vicenda: «È una grande giornata per Giovinazzo - disse -. La Corte Europea dei Diritti dell'Uomo ha sancito che non si può procedere a confisca dei beni se il reato è prescritto».
Per Tiziano Tedeschi, invece, «la controversa vicenda giudiziaria che riguarda la D1.1, purtroppo, - le sue parole rilasciate a GiovinazzoViva.it - non risulta essere in via di risoluzione. Dalla lettura delle motivazioni della sentenza del 28 giugno 2018 non emergono elementi che possano creare l'auspicio di una risoluzione. Anzi, la sentenza conferma i fondati timori, che, nonostante i termini di prescrizione, i lotti possano essere oggetto di confisca».
E infatti, proprio ieri mattina, in aula, a Bari, il procuratore generale Carmelo Rizzo, ha chiesto l'avvenuta dichiarazione di prescrizione del reato con la conferma del provvedimento di confisca ritenendo che tale provvedimento sia stato legittimo anche a seguito della sentenza della Suprema Corte ed illustrando in maniera molto schematica e succinta le ragioni per le quali ritiene che quella sentenza non meriti nessun tipo di censura.
Il presidente Maria Iacovone, dopo aver preso la parola, ha chiesto alle difese ed al collegio di difesa di concludere. Il Comune di Giovinazzo, rappresentato dal penalista Giuseppe Tempesta, ha terminato anch'esso la parte civile chiedendo la conferma della sentenza di primo grado per il reato di lottizzazione abusiva con l'istituzione civile in ordine al risarcimento del danno.
Stabilite, infine, le prossime udienze per la discussione delle difese: si terranno il 14 febbraio ed il 14 marzo prossimi, data in cui la Corte d'Appello intenderà concludere il processo sul "pasticciaccio" della zona D1.1.
Sotto i riflettori c'è proprio questa vicenda. La possibilità di sottrarre in via definitiva un bene a qualcuno, in assenza di una sentenza di condanna. In caso cioè di prescrizione. La Corte Europea per i Diritti dell'Uomo si è espressa, il 28 giugno 2018, sulla vicenda che aveva portato alla confisca dei beni ai proprietari dei lotti della zona 167 e la condanna in primo grado per lottizzazione abusiva di dirigenti comunali, progettisti, artigiani ed imprenditori.
La Grande Camera della Corte con sede a Strasburgo ha in realtà sancito che la confisca di quei beni è illegittima. Una sentenza che, in estate, fu salutata con giubilo dall'avvocato Daniele de Gennaro, oggi consigliere comunale, ma legale di molte persone coinvolte nella vicenda: «È una grande giornata per Giovinazzo - disse -. La Corte Europea dei Diritti dell'Uomo ha sancito che non si può procedere a confisca dei beni se il reato è prescritto».
Per Tiziano Tedeschi, invece, «la controversa vicenda giudiziaria che riguarda la D1.1, purtroppo, - le sue parole rilasciate a GiovinazzoViva.it - non risulta essere in via di risoluzione. Dalla lettura delle motivazioni della sentenza del 28 giugno 2018 non emergono elementi che possano creare l'auspicio di una risoluzione. Anzi, la sentenza conferma i fondati timori, che, nonostante i termini di prescrizione, i lotti possano essere oggetto di confisca».
E infatti, proprio ieri mattina, in aula, a Bari, il procuratore generale Carmelo Rizzo, ha chiesto l'avvenuta dichiarazione di prescrizione del reato con la conferma del provvedimento di confisca ritenendo che tale provvedimento sia stato legittimo anche a seguito della sentenza della Suprema Corte ed illustrando in maniera molto schematica e succinta le ragioni per le quali ritiene che quella sentenza non meriti nessun tipo di censura.
Il presidente Maria Iacovone, dopo aver preso la parola, ha chiesto alle difese ed al collegio di difesa di concludere. Il Comune di Giovinazzo, rappresentato dal penalista Giuseppe Tempesta, ha terminato anch'esso la parte civile chiedendo la conferma della sentenza di primo grado per il reato di lottizzazione abusiva con l'istituzione civile in ordine al risarcimento del danno.
Stabilite, infine, le prossime udienze per la discussione delle difese: si terranno il 14 febbraio ed il 14 marzo prossimi, data in cui la Corte d'Appello intenderà concludere il processo sul "pasticciaccio" della zona D1.1.