Così parlò Antonello

Natalicchio risponde alla lettera di Sollecito

martedì 27 ottobre 2015 05.00
Torna a farsi sentire Antonello Natalicchio. Ritorna a farsi sentire la voce dell'ex Sindaco di Giovinazzo, dopo che l'attuale Vice-Sindaco, Michele Sollecito, gli aveva scritto una lettera pubblica per chiedergli conto su alcune affermazioni del professore durante l'ultimo comizio PD. Natalicchio risponde e lo fa col piglio di chi vuol chiarire il suo punto di vista una volta per tutte e contrattacca, rimandando al mittente alcune accuse.

Ecco il testo, pubblicato integralmente così come da noi già previsto al momento della pubblicazione della lettera di Sollecito. A quest'ultimo, come è nostro costume, la possibilità di controreplicare.

«Dott. Sollecito,

1. La comunicazione politica e amministrativa dell'Amministrazione Depalma, in assenza di risultati da far valere agli occhi dei cittadini, si nutre di un racconto caricaturale e menzognero sulla storia delle amministrazioni precedenti: a Giovinazzo non si parla più di programmi urbanistici, di opere pubbliche, di servizi, di sviluppo, ma da anni viene ripetuta una litania stucchevole sugli errori degli altri. I cittadini che hanno la pazienza di tentare un'interlocuzione civica vengono linciati verbalmente sui social da Depalma e dai suoi mazzieri virtuali, che picchettano costantemente la comunicazione on line. Di questa canea di squadristi 2.0 Lei è il gran sacerdote.

Ne è esemplificazione la Sua "lettera aperta". Lei esibisce l'intenzione di aprire un dibattito, ma non esprime un contenuto, uno solo, di merito amministrativo. Invece compila l'ennesimo catalogo dei buoni e dei cattivi a partire da argomenti capziosi, allusioni, malcelato sarcasmo, tesi non dimostrate e spesso in contraddizione tra loro. Inoltre si assicura che, dopo il lancio sui social, la lettera di pace abbia la scorta armata dei Suoi squadristi informatici, i quali infatti l'hanno accompagnata e amplificata secondo una lugubre prassi.

2. Lei utilizza la retorica a fini di manipolazione. Nella lettera lei parla di "opportunità". L'opportunità afferisce all'ambito del soggettivo e infatti l'idea che Lei esprime di ciò che è opportuno Le serve per argomentare capziosamente che quello che fanno gli avversari politici non lo è. Un discorso che non avesse intenti manipolatori prenderebbe a riferimento concetti meno scivolosi. Per esempio, quello di legalità.

Lei dov'era quando il suo sindaco ha abusato dei suoi poteri e ha emesso un'ordinanza sulla discarica in violazione degli indirizzi del Consiglio Comunale? E dov'era quando il suo collega ex assessore all'urbanistica e lavori pubblici ha affidato incarichi a un collega di studio? E come fa, Lei che ha una sensibilità così spiccata, a non vedere che il suo presidente del Consiglio è dirigente di una società sponsorizzata non dal Comune, bensì dagli appaltatori del Comune? E un consigliere comunale di maggioranza i cui familiari sono destinatari della condanna del Tribunale può far parte di un'Amministrazione che su quella vicenda è intervenuta pesantemente (pagherà i 10.000 euro che Depalma vuole)?

3. Lei trancia giudizi spregiudicati sulle persone. Pur di gettare fango e mettere in moto il meccanismo della gogna mediatica organizzata, Lei è capace di offendere allusivamente, di mentire, di contraddirsi e di perdere di vista le implicazioni dei suoi pseudoragionamenti. Lei afferma che le decisioni prese negli anni passati in materia urbanistica, in particolare sulla D1.1, siano il frutto di un'unica persona, nella fattispecie un ingegnere che costituisce per la Sua parte politica una vera ossessione. A meno di non voler credere che non si rende conto di quello che dice, in un colpo solo Lei:

a) Descrive allusivamente alla stregua di sciocchi burattini i precedenti amministratori e quanti parteciparono attivamente a quella esperienza amministrativa, cioè centinaia di persone;
b) Dice una bugia, perché la D1.1 fu approvata dal commissario prefettizio senza passare attraverso i partiti;
c) Fa sua l'idea del procuratore che ci sia davvero una lottizzazione abusiva, a dispetto delle posizioni concilianti che ha esibito anche nel recente passato dinanzi ai lottizzanti;
d) Non si rende conto di chiamare in causa anche suo padre, il quale lavorava nell'ufficio in cui fu istruita la lottizzazione e, se non era uno stupido - e non lo era, non lo è - avrebbe dovuto accorgersi di eventuali magagne e avrebbe avuto il dovere, sancito dalla legge, di denunciare la cosa alla magistratura, perché stare in un ufficio significa anche essere presidio di legalità.

4. Nella sua maldestra propaganda, dott. Sollecito, Lei è pronto a sostenere tesi temerarie. Perché mai un ingegnere non dovrebbe partecipare alla discussione sulle vicende urbanistiche? A chi faremo discutere i piani urbanistici e le opere pubbliche? Se la parte politica non è in grado di mettere in campo competenze tecniche, allora non è in grado di amministrare e lascia che a farlo siano gli uffici. È quello che succede normalmente a voi: per analfabetismo amministrativo chiedete ai dirigenti di far diventare realtà ogni vostra idea, per quanto bislacca e vergognosa; quelli vi dimostrano che non si può fare e voi gli dichiarate guerra a dispetto della distinzione dei ruoli e, probabilmente, anche in questo caso, della legge. Tanto che, persino tra quelli scelti da voi, chi ha potuto farlo, se n'è andato (la Segretaria comunale).

5. Infine a Lei è estranea la dimensione collettiva dell'impresa amministrativa; le interessa solo il tornaconto personale. Ho esercitato la dirigenza scolastica a Novara dal 1 novembre 2008 al 31 agosto 2010 e ho garantito la mia presenza a Giovinazzo una volta ogni tre settimane durante il mio periodo di prova, poi a settimane alterne. Anche dalla mia sede scolastica, ho seguito costantemente le procedure comunali attraverso i moderni strumenti di lavoro da remoto.

Dire quindi che non ho esercitato i miei doveri di primo cittadino perché ero pendolare è una manipolazione, come Lei ben sa, a meno di non dover presumere che anche per Lei, come per il Suo sindaco, la dimensione di studio che l'amministrazione richiede sia totalmente sconosciuta. E sono stato fisicamente a disposizione dei cittadini molto più di quanto lo facciate voi, che avete chiuso gli accessi alla casa comunale e fate perquisire chi vi entra.

Ma se anche, come Lei dice scivolando nel sarcasmo a proposito della mia intelligenza, io fossi stato davvero assente, ciò non ha impedito all'Amministrazione di ottenere quei finanziamenti sui lungomari e nell'area delle Acciaierie che voi da anni gestite malamente, di completare la rete di fogna bianca cittadina, di aprire il cantiere per l'impianto definitivo di igienizzazione dei rifiuti che voi avete chiuso perché interessati alle discariche, di risanare e rendere più belle molte parti di Giovinazzo, di ampliare il cimitero, di lasciare programmazioni importanti in tutti i settori, le ultime che la città abbia avuto; insomma, per non farla lunga, di operare molto e bene, senza chiedere un euro in più ai giovinazzesi.

Perché quello che è stato fatto è stato fatto collettivamente, da un gruppo di persone che hanno creduto in un progetto e insieme hanno fatto sacrifici per perseguire l'interesse collettivo e per questo, quando parlano della loro esperienza amministrativa, redigono con orgoglio un elenco ricco di cose fatte.

Lei invece, che è sempre qui a Giovinazzo e non risulta aver mai esercitato nessun lavoro se non quello di vicesindaco di Depalma, non ci tiene a spiegare in cosa è stato utile ai suoi concittadini. Abusa invece degli strumenti retorici e di propaganda organizzata che ha a disposizione per puntare l'indice contro altri amministratori e avversari politici, perché già impegnato, con ben un anno e mezzo di anticipo sulla scadenza del mandato, nel tentativo di confermare la Sua posizione personale, evidentemente l'unica cosa che per Lei abbia davvero interesse nella Sua esperienza amministrativa».