Coronavirus: con il nuovo decreto, sanzioni depenalizzate

Il nuovo dl ha valore retroattivo: non c'è più la sanzione penale, ma solo amministrativa

sabato 28 marzo 2020
Finiranno con un'archiviazione o un proscioglimento tutte quelle denunce per l'articolo 650 del codice penale, cioè la violazione del decreto del Governo sui divieti di assembramento per l'emergenza Coronavirus, «perché il fatto non è più previsto dalla legge come reato».

Il decreto sulle «misure urgenti per fronteggiare l'emergenza epidemiologica da Covid-19», pubblicato il 25 marzo e che ha valore retroattivo, ha depenalizzato il reato. E quindi tutte le denunce trasmesse alla Procure dall'11 marzo costituiranno non più sanzione penale ma amministrativa, che prevede però il pagamento di una somma da 400 a 3mila euro al posto dei 3 mesi di arresto oblabili e l'ammenda di 206 euro previsti dall'articolo 650.

Non ci saranno però conseguenze dal punto di vista penale. Questo non significa misure meno severe, anzi, il Governo ha ordinato l'incremento dei controlli da parte delle forze dell'ordine, chiamando in campo anche l'Esercito. Peccato che le Procure nel frattempo siano state ingolfate da denunce. Per queste il giudice emetterà sentenza di proscioglimento, perché il fatto non è più reato, con trasmissione degli atti all'Autorità Amministrativa competente.

Per quelle non trasmesse sarà chiesta dalla Procura al giudice per le indagini preliminari l'archiviazione con l'applicazione della formula di depenalizzazione e, anche in quel caso, ci sarà la successiva trasmissione all'Autorità Amministrativa perché emetta le sanzioni.