Cornacchia: «Essere devoti della Madonna significa mettere Gesù a fondamento della nostra vita»
Stamane, 20 agosto, il Solenne Pontificale in onore di Maria SS di Corsignano in Concattedrale
domenica 20 agosto 2023
12.00
È stato celebrato questa mattina, 20 agosto, il Solenne Pontificale in onore di Maria SS di Corsignano all'interno della Concattedrale di Santa Maria Assunta,
Nell'omelia rivolta ai fedeli, il vescovo S.E. Mons. Domenico Cornacchia ha ricordato: «È chiaro che i destinatari del Regno di Dio, regno di pace, amore e misericordia, vadano oltre il numero chiuso degli Ebrei o del Popolo eletto. Gesù è venuto per i pagani, per i forestieri, per coloro i quali sono lontani dalla sua Parola. Dio è quindi Padre di tutti. La fede, infatti, è l'unica forza dell'uomo che mette allo scoperto il punto debole di Dio: se c'è fede, il Signore è disposto ad elargire qualsiasi cosa a nostro favore».
Ripercorrendo le letture, il prelato ha voluto sottolineare l'importanza di una fede autentica, che vada ben oltre le prescrizioni della Chiesa, che sia pratica del cuore quotidiana: «Nel grido di una madre di una ragazza ammalata - ha detto Mons. Cornacchia - c'è la supplica di ciascuno di noi. Lei non dispera e tocca il cuore di Gesù che fissa il suo volto dicendo: "Donna davvero grande è la tua fede, ti sia fatto come desideri". Gesù, come ricordato, si lascia vincere, intenerire il cuore più dalla fede della mamma, che dall'ostentazione della legge da parte dei suoi discepoli»
Quindi una esortazione calata nella realtà contemporanea, nel fluire quotidiano delle nostre esistenze, perché questa festa, questi riti collettivi non siano vuote ostentazioni esteriori, ma concreti passi sulla via della redenzione: «Non perdiamoci d'animo e cominciamo a mutare stile di vita - ha esortato Mons. Cornacchia, concludendo la sua omelia -. Che gli altri se ne accorgano però. Essere devoti della Madonna significa mettere Gesù a fondamento della nostra vita. Iniziamo a trasformare la preghiera in vita e la vita in preghiera».
Nell'omelia rivolta ai fedeli, il vescovo S.E. Mons. Domenico Cornacchia ha ricordato: «È chiaro che i destinatari del Regno di Dio, regno di pace, amore e misericordia, vadano oltre il numero chiuso degli Ebrei o del Popolo eletto. Gesù è venuto per i pagani, per i forestieri, per coloro i quali sono lontani dalla sua Parola. Dio è quindi Padre di tutti. La fede, infatti, è l'unica forza dell'uomo che mette allo scoperto il punto debole di Dio: se c'è fede, il Signore è disposto ad elargire qualsiasi cosa a nostro favore».
Ripercorrendo le letture, il prelato ha voluto sottolineare l'importanza di una fede autentica, che vada ben oltre le prescrizioni della Chiesa, che sia pratica del cuore quotidiana: «Nel grido di una madre di una ragazza ammalata - ha detto Mons. Cornacchia - c'è la supplica di ciascuno di noi. Lei non dispera e tocca il cuore di Gesù che fissa il suo volto dicendo: "Donna davvero grande è la tua fede, ti sia fatto come desideri". Gesù, come ricordato, si lascia vincere, intenerire il cuore più dalla fede della mamma, che dall'ostentazione della legge da parte dei suoi discepoli»
Quindi una esortazione calata nella realtà contemporanea, nel fluire quotidiano delle nostre esistenze, perché questa festa, questi riti collettivi non siano vuote ostentazioni esteriori, ma concreti passi sulla via della redenzione: «Non perdiamoci d'animo e cominciamo a mutare stile di vita - ha esortato Mons. Cornacchia, concludendo la sua omelia -. Che gli altri se ne accorgano però. Essere devoti della Madonna significa mettere Gesù a fondamento della nostra vita. Iniziamo a trasformare la preghiera in vita e la vita in preghiera».