"Conversazioni dal mare", Gaia Tortora racconta l'odissea giudiziaria del padre
Nell'ultima serata, spazio ad intreccio tra sentimenti profondi e cronaca
martedì 25 giugno 2024
17.04
Tanta bellezza narrativa e letteraria nei tre giorni della Rassegna "Conversazioni dal mare", kermesse letteraria organizzata da Artemia Eventi e presentata da un professionista qual è Tommaso Amato. Nell'ultima serata, tra gli incontri, quello con la giornalista Gaia Tortora che ha attraversato la sua vita, presentando il suo libro "Testa alta, e avanti", dialogando con Paola Natalicchio, giornalista ed ex sindaco della città di Molfetta. La presentazione si è colorata di tinte ora forti ora tenui per raccontare un caso drammatico, ingiusto e inaccettabile di mala giustizia che ha visto protagonista Enzo Tortora.
Il libro di Gaia Tortora, vice direttrice del tg di La 7, racconta la vicenda giudiziaria relativa all'arresto di suo padre Enzo Tortora e conduce per mano il pubblico attraverso fatti ed eventi correlati alla vicenda. Paola Natalicchio, moderatrice dell'incontro con sempre opportuni spunti di riflessioni e interventi, ci ha dato la possibilità di entrare con delicatezza in una storia non facile, in una storia disgustosa che riguarda il nostro paese : l'arresto del giornalista Enzo Tortora con le annesse accuse a lui attribuite dai magistrati della Procura di Napoli.
Erano i tempi della tv dei grandi presentatori. A Roma la notte del 17 giugno 1983, alle ore quattro il noto e apprezzato giornalista e conduttore televisivo era in hotel quando fecero irruzione i carabinieri per trarlo in arresto: su di lui un'accusa infamante, essere affiliato alla Nuova Camorra Organizzata di Raffaele Cutolo. «Ricorderò sempre il giorno dell'arresto, dovevo sostenere gli esami di terza media, giorno importante per me e l'inizio di una vita devastante- ha subito affermato la giornalista Gaia Tortora».
La presentazione del libro
Gaia Tortora ha raccontato la storia dell'arresto, un momento di forte intensità ed emozione, che ha dato al numeroso pubblico interessanti e drammatici punti sui quali riflettere.
Tra i suoi ricordi esternati con garbo e raffinatezza espressiva la scrittrice ha raccontato che quando presentò il libro a Roma in una scuola, un signore le si avvicinò e le disse che era l'uomo che aveva arrestato suo padre; era l' ex comandante dei carabinieri che le raccontò di una procedura strana nello svolgimento dell'arresto nel quale si era rifiutato di ammanettare un uomo perbene.
«Mio padre con le manette, ebbe un collasso quanto si rese conto del mandato di arresto... tanti ricordi e una sofferenza nell'aver visto quelle manette, non ce n'era bisogno- ha così affermato Gaia Tortora».
Paola Natalicchio ha evidenziato la profonda ingiustizia verso una persona perbene, accusato da due pentiti di essere spacciatore di droga nel suo ambiente lavorativo e, nonostante la grande insostenibiltà e incertezza delle prove raccolte il giornalista andò in carcere condannato a sei anni e dieci mesi. Paola Natalicchio ha manifestato il suo sdegno su questa vicenda.
Le manette, l'edizione del tg2 flash delle ore 12.00, sgradevoli articoli di giornali con titoli inaccettabili sono elementi che frullano nella mente e toccano il cuore : era tutto esageratamente ingiusto proprio perché non c'erano prove certe. Ecco che ci si sofferma a riflettere: prima si devono verificare tutti i dati e capi di accusa per poter mettere in carcere una persona.
Esperienza devastante raccontata dal punto d vista di una persona che ha vissuto come l'esplosione di una bomba atomica ciò che è accaduto a lei e alla sua famiglia perbene che ha visto quanto dolore ha provato suo padre.
Dopo quattro anni di carcere nel giugno del 1987 Enzo Tortora fu assolto con formula piena. E, finalmente, chiuso questo brutto capitolo con tanta emozione potè ritornare in tv accolto con affetto dal suo pubblico che lo ha sempre sostenuto. Il suo " dove eravamo rimasti…" diverrà uno dei momenti più emozionanti della bella televisione italiana.
«Ho scritto il libro anche per tutti quelli che non hanno avuto la possibilità di raccontare un'ingiusta esperienza vissuta pari a questa- ha proseguito la giornalista Gaia Tortora -. Ho provato qualcosa di devastante perché un giorno qualcuno decide che la tua vita deve cambiare definitivamente: tanti gli errori commessi dal CSM su mio padre».
Paola Natalicchio: «Grazie a Gaia Tortora abbiamo potuto attraversare la storia che lei ha voluto condividere in questa edizione di "Conversazioni dal Mare" svoltasi a Giovinazzo»
«Mi auguro che ogni persona di fronte ad un evento o esperienza di vita riesca sempre a fare le sue considerazioni traendo le conclusioni senza condizionamenti esterni», ha sottolineato l'autrice.
Molto toccante il momento in cui lei ha dedicato un pensiero a Gino Cecchettin papà di Giulia, uccisa dal suo fidanzato e a Ilaria Cucchi per sottolineare l'importanza dell'attuazione della riforma della giustizia. Sul modo di fare giustizia e di fare informazione e sul ruolo che quest'ultima ha nel condizionare il pensiero della società così tempo fa si espresse Gaia Tortora. «Se, come cittadini, dobbiamo esigere una giustizia giusta, come giornalista sento l'obbligo di sottolineare che la giustizia non può prescindere da un sistema dell'informazione più etico». Il suo pensiero è sempre attuale.
Il libro di Gaia Tortora, vice direttrice del tg di La 7, racconta la vicenda giudiziaria relativa all'arresto di suo padre Enzo Tortora e conduce per mano il pubblico attraverso fatti ed eventi correlati alla vicenda. Paola Natalicchio, moderatrice dell'incontro con sempre opportuni spunti di riflessioni e interventi, ci ha dato la possibilità di entrare con delicatezza in una storia non facile, in una storia disgustosa che riguarda il nostro paese : l'arresto del giornalista Enzo Tortora con le annesse accuse a lui attribuite dai magistrati della Procura di Napoli.
Erano i tempi della tv dei grandi presentatori. A Roma la notte del 17 giugno 1983, alle ore quattro il noto e apprezzato giornalista e conduttore televisivo era in hotel quando fecero irruzione i carabinieri per trarlo in arresto: su di lui un'accusa infamante, essere affiliato alla Nuova Camorra Organizzata di Raffaele Cutolo. «Ricorderò sempre il giorno dell'arresto, dovevo sostenere gli esami di terza media, giorno importante per me e l'inizio di una vita devastante- ha subito affermato la giornalista Gaia Tortora».
La presentazione del libro
Gaia Tortora ha raccontato la storia dell'arresto, un momento di forte intensità ed emozione, che ha dato al numeroso pubblico interessanti e drammatici punti sui quali riflettere.
Tra i suoi ricordi esternati con garbo e raffinatezza espressiva la scrittrice ha raccontato che quando presentò il libro a Roma in una scuola, un signore le si avvicinò e le disse che era l'uomo che aveva arrestato suo padre; era l' ex comandante dei carabinieri che le raccontò di una procedura strana nello svolgimento dell'arresto nel quale si era rifiutato di ammanettare un uomo perbene.
«Mio padre con le manette, ebbe un collasso quanto si rese conto del mandato di arresto... tanti ricordi e una sofferenza nell'aver visto quelle manette, non ce n'era bisogno- ha così affermato Gaia Tortora».
Paola Natalicchio ha evidenziato la profonda ingiustizia verso una persona perbene, accusato da due pentiti di essere spacciatore di droga nel suo ambiente lavorativo e, nonostante la grande insostenibiltà e incertezza delle prove raccolte il giornalista andò in carcere condannato a sei anni e dieci mesi. Paola Natalicchio ha manifestato il suo sdegno su questa vicenda.
Le manette, l'edizione del tg2 flash delle ore 12.00, sgradevoli articoli di giornali con titoli inaccettabili sono elementi che frullano nella mente e toccano il cuore : era tutto esageratamente ingiusto proprio perché non c'erano prove certe. Ecco che ci si sofferma a riflettere: prima si devono verificare tutti i dati e capi di accusa per poter mettere in carcere una persona.
Esperienza devastante raccontata dal punto d vista di una persona che ha vissuto come l'esplosione di una bomba atomica ciò che è accaduto a lei e alla sua famiglia perbene che ha visto quanto dolore ha provato suo padre.
Dopo quattro anni di carcere nel giugno del 1987 Enzo Tortora fu assolto con formula piena. E, finalmente, chiuso questo brutto capitolo con tanta emozione potè ritornare in tv accolto con affetto dal suo pubblico che lo ha sempre sostenuto. Il suo " dove eravamo rimasti…" diverrà uno dei momenti più emozionanti della bella televisione italiana.
«Ho scritto il libro anche per tutti quelli che non hanno avuto la possibilità di raccontare un'ingiusta esperienza vissuta pari a questa- ha proseguito la giornalista Gaia Tortora -. Ho provato qualcosa di devastante perché un giorno qualcuno decide che la tua vita deve cambiare definitivamente: tanti gli errori commessi dal CSM su mio padre».
Paola Natalicchio: «Grazie a Gaia Tortora abbiamo potuto attraversare la storia che lei ha voluto condividere in questa edizione di "Conversazioni dal Mare" svoltasi a Giovinazzo»
«Mi auguro che ogni persona di fronte ad un evento o esperienza di vita riesca sempre a fare le sue considerazioni traendo le conclusioni senza condizionamenti esterni», ha sottolineato l'autrice.
Molto toccante il momento in cui lei ha dedicato un pensiero a Gino Cecchettin papà di Giulia, uccisa dal suo fidanzato e a Ilaria Cucchi per sottolineare l'importanza dell'attuazione della riforma della giustizia. Sul modo di fare giustizia e di fare informazione e sul ruolo che quest'ultima ha nel condizionare il pensiero della società così tempo fa si espresse Gaia Tortora. «Se, come cittadini, dobbiamo esigere una giustizia giusta, come giornalista sento l'obbligo di sottolineare che la giustizia non può prescindere da un sistema dell'informazione più etico». Il suo pensiero è sempre attuale.