Controversia Natalicchio-Galizia, «inammissibile l'intervento dell'Ente»
Il Tribunale rigetta la domanda dell'ex ufficiale dell'Arma, condannandolo al pagamento delle spese
giovedì 11 agosto 2016
05.30
«Ho sempre avuto fiducia nella giustizia italiana e continuerò ad avere la massima fiducia nella nostra magistratura».
Così, Antonio Galizia, commenta la sentenza n. 4383/2016, emessa dal giudice unico della Sezione Stralcio del Tribunale Ordinario di Bari, Marina Cavallo, la quale si è espressa sull'intervento del Comune di Giovinazzo nella controversia tra il candidato sindaco del polo di centrodestra alle elezioni comunali del 2012, adesso rappresentante del gruppo Area Popolare e Nuovo Centrodestra, e l'ex primo cittadino Antonello Natalicchio. La sentenza è stata depositata il 2 agosto scorso.
Tutto è iniziato, infatti, proprio con una lite instaurata dallo stesso Galizia quando ancora non era sceso in politica. Punti di vista differenti, lo avevano portato a citare in giudizio Natalicchio, allora sindaco di Giovinazzo. Lo stesso Natalicchio, con una delibera di Giunta, aveva inteso farsi difendere dall'avvocatura comunale poiché le sue affermazioni erano state il frutto del ruolo che ricopriva in quel momento.
Dopo le elezioni del 2012, a Palazzo di Città cambiò la maggioranza. Galizia intanto era stato candidato sindaco per il centro-destra ed era quindi stato eletto, nell'assise comunale, come consigliere di opposizione. Aveva chiesto e non ottenuto, dalla nuova Giunta intanto insediatasi, il ritiro di quella delibera che concedeva a Natalicchio la difesa come sindaco e non come privato cittadino.
Insomma, Galizia avrebbe voluto che la controversia si risolvesse per vie privatistiche, ma dal Comune di Giovinazzo gli avevano confermato che si sarebbe andati avanti così perché non vi erano i presupposti giuridici per modificare quel provvedimento. Nel frattempo è arrivato in Cassazione il procedimento che ha sancito definitivamente l'incompatibilità dell'ex comandante della locale Stazione dei Carabinieri con la carica di consigliere comunale, perché in causa con lo stesso Ente.
Al suo posto c'è già da tempo Ruggero Iannone ed i vari gradi di giudizio non hanno quindi cambiato l'esito delle cose. Sino al 26 luglio scorso, quando il giudice, pronunciandosi sulla richiesta di Galizia, e seppur «rigettando la domanda», ha dichiarato «inammissibile l'intervento del Comune», condannando l'attore al «pagamento delle spese di lite del convenuto che si liquidano in 7.795 euro e compensando le spese di liti tra l'attore e l'interventore».
Una sentenza che lo stesso Galizia commenta così: «Dopo tre anni di mortificazioni e umiliazioni ingiuste - ha detto - il giudice civile del Tribunale ha emesso la sentenza con effetto immediato e non appellabile da parte del Comune per "inammissibilità dell'intervento del Comune di Giovinazzo" con compensazione delle spese tra l'attore e l'interventore.
Naturalmente - continua Galizia - la sentenza è già esecutiva e sono state avviate le notifiche al Prefetto di Bari e al Segretario comunale per dare esecuzione al provvedimento. Ora sono al vaglio dei miei legali le iniziative da prendere nelle competenti sedi giudiziarie. Intanto è già partita la richiesta al Ministero della Giustizia per il risarcimento da ingiusto danno da me patito.
Non avevo nessuna lite pendente con il Comune di Giovinazzo e quindi nessuna incompatibilità. Evidentemente - prosegue - la mia presenza in Consiglio Comunale dava molto fastidio e la maggioranza con una pretestuosa incompatibilità mi ha privato di rappresentare 3.400 elettori che avevano visto in me una figura di riferimento per vigilare sugli atti amministrativi.
Ringrazio i miei legali per avermi sostenuto in tutte le cause per giungere ad una verità inconvertibile. Rientrerò in Consiglio Comunale - conclude Galizia - con l'appartenenza al gruppo di Area Popolare-NCD, del quale sono il coordinatore cittadino».
Sin qui quello che Galizia sostiene, apparso anche su Facebook, prima di un confronto con i suoi stessi legali. Per una completa informazione dobbiamo precisare che ci sono differenti interpretazioni di questa sentenza e che attendiamo una eventuale risposta degli amministratori attuali. Precisiamo, infine, che da Palazzo di Città ci hanno informato che la notifica della sentenza non c'è ancora e che potranno esprimersi in maniera esaustiva, come è giusto, solo allora.
Così, Antonio Galizia, commenta la sentenza n. 4383/2016, emessa dal giudice unico della Sezione Stralcio del Tribunale Ordinario di Bari, Marina Cavallo, la quale si è espressa sull'intervento del Comune di Giovinazzo nella controversia tra il candidato sindaco del polo di centrodestra alle elezioni comunali del 2012, adesso rappresentante del gruppo Area Popolare e Nuovo Centrodestra, e l'ex primo cittadino Antonello Natalicchio. La sentenza è stata depositata il 2 agosto scorso.
Tutto è iniziato, infatti, proprio con una lite instaurata dallo stesso Galizia quando ancora non era sceso in politica. Punti di vista differenti, lo avevano portato a citare in giudizio Natalicchio, allora sindaco di Giovinazzo. Lo stesso Natalicchio, con una delibera di Giunta, aveva inteso farsi difendere dall'avvocatura comunale poiché le sue affermazioni erano state il frutto del ruolo che ricopriva in quel momento.
Dopo le elezioni del 2012, a Palazzo di Città cambiò la maggioranza. Galizia intanto era stato candidato sindaco per il centro-destra ed era quindi stato eletto, nell'assise comunale, come consigliere di opposizione. Aveva chiesto e non ottenuto, dalla nuova Giunta intanto insediatasi, il ritiro di quella delibera che concedeva a Natalicchio la difesa come sindaco e non come privato cittadino.
Insomma, Galizia avrebbe voluto che la controversia si risolvesse per vie privatistiche, ma dal Comune di Giovinazzo gli avevano confermato che si sarebbe andati avanti così perché non vi erano i presupposti giuridici per modificare quel provvedimento. Nel frattempo è arrivato in Cassazione il procedimento che ha sancito definitivamente l'incompatibilità dell'ex comandante della locale Stazione dei Carabinieri con la carica di consigliere comunale, perché in causa con lo stesso Ente.
Al suo posto c'è già da tempo Ruggero Iannone ed i vari gradi di giudizio non hanno quindi cambiato l'esito delle cose. Sino al 26 luglio scorso, quando il giudice, pronunciandosi sulla richiesta di Galizia, e seppur «rigettando la domanda», ha dichiarato «inammissibile l'intervento del Comune», condannando l'attore al «pagamento delle spese di lite del convenuto che si liquidano in 7.795 euro e compensando le spese di liti tra l'attore e l'interventore».
Una sentenza che lo stesso Galizia commenta così: «Dopo tre anni di mortificazioni e umiliazioni ingiuste - ha detto - il giudice civile del Tribunale ha emesso la sentenza con effetto immediato e non appellabile da parte del Comune per "inammissibilità dell'intervento del Comune di Giovinazzo" con compensazione delle spese tra l'attore e l'interventore.
Naturalmente - continua Galizia - la sentenza è già esecutiva e sono state avviate le notifiche al Prefetto di Bari e al Segretario comunale per dare esecuzione al provvedimento. Ora sono al vaglio dei miei legali le iniziative da prendere nelle competenti sedi giudiziarie. Intanto è già partita la richiesta al Ministero della Giustizia per il risarcimento da ingiusto danno da me patito.
Non avevo nessuna lite pendente con il Comune di Giovinazzo e quindi nessuna incompatibilità. Evidentemente - prosegue - la mia presenza in Consiglio Comunale dava molto fastidio e la maggioranza con una pretestuosa incompatibilità mi ha privato di rappresentare 3.400 elettori che avevano visto in me una figura di riferimento per vigilare sugli atti amministrativi.
Ringrazio i miei legali per avermi sostenuto in tutte le cause per giungere ad una verità inconvertibile. Rientrerò in Consiglio Comunale - conclude Galizia - con l'appartenenza al gruppo di Area Popolare-NCD, del quale sono il coordinatore cittadino».
Sin qui quello che Galizia sostiene, apparso anche su Facebook, prima di un confronto con i suoi stessi legali. Per una completa informazione dobbiamo precisare che ci sono differenti interpretazioni di questa sentenza e che attendiamo una eventuale risposta degli amministratori attuali. Precisiamo, infine, che da Palazzo di Città ci hanno informato che la notifica della sentenza non c'è ancora e che potranno esprimersi in maniera esaustiva, come è giusto, solo allora.