Continua a Giovinazzo il ponte tra italiani e comunità georgiana
Incontro all'interno del percorso “Il cantiere della strada e del villaggio” promosso dalla Vicaria di Giovinazzo
martedì 4 luglio 2023
Nell'ambito delle iniziative promosse dalla Vicaria di Giovinazzo sono stati inseriti incontri a tema su "Il cantiere della strada e del villaggio" in riferimento al Cammino Sinodale che la nostra città, appartenente alla Chiesa diocesana, sta vivendo. In questo percorso si è inserito un incontro allargato nella parrocchia San Domenico con l'obiettivo di curare un momento approfondito su mondi e realtà che spesso restano in silenzio o inascoltati: gli ambienti della cultura e delle altre religioni, dell'impegno sociale e politico, del lavoro, del volontariato con particolare attenzione rivolta al mondo delle povertà. Ed è proprio su questo cammino che sono stati organizzati altri incontri con gli stranieri residenti sul nostro territorio nella direzione dell'accoglienza e dell'inclusione. Ad uno di questi momenti di ascolto e confronto, organizzato da Rosa Serrone e Don Pietro Rubini, svoltosi qualche giorno fa nella sede dell' Associazione "Don Saverio Bavaro - Biblioteca dei ragazzi Antonio Daconto Odv" ha partecipato un gruppo di signore georgiane che risiedono a Giovinazzo e che qui lavorano come badanti.
L'incontro nel commento di Rosa Serrone
«L'iniziativa ha fatto riferimento al recente sinodo in cui si valorizza la conoscenza del territorio e degli stranieri che vivono nelle nostre cittadine - ci ha detto Rosa Serrone -. Abbiamo contattato i referenti dei vari gruppi di stranieri presenti sul nostro territorio. Le signore georgiane hanno uno squisito senso della comunità e hanno partecipato ad uno dei nostri incontri raccontando esperienze legate al loro mondo e al loro stile di vita. Don Pietro Rubini ha chiesto le storie personali di ognuna di loro, se avessero problemi per professare la loro religione. Loro ci hanno detto che per motivi di lavoro non sempre riescono ad andare a Bari a pregare nella Basilica di San Nicola o alla Chiesa Russa, luoghi di riferimento della loro fede. Queste donne ci hanno chiesto di organizzare incontri, come avvenuto in passato, nei quali poter far conoscere i loro usi e le loro tradizioni anche ai giovani e ci siamo ripromessi di organizzarci in autunno in tal senso».
«Don Pietro mi ha chiesto se il lavoro di badante che faccio è pesante e ho risposto che se non hai cuore, se non ami gli anziani non puoi fare questo lavoro-ha così affermato la signora Maia Shatirshvili.
Mi ha chiesto del nostro modo di pregare e ho spiegato che noi accendiamo candele sottili di cera e recitiamo anche il Padre Nostro. Una differenza tra la Chiesa georgiana che è ortodossa e la chiesa cattolica sta nel pregare in piedi perché nelle nostre chiese non ci sono i banchi; chi è anziano o malato può avere una sedia. Abbiamo raccontato a Don Pietro alcune cose della nostra vita, noi abbiamo salvato le nostre famiglie lavorando in Italia, siamo in tante e abbiamo aiutato l'economia del nostro paese. L'incontro è stato bello per tutte noi perché abbiamo fatto conoscere qualcosa in più della nostra religione, delle nostre tradizioni; abbiamo anche raccontato del nostro lavoro, stiamo bene, siamo accolte nelle famiglie, diamo rispetto e lo riceviamo».
L'incontro nel commento di Rosa Serrone
«L'iniziativa ha fatto riferimento al recente sinodo in cui si valorizza la conoscenza del territorio e degli stranieri che vivono nelle nostre cittadine - ci ha detto Rosa Serrone -. Abbiamo contattato i referenti dei vari gruppi di stranieri presenti sul nostro territorio. Le signore georgiane hanno uno squisito senso della comunità e hanno partecipato ad uno dei nostri incontri raccontando esperienze legate al loro mondo e al loro stile di vita. Don Pietro Rubini ha chiesto le storie personali di ognuna di loro, se avessero problemi per professare la loro religione. Loro ci hanno detto che per motivi di lavoro non sempre riescono ad andare a Bari a pregare nella Basilica di San Nicola o alla Chiesa Russa, luoghi di riferimento della loro fede. Queste donne ci hanno chiesto di organizzare incontri, come avvenuto in passato, nei quali poter far conoscere i loro usi e le loro tradizioni anche ai giovani e ci siamo ripromessi di organizzarci in autunno in tal senso».
Il pensiero espresso da una donna georgiana
Per conoscere un racconto diretto abbiamo sentito una delle donne georgiane Maia Shatirshvili che ha partecipato all'incontro e che vive e lavora a Giovinazzo da tredici anni. Lei, insieme a Teona Botkoveli sono i punti di riferimento del grande gruppo di georgiane residenti in molte famiglie della nostra cittadina. Ecco cosa ci ha detto.«Don Pietro mi ha chiesto se il lavoro di badante che faccio è pesante e ho risposto che se non hai cuore, se non ami gli anziani non puoi fare questo lavoro-ha così affermato la signora Maia Shatirshvili.
Mi ha chiesto del nostro modo di pregare e ho spiegato che noi accendiamo candele sottili di cera e recitiamo anche il Padre Nostro. Una differenza tra la Chiesa georgiana che è ortodossa e la chiesa cattolica sta nel pregare in piedi perché nelle nostre chiese non ci sono i banchi; chi è anziano o malato può avere una sedia. Abbiamo raccontato a Don Pietro alcune cose della nostra vita, noi abbiamo salvato le nostre famiglie lavorando in Italia, siamo in tante e abbiamo aiutato l'economia del nostro paese. L'incontro è stato bello per tutte noi perché abbiamo fatto conoscere qualcosa in più della nostra religione, delle nostre tradizioni; abbiamo anche raccontato del nostro lavoro, stiamo bene, siamo accolte nelle famiglie, diamo rispetto e lo riceviamo».