Condannati i componenti della banda dei bancomat
Sette gli episodi accertati tra furti e rapine in provincia di Bari: uno anche a Giovinazzo
venerdì 30 gennaio 2015
15.57
Furti e rapine da Bitonto a Firenze, passando per Santeramo in Colle e Avellino. La banda dei bancomat colpiva istituti di credito in diverse regioni d'Italia.
Per i reati di associazione per delinquere finalizzata a furti e rapine, ricettazione e detenzione di armi il giudice dell'udienza preliminare del Tribunale di Bari, Roberto Oliveri del Castillo, ha condannato a pene comprese fra gli 8 e i 3 anni di reclusione sette presunti componenti della banda e ha assolto altri quattro imputati. Stando alle indagini della Procura della Repubblica del capoluogo la base operativa del gruppo criminale era Bitonto, all'interno dell'attività imprenditoriale gestita da uno dei presunti capi dell'organizzazione, il pregiudicato Antonio Amendolagine.
I presunti componenti dell'organizzazione nascondevano in un muretto a secco giubbotti antiproiettile, fucili, bombe, munizioni che poi utilizzavano per i colpi agli istituti di credito. Sette gli episodi accertati tra furti e rapine in provincia di Bari: a Bitonto, Terlizzi, Giovinazzo (il 19 ottobre 2010, ai danni dell'istituto bancario UniCredit Banca di via Bari), Santeramo in Colle, Acquaviva delle Fonti e Noicattaro), nel tarantino, ad Avellino e in provincia di Firenze, nel periodo compreso fra il giugno 2010 e il gennaio 2012, con un bottino complessivo di oltre 170.000 euro.
Nell'ambito di questa indagini alcuni degli imputati sono stati arrestati in un blitz della Squadra Mobile di Bari il 24 gennaio 2012. Al termine del processo celebrato con rito abbreviato il giudice ha condannato i pregiudicati Antonio Amendolagine, Giuseppe Climaco, Bruno Montani, vicino al clan Montani del quartiere San Paolo di Bari, e Michele Saracino (a 8 anni di reclusione e al pagamento di 2.000 euro di multa), Domenico Elia a 4 anni di reclusione e 1.500 euro di multa, Francesco Lapomarda e Riccardo Zingaro a 3 anni di reclusione e 1.500 euro di multa.
Assolti da ogni accusa «per non aver commesso il fatto» Giuseppe Tarantino, Pasquale Fallacara, Alessandro D'Attolico e Leonardo Cafaro.
Per i reati di associazione per delinquere finalizzata a furti e rapine, ricettazione e detenzione di armi il giudice dell'udienza preliminare del Tribunale di Bari, Roberto Oliveri del Castillo, ha condannato a pene comprese fra gli 8 e i 3 anni di reclusione sette presunti componenti della banda e ha assolto altri quattro imputati. Stando alle indagini della Procura della Repubblica del capoluogo la base operativa del gruppo criminale era Bitonto, all'interno dell'attività imprenditoriale gestita da uno dei presunti capi dell'organizzazione, il pregiudicato Antonio Amendolagine.
I presunti componenti dell'organizzazione nascondevano in un muretto a secco giubbotti antiproiettile, fucili, bombe, munizioni che poi utilizzavano per i colpi agli istituti di credito. Sette gli episodi accertati tra furti e rapine in provincia di Bari: a Bitonto, Terlizzi, Giovinazzo (il 19 ottobre 2010, ai danni dell'istituto bancario UniCredit Banca di via Bari), Santeramo in Colle, Acquaviva delle Fonti e Noicattaro), nel tarantino, ad Avellino e in provincia di Firenze, nel periodo compreso fra il giugno 2010 e il gennaio 2012, con un bottino complessivo di oltre 170.000 euro.
Nell'ambito di questa indagini alcuni degli imputati sono stati arrestati in un blitz della Squadra Mobile di Bari il 24 gennaio 2012. Al termine del processo celebrato con rito abbreviato il giudice ha condannato i pregiudicati Antonio Amendolagine, Giuseppe Climaco, Bruno Montani, vicino al clan Montani del quartiere San Paolo di Bari, e Michele Saracino (a 8 anni di reclusione e al pagamento di 2.000 euro di multa), Domenico Elia a 4 anni di reclusione e 1.500 euro di multa, Francesco Lapomarda e Riccardo Zingaro a 3 anni di reclusione e 1.500 euro di multa.
Assolti da ogni accusa «per non aver commesso il fatto» Giuseppe Tarantino, Pasquale Fallacara, Alessandro D'Attolico e Leonardo Cafaro.