Condannati ad un ulteriore sacrificio? L’allarme del comitato "No alla discarica"

«Non possiamo pagare gli egoismi e le mancanze degli altri territori»

lunedì 26 gennaio 2015 10.07
«Come hanno potuto ascoltare nostri rappresentanti, invitati come osservatori, tutti i sindaci lì riuniti hanno concordato su una priorità: premere sulla "Daneco Impianti" per rispondere a carenze e rilievi evidenziati dalle ispezioni dell'Arpa Puglia, così da spingere quest'ultima a dare parere favorevole alla riapertura e all'ulteriore sfruttamento della discarica di Giovinazzo».

Così scrive in un documento il comitato "Per la salute pubblica, no alla discarica" all'indomani della riunione dell'Ato, l'ambito ottimale per lo smaltimento dei rifiuti, a cui alcuni rappresentanti del comitato avevano partecipato in qualità di semplici uditori. «Si sta avverando quello che temevamo. Quella che si sta prospettando è una soluzione gravissima, perché da una parte si chiede a Giovinazzo un ulteriore sacrificio, dall'altra non si risolve l'emergenza generale se non per pochi mesi».

Il comitato punta il dito anche sulla posizione assunta dal sindaco Tommaso Depalma in quella assemblea. «Invece di difendere la posizione unanime presa dal consiglio comunale il 9 gennaio con la revoca della precedente ordinanza - si legge nel documento - il sindaco si è limitato a chiedere la collaborazione degli altri amministratori nel tentativo di far ingoiare ai giovinazzesi il boccone amaro della riapertura della discarica. Così non va. Giovinazzo non può pagare gli egoismi degli altri territori, i ritardi e le mancanze delle altre istituzioni».

Per questo il comitato annuncia una assemblea cittadina che si terrà il 30 gennaio alle ore 19.00 nell'auditorium "don Tonino Bello" a cui saranno invitati tutti i partiti e tutti i consiglieri comunali «per sentire le loro reali posizioni e per far sentire la nostra voce. C'è bisogno di chiarezza. Di qui a poco tempo vi sarebbe una nuova emergenza, con il rischio di nuove tentazioni. Sempre a danno del nostro Comune».

Il riferimento è al pericolo che anche il V lotto, da sito di soccorso al biostabilizzatore, la cui costruzione è di la da venire, sia utilizzato per nuovi abbancamenti di rifiuti solidi urbani non lavorati.