Conclusa "Arte in Città": le nostre riflessioni con le protagoniste

Chiacchierata con Pina Demartino ed Elisa Raguseo, premiate dalla Touring Juvenatium con la sorella di Pietro Messere

sabato 16 giugno 2018 10.27
A cura di Gabriella Serrone
«Abbiamo creduto tantissimo in questa esposizione e lavoreremo affinché diventi un appuntamento fisso del programma della nostra associazione, che possa aprire ogni anno l'Estate giovinazzese».

Questo il pensiero di Vito Fumai, Presidente della Touring Juvenatium, intervenuto ieri sera nel corso della penultima serata della mostra pittorica "Arte in Città", che l'associazione ha ideato per omaggiare gli artisti e farsi portavoce del pensiero dell'Assessore alla Cultura, Anna Vacca.

Un progetto studiato con delicatezza ed estrema sensibilità per l'arte e la cultura, quello realizzato dalla Touring, sempre più attenta a mettere in luce il valore degli artisti giovinazzesi e creare per loro vetrine importanti, che possano farli uscire dalle botteghe personali ed incontrare il pubblico. L'associazione ha sposato questa idea sin da questa prima edizione scegliendo di esporre i dipinti di Pina Demartino, Pietro Messere ed Elisa Raguseo, alcuni di loro già più volte apprezzati per una spiccata vena poetica. La stessa che caratterizza Pasquale Colucci, capace di proporsi in musica per questa occasione.

Pace, solidarietà, fratellanza e profonda fede, secondo gli insegnamenti cristiani, quelli veicolati dal messaggio straordinario di don Tonino Bello. Questi i temi presenti nelle opere del poliedrico Pietro Messere, veicolati con un tripudio di colori accesi e netti, che colpiscono ed invogliano a guardare i particolari. Opere di cui la famiglia Messere è venuta a conoscenza solo due anni fa ed in cui ha ritrovato Pietro pur scoprendo un altro lato più nascosto, come sottolineato dalla sorella Isa.

Anche le tele di Pina Demartino mettono lo spettatore in comunicazione con l'anima dell'artista e descrivono sfumature di stati d'animo che l'hanno accompagnata in un periodo della sua vita, tutti accomunati da un insaziabile bisogno di serenità. «Ci sono io in questi quadri – ha confessato ai nostri taccuini -. Ogni tela descrive un momento preciso di un mio periodo, anche se in realtà non è stato voluto ed ho trasmesso tutto sulla tela istintivamente, senza realizzare che ciò che dipingevo fosse in connessione con i miei sentimenti».

Non si fa fatica allora a ricostruire un percorso che comincia dal quadro intitolato "Speranza", in cui una barca viene sballottata da un mare in tempesta ed un tramonto sullo sfondo, prosegue con "Fermo Immagine", che rispecchia nel paesaggio innevato un senso di impotenza ed al tempo stesso di incredulità, e con "R come", in cui i sentimenti più intimi ed al tempo stesso contrastanti che cominciano per la lettera r danno un nome ad un cielo rosso intenso, e si conclude con un ciclo di tele, come "Riflessi di luce", in cui l'acqua è protagonista a simboleggiare la vita che scorre nonostante tutto, capace di lavare il dolore e di rigenerare l'esistenza che riprende il suo corso tumultuoso.

Puro divertimento e sperimentazione sono invece le parole chiave dei quadri di Elisa Raguseo. Per la giovane artista, "Arte in Città" segna un ritorno atteso e fortemente desiderato alla pittura dopo tre anni di pausa, in cui la Raguseo non ha mai smesso di pensare ai suoi quadri, di progettare, o, come lei stessa ci ha detto, di «dipingere con la mente». Poi, a settembre 2017, l'occasione di tornare alla pittura, un'esigenza di vita più che una passione, che l'ha portata a realizzare dipinti di getto, con la gioia di una bambina ed una rapidità sorprendente, quasi come fossero già stati fatti e l'artista dovesse solo riprodurli. «Avevo già programmato e studiato tutto nei particolari, per cui è bastato solo riprodurre sulla tela progetti concepiti già nel corso dei tre anni in cui sono stata ferma», ci ha spiegato la pittrice.

Un ritorno alla pittura sancito dalla scelta di formati più piccoli e poi con l'uso della spatola per dare seguito a quell'istintività dei primi momenti di produzione con cui ha realizzato i quadri con le barche, come "Hope". Non solo barche, ma anche bolle, elementi circolari e piume, queste ultime a significare un inconscio bisogno di leggerezza. «Da quando ho ripreso ho pensato solo a divertirmi – ha continuato a spiegarci -. Volevo solo giocare con i colori e cimentarmi a fare cose che non avevo mai fatto prima. Sperimentazione, quindi, ma anche riflessione, visibile in "Emozioni", che vuole essere un invito a fermarsi in contemplazione di fronte al mare ed a trovare in lui un amico sincero e confidente.

La mostra è stata curata con meticolosità da Sergio Marrano, direttore artistico di tutti gli eventi culturali targati Touring Juvenatium, le cui scelte hanno mirato alla valorizzazione delle opere. L'allestimento pacato, con pannelli "vintage" e l'associazione di fiocchi colorati alle tele delle pittrici, blu e oro per Pina Demartino ed arancio e viola per Elisa Raguseo, intende non caricare di altri elementi le già belle e complete opere.