Comunità Solidale per malati di Alzheimer: Giovinazzo capitale del Sud
La ha reso noto la Federazione Alzheimer Italia
mercoledì 22 febbraio 2017
07.30
Giovinazzo come Abbiategrasso, in provincia di Milano, punto di riferimento per la sperimentazione delle Comunità Solidali amiche delle persone con Alzheimer e Demenza. La cittadina lombarda al Nord, Giovinazzo nel Mezzogiorno.
L'annuncio è arrivato dalla Federazione Alzheimer Italia che ha evidenziato come entrambi i comuni, caratterizzati dal forte senso di solidarietà sociale, «stanno realizzando programmi annuali incentrati su due linee operative, una rivolta al supporto dei malati e delle famiglie che convivono con questa delicata patologia; l'altra dedicata al contesto sociale locale con opere di sensibilizzazione e di formazione per tutte le categorie di cittadini».
A Giovinazzo il grande merito va alla Cooperativa Anthropos ed alla struttura Gocce di Memoria, da anni perno di questa attività importantissima, realtà consolidatasi attraverso le esperienze di differenti Amministrazioni comunali.
Per costituire queste comunità solidali al servizio degli ammalati, nella nostra cittadina si è iniziato con i membri del Corpo di Polizia Locale, poi con commercianti ed insegnanti. «A breve partiranno corsi di formazione anche nelle parrocchie affinché i frequentatori imparino a porsi nei confronti di una persona affetta da queste patologie. A breve, un particolare contrassegno, sarà esposto all'esterno di alcune strutture pubbliche di Giovinazzo. Servirà a identificare la presenza di personale formato e in grado di accogliere una persona affetta da Demenza o Alzheimer».
E d'altronde Bart Deltour, direttore ed anima di Foton, un centro, a Bruges, in Belgio, punto di riferimento mondiale per chi è coinvolto in qualche modo dalla terribile esperienza della malattia, sostiene che «Vivere con la demenza è dura, ma vivere in una città che esclude le persone con demenza è ancora più dura».
Un motto che sintetizza «lo spirito dei programmi delle Comunità Solidali Amiche delle persone con Demenza, movimenti sociali già sperimentati con successo nei paesi anglosassoni. L'idea di base consiste nel lavorare all'interno degli abituali contesti di vita delle persone affette da demenza, in modo da migliorare la loro qualità di vita, perseverare la loro autonomia nel più lungo tempo possibile e contrastare lo stigma ancora molto legato alla malattia».
Ed è di fondamentale importanza che l'intera comunità locale sappia accogliere e rendere più semplice la vita di queste persone. Bisogna quindi creare, attraverso questi gruppi, una società a misura di ammalato, pronta a comprenderne le esigenze. Ed a Giovinazzo sembra davvero che si sia sulla giusta via.
«In questi anni abbiamo sviluppato una seria riflessione sul tema della coesione sociale, diverse infatti sono le sacche di esclusione e di emarginazione che insidiano la nostra comunità cittadina - commenta Michele Sollecito, Assessore alla Solidarietà Sociale -. Tra queste zone di esclusione vi sono le famiglie che affrontano il caso di un parente affetto da demenza o Alzheimer. Combattere lo stigma che tali malattie comportano e che portano le famiglie a chiudersi in sé stesse: questa è stata la missione che grazie alla lungimirante intuizione dell'Anthropos portiamo avanti con orgoglio essendo stati pionieri in questo campo. Una città che insieme a strategie di inclusione sociale per disoccupati, nonché insieme ad alleanze educative per combattere le dipendenze, aggiunge percorsi che mettano in comune l'esperienza della fragilità, è sicuramente una città più coesa e più umana».
L'annuncio è arrivato dalla Federazione Alzheimer Italia che ha evidenziato come entrambi i comuni, caratterizzati dal forte senso di solidarietà sociale, «stanno realizzando programmi annuali incentrati su due linee operative, una rivolta al supporto dei malati e delle famiglie che convivono con questa delicata patologia; l'altra dedicata al contesto sociale locale con opere di sensibilizzazione e di formazione per tutte le categorie di cittadini».
A Giovinazzo il grande merito va alla Cooperativa Anthropos ed alla struttura Gocce di Memoria, da anni perno di questa attività importantissima, realtà consolidatasi attraverso le esperienze di differenti Amministrazioni comunali.
Per costituire queste comunità solidali al servizio degli ammalati, nella nostra cittadina si è iniziato con i membri del Corpo di Polizia Locale, poi con commercianti ed insegnanti. «A breve partiranno corsi di formazione anche nelle parrocchie affinché i frequentatori imparino a porsi nei confronti di una persona affetta da queste patologie. A breve, un particolare contrassegno, sarà esposto all'esterno di alcune strutture pubbliche di Giovinazzo. Servirà a identificare la presenza di personale formato e in grado di accogliere una persona affetta da Demenza o Alzheimer».
E d'altronde Bart Deltour, direttore ed anima di Foton, un centro, a Bruges, in Belgio, punto di riferimento mondiale per chi è coinvolto in qualche modo dalla terribile esperienza della malattia, sostiene che «Vivere con la demenza è dura, ma vivere in una città che esclude le persone con demenza è ancora più dura».
Un motto che sintetizza «lo spirito dei programmi delle Comunità Solidali Amiche delle persone con Demenza, movimenti sociali già sperimentati con successo nei paesi anglosassoni. L'idea di base consiste nel lavorare all'interno degli abituali contesti di vita delle persone affette da demenza, in modo da migliorare la loro qualità di vita, perseverare la loro autonomia nel più lungo tempo possibile e contrastare lo stigma ancora molto legato alla malattia».
Ed è di fondamentale importanza che l'intera comunità locale sappia accogliere e rendere più semplice la vita di queste persone. Bisogna quindi creare, attraverso questi gruppi, una società a misura di ammalato, pronta a comprenderne le esigenze. Ed a Giovinazzo sembra davvero che si sia sulla giusta via.
«In questi anni abbiamo sviluppato una seria riflessione sul tema della coesione sociale, diverse infatti sono le sacche di esclusione e di emarginazione che insidiano la nostra comunità cittadina - commenta Michele Sollecito, Assessore alla Solidarietà Sociale -. Tra queste zone di esclusione vi sono le famiglie che affrontano il caso di un parente affetto da demenza o Alzheimer. Combattere lo stigma che tali malattie comportano e che portano le famiglie a chiudersi in sé stesse: questa è stata la missione che grazie alla lungimirante intuizione dell'Anthropos portiamo avanti con orgoglio essendo stati pionieri in questo campo. Una città che insieme a strategie di inclusione sociale per disoccupati, nonché insieme ad alleanze educative per combattere le dipendenze, aggiunge percorsi che mettano in comune l'esperienza della fragilità, è sicuramente una città più coesa e più umana».