Coldiretti a Salvini: «Boom di furti nelle nostre campagne»
Colpita anche Giovinazzo. Il Ministro degli Interni ha assicurato un intervento nel più breve tempo possibile
venerdì 14 settembre 2018
12.13
Campagne della terra di Bari sempre più bersagliate da azioni criminose, messe in atto da predoni pronti a "ripulire" qualsiasi cosa capiti loro a tiro e Giovinazzo pare essere una delle città più colpite in Puglia.
La denuncia, a pochi giorni dall'inizio di una campagna olearia fondamentale per l'intero comparto e più in generale per l'economia cittadina, arriva da Coldiretti che ha spiegato la situazione direttamente al ministro degli Interni, Matteo Salvini, in visita ieri alla Fiera del Levante di Bari. «Il Ministro ha assicurato di attivare ogni provvedimento utile - spiegano da Coldiretti - acquisendo informazioni dall'Osservatorio sulla criminalità nell'agricoltura e sul sistema agroalimentare, promosso da Coldiretti».
«Siamo molto preoccupati per le condizioni di lavoro e di vita nelle aree rurali pugliesi - ha denunciato il presidente di Coldiretti Puglia, Gianni Cantele - dove i nostri agricoltori vivono loro malgrado una quotidianità da far west, fatta di furti di prodotto, alberi, mezzi agricoli, racket e abigeato. Rispetto a quanto avverrà nelle province di Bari, Barletta, Andria e Trani e Foggia, quando i quantitativi di olive che si potranno raccogliere, già ridotti all'osso dalle gelate, varranno tanto da essere preda ambita di bande criminali italiane e straniere».
«Si registra un'impennata di fenomeni criminali che colpiscono e indeboliscono il settore agricolo - rileva Coldiretti Puglia - e non si tratta più soltanto di "ladri di polli", quanto di veri criminali che organizzano raid capaci di mettere in ginocchio un'azienda, specie se di dimensioni medie o piccole».
«Assistiamo alla "stagionalità" delle attività criminose in campagna - aggiunge Angelo Corsetti, direttore di Coldiretti Puglia - perché squadre ben organizzate rubano l'uva da tavola da agosto ad ottobre, le mandorle a settembre, le ciliegie a maggio, tagliano i ceppi dell'uva da vino a marzo/aprile, rubano le olive da ottobre a dicembre, gli ortaggi tutto l'anno, ma preferiscono i carciofi brindisini e gli asparagi foggiani, dimostrando che alla base dei furti ci sono specifiche richieste di prodotti redditizi perché molto apprezzati dai mercati, rubano gli ulivi monumentali perché qualcuno evidentemente li ricerca. I furti sono praticamente quotidiani, tanto da aver spinto alcuni agricoltori ad organizzarsi con ronde notturne e diurne e non possiamo permetterci che continui ad essere messa a repentaglio l'incolumità dei nostri produttori».
«I mandanti dei gruppi criminali sono italiani anche se spesso si avvalgono di 'manodopera' straniera – spiegano ancora da Coldiretti - depredano gli oliveti del barese, della BAT, del tarantino e del foggiano. In 2/3 minuti riescono a portare via oltre 30 chilogrammi di olive ad albero, battendo gli ulivi con mazze anche di ferro per far crollare il maggior numero di prodotto, danneggiando al contempo le piante. Le squadre di malfattori trascinano le reti sotto gli olivi a mano a mano che i complici percuotono i rami, per raccogliere il maggiore numero possibile di olive in caduta. Oltre alla perdita di reddito per il furto di olive e al danneggiamento delle piante, gli agricoltori sono costretti ad impiegare più manodopera per recuperare dal terreno parte della 'refurtiva' che i ladri, trascinando velocemente le reti di raccolta, non riescono a portare via».
Succede anche che i frantoi siano costretti ad avvisare la Questura prima di far partire i camion di olio extravergine alla volta delle varie destinazioni italiane per farli scortare fino all'imbocco dell'autostrada.
«Strage di ulivi monumentali nelle campagne del barese - riporta sempre Coldiretti - a Santo Spirito, nell'area attorno all'aeroporto di Bari e nella zona tra Bitonto, Giovinazzo, Grumo Appula e Palo. Ogni albero garantisce circa un quintale di olive e il paradosso vergognoso della vicenda è che gli ulivi di inestimabile valore sono tagliati per rivendersi la legna o rubati per abbellire le ville».
La denuncia, a pochi giorni dall'inizio di una campagna olearia fondamentale per l'intero comparto e più in generale per l'economia cittadina, arriva da Coldiretti che ha spiegato la situazione direttamente al ministro degli Interni, Matteo Salvini, in visita ieri alla Fiera del Levante di Bari. «Il Ministro ha assicurato di attivare ogni provvedimento utile - spiegano da Coldiretti - acquisendo informazioni dall'Osservatorio sulla criminalità nell'agricoltura e sul sistema agroalimentare, promosso da Coldiretti».
«Siamo molto preoccupati per le condizioni di lavoro e di vita nelle aree rurali pugliesi - ha denunciato il presidente di Coldiretti Puglia, Gianni Cantele - dove i nostri agricoltori vivono loro malgrado una quotidianità da far west, fatta di furti di prodotto, alberi, mezzi agricoli, racket e abigeato. Rispetto a quanto avverrà nelle province di Bari, Barletta, Andria e Trani e Foggia, quando i quantitativi di olive che si potranno raccogliere, già ridotti all'osso dalle gelate, varranno tanto da essere preda ambita di bande criminali italiane e straniere».
«Si registra un'impennata di fenomeni criminali che colpiscono e indeboliscono il settore agricolo - rileva Coldiretti Puglia - e non si tratta più soltanto di "ladri di polli", quanto di veri criminali che organizzano raid capaci di mettere in ginocchio un'azienda, specie se di dimensioni medie o piccole».
«Assistiamo alla "stagionalità" delle attività criminose in campagna - aggiunge Angelo Corsetti, direttore di Coldiretti Puglia - perché squadre ben organizzate rubano l'uva da tavola da agosto ad ottobre, le mandorle a settembre, le ciliegie a maggio, tagliano i ceppi dell'uva da vino a marzo/aprile, rubano le olive da ottobre a dicembre, gli ortaggi tutto l'anno, ma preferiscono i carciofi brindisini e gli asparagi foggiani, dimostrando che alla base dei furti ci sono specifiche richieste di prodotti redditizi perché molto apprezzati dai mercati, rubano gli ulivi monumentali perché qualcuno evidentemente li ricerca. I furti sono praticamente quotidiani, tanto da aver spinto alcuni agricoltori ad organizzarsi con ronde notturne e diurne e non possiamo permetterci che continui ad essere messa a repentaglio l'incolumità dei nostri produttori».
«I mandanti dei gruppi criminali sono italiani anche se spesso si avvalgono di 'manodopera' straniera – spiegano ancora da Coldiretti - depredano gli oliveti del barese, della BAT, del tarantino e del foggiano. In 2/3 minuti riescono a portare via oltre 30 chilogrammi di olive ad albero, battendo gli ulivi con mazze anche di ferro per far crollare il maggior numero di prodotto, danneggiando al contempo le piante. Le squadre di malfattori trascinano le reti sotto gli olivi a mano a mano che i complici percuotono i rami, per raccogliere il maggiore numero possibile di olive in caduta. Oltre alla perdita di reddito per il furto di olive e al danneggiamento delle piante, gli agricoltori sono costretti ad impiegare più manodopera per recuperare dal terreno parte della 'refurtiva' che i ladri, trascinando velocemente le reti di raccolta, non riescono a portare via».
Succede anche che i frantoi siano costretti ad avvisare la Questura prima di far partire i camion di olio extravergine alla volta delle varie destinazioni italiane per farli scortare fino all'imbocco dell'autostrada.
«Strage di ulivi monumentali nelle campagne del barese - riporta sempre Coldiretti - a Santo Spirito, nell'area attorno all'aeroporto di Bari e nella zona tra Bitonto, Giovinazzo, Grumo Appula e Palo. Ogni albero garantisce circa un quintale di olive e il paradosso vergognoso della vicenda è che gli ulivi di inestimabile valore sono tagliati per rivendersi la legna o rubati per abbellire le ville».