Codice Etico differenziata, il Sindaco risponde all'Osservatorio

Depalma: «Sottoscritto nel 2012 protocollo d'intesa con la Prefettura»

venerdì 17 marzo 2017 1.56
A cura di Gianluca Battista
Una nota del 9 marzo scorso, inviata dal Sindaco, Tommaso Depalma, all'Osservatorio per la Legalità e per la difesa del Bene Comune sembrava aver posto fine alla querelle tra Amministrazione comunale e quest'ultimo, in merito al cosiddetto Codice Etico sulle assunzioni nell'ambito della raccolta differenziata.

Alla richiesta di sottoscrizione da parte dell'Osservatorio, nella nota Depalma, dopo aver ringraziato l'organismo, risponde: «Si comunica che l'Amministrazione comunale dallo scrivente presieduta, non può procedere alla sottoscrizione del Codice Etico proposto dall'Osservatorio, in quanto già in data 20 aprile 2012 il Comune - con intervento della precedente Amministrazione - ha sottoscritto con la Prefettura di Bari un "Protocollo d'intesa ai fini della prevenzione dei tentativi di infiltrazione della criminalità organizzata e per il rafforzamento della legalità e della trasparenza nel settore dei contratti di lavori, servizi e forniture".

Pertanto - evidenzia il Sindaco - vi è già il presidio istituzionale della Prefettura per il tramite del Protocollo d'Intesa, di talché non è giustificabile una sovrapposizione di obblighi e procedure».

Prima di ricordare che l'Amministrazione comunale giovinazzese provvederà al più presto ad inoltrare all'impresa affidataria del servizio 60 curricula di lavoratori, «in piena trasparenza ed in doverosa neutralità», Depalma ricorda nella nota un altro aspetto e cioè che «il lavoro subordinato presso imprese private, seppure compensato con fondi di provenienza pubblica, è regolato da una legislazione lavoristica chiara ed articolata, sulla quale la Pubblica Amministrazione non può incidere a pena di indebita intromissione.

Pertanto - rimarca il Sindaco -, il Comune, che non può comprimere la libertà di organizzazione imprenditoriale, non può imporre criteri, scelte e controlli che non siano già previsti dalla normativa nazionale antimafia, dai Piani nazionali e locali sulla prevenzione della corruzione, dalle norme pubblicistiche sui conflitti di interessi a carico di Amministratori comunali».

Sarà bastata questa risposta a placare l'Osservatorio? Dalla lettera giuntaci in redazione e che pubblichiamo in un altro articolo, sembrerebbe di no.