Cinghiali, pappagalli e Xylella che avanza: anche Giovinazzo in protesta a Bari
Ieri, 4 luglio, la grande manifestazione di Coldiretti sotto la sede della Giunta regionale
venerdì 5 luglio 2024
Erano migliaia ieri, 4 luglio, gli agricoltori e gli allevatori scesi in piazza con Coldiretti a Bari con centinaia di trattori contro le emergenze che mettono a repentaglio la sopravvivenza stessa dell'agricoltura pugliese, dai cinghiali che invadono campagne e città alla siccità, con la mancanza di acqua che decima i raccolti ed il cibo per i cittadini, fino alla Xylella che ha gravemente compromesso l'olivicoltura, soprattutto quella salentina e che è giunta alle porte del Barese.
Su cartelli e striscioni si legge "Noi seminiamo, i cinghiali raccolgono", "Il cinghiale campa, il campo crepa", "Chiuso per cinghiali", "No acqua no agricoltura", "Puglia assetata", "Senza acqua l'agricoltura muore", "Sos siccità", "No acqua no rigenerazione Salento", "Bonifica ai produttori", "Con campi a secco agricoltura ko", "Burocrazia fa più danni della Xylella", "Salviamo il Salento: paesaggio e turismo", mentre dietro il palco c'era una grande scritta "Città e campagna unite contro i cinghiali".
Al fianco degli agricoltori si sono schierati esponenti delle istituzioni, sindaci con i gonfaloni e cittadini preoccupati dalla presenza dei cinghiali sotto casa, ma anche delle ripercussioni sulla garanzia e sulla sicurezza del cibo alle famiglie.
Sul Lungomare Nazario Sauro hanno sfilato giovani e donne che hanno lasciato i campi e le stalle e con le loro storie testimoniano un profondo disagio per le emergenze agricole che incidono sul reddito e sul futuro stesso del loro lavoro in agricoltura. Da Giovinazzo è giunta una folta delegazione, che non ha lesinato slogan nei confronti dell'assenza di politiche lungimiranti su invasione cinghiali e pappagalli e sul capitolo siccità da parte della Regione Puglia.
Un capitolo ampio con richieste ben precise che non possono più rimanere inevase a lungo. Oltre ai giovinazzesi c'erano terlizzesi, bitontini e ruvesi, un intero comparto olivicolo e non solo che chiede di essere ascoltato. In caso di assenza di risposte concrete da Michele Emiliano e giunta, non si escludono iniziative ancora più pregnanti.
Su cartelli e striscioni si legge "Noi seminiamo, i cinghiali raccolgono", "Il cinghiale campa, il campo crepa", "Chiuso per cinghiali", "No acqua no agricoltura", "Puglia assetata", "Senza acqua l'agricoltura muore", "Sos siccità", "No acqua no rigenerazione Salento", "Bonifica ai produttori", "Con campi a secco agricoltura ko", "Burocrazia fa più danni della Xylella", "Salviamo il Salento: paesaggio e turismo", mentre dietro il palco c'era una grande scritta "Città e campagna unite contro i cinghiali".
Al fianco degli agricoltori si sono schierati esponenti delle istituzioni, sindaci con i gonfaloni e cittadini preoccupati dalla presenza dei cinghiali sotto casa, ma anche delle ripercussioni sulla garanzia e sulla sicurezza del cibo alle famiglie.
Sul Lungomare Nazario Sauro hanno sfilato giovani e donne che hanno lasciato i campi e le stalle e con le loro storie testimoniano un profondo disagio per le emergenze agricole che incidono sul reddito e sul futuro stesso del loro lavoro in agricoltura. Da Giovinazzo è giunta una folta delegazione, che non ha lesinato slogan nei confronti dell'assenza di politiche lungimiranti su invasione cinghiali e pappagalli e sul capitolo siccità da parte della Regione Puglia.
Un capitolo ampio con richieste ben precise che non possono più rimanere inevase a lungo. Oltre ai giovinazzesi c'erano terlizzesi, bitontini e ruvesi, un intero comparto olivicolo e non solo che chiede di essere ascoltato. In caso di assenza di risposte concrete da Michele Emiliano e giunta, non si escludono iniziative ancora più pregnanti.