Ciclovia per Santo Spirito, l'Amministrazione replica a PVA
Depalma: «Definirla la "Salerno-Reggio Calabria delle ciclovie" è un'offesa alle persone che hanno perso la vita su quella strada»
sabato 5 maggio 2018
05.00
Vi riportiamo la nota integrale con cui l'Amministrazione comunale giovinazzese ha inteso replicare a PrimaVera Alternativa dopo la conferenza stampa del 2 maggio sulla ciclovia per Santo Spirito.
«In merito alla nota stampa del movimento politico PrimaVera Alternativa, il sindaco, la Giunta e i consiglieri di maggioranza replicano quanto segue:
Con riferimento alla pista ciclabile realizzata sulla strada Adriatica Via Bari (ex S.S. 16), quest'ultima è stata progettata e realizzata nel rispetto della normativa vigente e nell'intento di garantire il massimo livello di sicurezza possibile. Molti Enti, non solo il Comune di Giovinazzo, si sono espressi tecnicamente in senso favorevole sull'opera.
L'art. 4 comma 1 del D.M. 557/99, determina, che "Gli itinerari ciclabili, posti all'interno del centro abitato o di collegamento con i centri abitati limitrofi, possono comprendere le seguenti tipologie riportate in ordine di importanza rispetto agli indici di sicurezza a favore dell'utenza ciclistica, definita debole:
a) piste ciclabili in sede propria;
b) piste ciclabili su corsia riservata;
c) percorsi promiscui pedonali e ciclabili;
d) percorsi promiscui ciclabili e veicolari.
Si deduce, quindi, che è preferibile realizzare, se lo spazio stradale lo consente, piste ciclabili delimitate e separate fisicamente dalla carreggiata destinata al flusso veicolare, tipologia a.
Ulteriore aspetto da non trascurare nella progettazione e realizzazione delle piste ciclabili è dettato dall'art. 6 del DM 557/99 nel quale si legge:
"La pista ciclabile può essere realizzata in sede propria, ad unico o doppio senso di marcia, qualora la sua sede sia fisicamente separata da quella relativa ai veicoli a motore ed ai pedoni, attraverso idonei spartitraffico longitudinali fisicamente invalicabili".
Tra gli elementi da considerare per la progettazione e la realizzazione di una rete ciclabile, se è pur vero che non è consentito, salvo motivate eccezioni, la realizzazione di piste ciclabili a doppio senso di marcia con corsie ubicate entrambe sullo stesso lato della piattaforma stradale (art.6 c. 4), nella indicazione "salvo motivate eccezioni", corretta in linea di principio, vi è, appunto, la possibilità di derogare attingendo alle sempre possibili motivate eccezioni, che sono alla base della scelta progettuale di realizzare su Via Bari la pista ciclabile a doppio senso di marcia su un solo lato. Questo per minimizzare le interferenze con i numerosi accessi che, nel caso di due corsie riservate, su lati opposti, sarebbero stati almeno di numero doppio ed avrebbero allo stesso tempo ridotto ulteriormente la sezione della carreggiata stradale destinata alla circolazione veicolare.
Qualcuno, forse, non rammenta quante persone hanno perso la vita su quel tratto di strada prima della realizzazione della ciclovia. Non vi era controllo e non vi era rispetto dei limiti di velocità. Di fatto, la ciclabile, ha determinato un obbligo oggettivo affinché tali limiti vengano rispettati.
La scelta progettuale della pista ciclabile a doppio senso di marcia su un unico lato, delimitata e separata fisicamente dalla carreggiata veicolare, così come realizzata, rispecchia in toto quanto previsto dalla norma e garantisce il più elevato livello di sicurezza attuabile.
A conferma e supporto di quanto su esplicitato, esistono sul territorio nazionale numerosissimi esempi di piste ciclabili a doppio senso di marcia realizzate in ambito urbano. che di seguito si riportano (si vedano foto allegate)
Ovviamente ciò che viene realizzato altrove è sempre da ammirare. Viceversa, ciò che si realizza sul nostro territorio è sempre da criticare.
Anche la contestazione della impossibilità della percorribilità da parte dei mezzi pubblici è destituita di fondamento alla luce della allegata tabella (si veda foto allegata) che determina il limite massimo di sagoma entro il quale devono rientrare, per essere omologati, tutti i mezzi compresi specchietti e sporgenze, ivi compresi autocarri 4 assi e autoarticolati (ingombro massimo).
che, nel caso di arteria urbana, solo per mera esigenza collegata con la sicurezza oggettiva, potrebbero essere inibiti alla percorrenza non certo per limite di dimensioni di carreggiata. (diversamente, se come riportato nell'articolo di PVA, la dimensione unica ammissibile fosse di mt 3,50, molte strade urbane non potrebbero essere percorse dai mezzi pubblici).
«Definire la nostra ciclovia la "Salerno-Reggio Calabria" è un'offesa alle persone che hanno lasciato la vita su quella strada - dichiara il sindaco Tommaso Depalma -. Non si può ignorare che sia successo esattamente il contrario e cioè che in virtù della realizzazione della ciclovia, su quella strada non abbiamo più avuto incidenti mortali come purtroppo accaduto in passato. I miei oppositori non hanno nemmeno rispetto delle vittime della strada per le loro fantasiose speculazioni. Non guardano mai, ad esempio, al valore rappresentato dal rispetto del limiti di velocità, mai o quasi mai seguito da quei mezzi pubblici che dovrebbero tutelare l'alto valore della vita umana e l'incolumità dei passeggeri.
Anche l'ultimo tratto del nuovo impianto di pubblica illuminazione, installato lungo tutta la strada proprio grazie al finanziamento collegato con la realizzazione della pista contestata, verrà reso operativo molto presto. Dopo il furto dei cavi che ne ha inibito la completa accensione ora manca solo l'ultimo allaccio elettrico. Basta guardare la delibera di giunta nella quale si determinavano le somme utili allo stesso. La pista è sicura e soprattutto utilizzata da ciclisti e pedoni di ogni età.
Piuttosto - ha proseguito Depalma - è bene ribadire che esiste un limite di velocità di 50 Km/h e che tale limite deve essere rispettato soprattutto dai mezzi pubblici. Senza il rispetto delle regole non saremo mai in grado di migliorare le nostre cattive abitudini. Ricordo che, statistiche alla mano, la riduzione della velocità ha sempre aumentato la sicurezza stradale e ridotto il numero di incidenti.
Per gli automobilisti che, invece, vogliono correre a tutti costi - ha proseguito - basta spostarsi di pochi metri e utilizzare la 16 bis. Ma occhio, anche qui, per chi vuole rispettarli, ci sono dei limiti imposti. Ai nostri oppositori interessa che nulla venga fatto, mai una soluzione su niente, solo opera di enfatizzazione priva di costrutto. La città cresce con l'aiuto di tutti non con il no a prescindere».
«In merito alla nota stampa del movimento politico PrimaVera Alternativa, il sindaco, la Giunta e i consiglieri di maggioranza replicano quanto segue:
Con riferimento alla pista ciclabile realizzata sulla strada Adriatica Via Bari (ex S.S. 16), quest'ultima è stata progettata e realizzata nel rispetto della normativa vigente e nell'intento di garantire il massimo livello di sicurezza possibile. Molti Enti, non solo il Comune di Giovinazzo, si sono espressi tecnicamente in senso favorevole sull'opera.
L'art. 4 comma 1 del D.M. 557/99, determina, che "Gli itinerari ciclabili, posti all'interno del centro abitato o di collegamento con i centri abitati limitrofi, possono comprendere le seguenti tipologie riportate in ordine di importanza rispetto agli indici di sicurezza a favore dell'utenza ciclistica, definita debole:
a) piste ciclabili in sede propria;
b) piste ciclabili su corsia riservata;
c) percorsi promiscui pedonali e ciclabili;
d) percorsi promiscui ciclabili e veicolari.
Si deduce, quindi, che è preferibile realizzare, se lo spazio stradale lo consente, piste ciclabili delimitate e separate fisicamente dalla carreggiata destinata al flusso veicolare, tipologia a.
Ulteriore aspetto da non trascurare nella progettazione e realizzazione delle piste ciclabili è dettato dall'art. 6 del DM 557/99 nel quale si legge:
"La pista ciclabile può essere realizzata in sede propria, ad unico o doppio senso di marcia, qualora la sua sede sia fisicamente separata da quella relativa ai veicoli a motore ed ai pedoni, attraverso idonei spartitraffico longitudinali fisicamente invalicabili".
Tra gli elementi da considerare per la progettazione e la realizzazione di una rete ciclabile, se è pur vero che non è consentito, salvo motivate eccezioni, la realizzazione di piste ciclabili a doppio senso di marcia con corsie ubicate entrambe sullo stesso lato della piattaforma stradale (art.6 c. 4), nella indicazione "salvo motivate eccezioni", corretta in linea di principio, vi è, appunto, la possibilità di derogare attingendo alle sempre possibili motivate eccezioni, che sono alla base della scelta progettuale di realizzare su Via Bari la pista ciclabile a doppio senso di marcia su un solo lato. Questo per minimizzare le interferenze con i numerosi accessi che, nel caso di due corsie riservate, su lati opposti, sarebbero stati almeno di numero doppio ed avrebbero allo stesso tempo ridotto ulteriormente la sezione della carreggiata stradale destinata alla circolazione veicolare.
Qualcuno, forse, non rammenta quante persone hanno perso la vita su quel tratto di strada prima della realizzazione della ciclovia. Non vi era controllo e non vi era rispetto dei limiti di velocità. Di fatto, la ciclabile, ha determinato un obbligo oggettivo affinché tali limiti vengano rispettati.
La scelta progettuale della pista ciclabile a doppio senso di marcia su un unico lato, delimitata e separata fisicamente dalla carreggiata veicolare, così come realizzata, rispecchia in toto quanto previsto dalla norma e garantisce il più elevato livello di sicurezza attuabile.
A conferma e supporto di quanto su esplicitato, esistono sul territorio nazionale numerosissimi esempi di piste ciclabili a doppio senso di marcia realizzate in ambito urbano. che di seguito si riportano (si vedano foto allegate)
Ovviamente ciò che viene realizzato altrove è sempre da ammirare. Viceversa, ciò che si realizza sul nostro territorio è sempre da criticare.
Anche la contestazione della impossibilità della percorribilità da parte dei mezzi pubblici è destituita di fondamento alla luce della allegata tabella (si veda foto allegata) che determina il limite massimo di sagoma entro il quale devono rientrare, per essere omologati, tutti i mezzi compresi specchietti e sporgenze, ivi compresi autocarri 4 assi e autoarticolati (ingombro massimo).
che, nel caso di arteria urbana, solo per mera esigenza collegata con la sicurezza oggettiva, potrebbero essere inibiti alla percorrenza non certo per limite di dimensioni di carreggiata. (diversamente, se come riportato nell'articolo di PVA, la dimensione unica ammissibile fosse di mt 3,50, molte strade urbane non potrebbero essere percorse dai mezzi pubblici).
«Definire la nostra ciclovia la "Salerno-Reggio Calabria" è un'offesa alle persone che hanno lasciato la vita su quella strada - dichiara il sindaco Tommaso Depalma -. Non si può ignorare che sia successo esattamente il contrario e cioè che in virtù della realizzazione della ciclovia, su quella strada non abbiamo più avuto incidenti mortali come purtroppo accaduto in passato. I miei oppositori non hanno nemmeno rispetto delle vittime della strada per le loro fantasiose speculazioni. Non guardano mai, ad esempio, al valore rappresentato dal rispetto del limiti di velocità, mai o quasi mai seguito da quei mezzi pubblici che dovrebbero tutelare l'alto valore della vita umana e l'incolumità dei passeggeri.
Anche l'ultimo tratto del nuovo impianto di pubblica illuminazione, installato lungo tutta la strada proprio grazie al finanziamento collegato con la realizzazione della pista contestata, verrà reso operativo molto presto. Dopo il furto dei cavi che ne ha inibito la completa accensione ora manca solo l'ultimo allaccio elettrico. Basta guardare la delibera di giunta nella quale si determinavano le somme utili allo stesso. La pista è sicura e soprattutto utilizzata da ciclisti e pedoni di ogni età.
Piuttosto - ha proseguito Depalma - è bene ribadire che esiste un limite di velocità di 50 Km/h e che tale limite deve essere rispettato soprattutto dai mezzi pubblici. Senza il rispetto delle regole non saremo mai in grado di migliorare le nostre cattive abitudini. Ricordo che, statistiche alla mano, la riduzione della velocità ha sempre aumentato la sicurezza stradale e ridotto il numero di incidenti.
Per gli automobilisti che, invece, vogliono correre a tutti costi - ha proseguito - basta spostarsi di pochi metri e utilizzare la 16 bis. Ma occhio, anche qui, per chi vuole rispettarli, ci sono dei limiti imposti. Ai nostri oppositori interessa che nulla venga fatto, mai una soluzione su niente, solo opera di enfatizzazione priva di costrutto. La città cresce con l'aiuto di tutti non con il no a prescindere».