«Chiusura delle attività, 400 milioni di euro in fumo»
Coldiretti stima gli effetti di un mese di restrizioni per 20 mila fra bar, ristoranti, pizzerie e agriturismi
venerdì 6 novembre 2020
8.24
Stime parecchio preoccupanti: oltre 400 milioni di euro in fumo solo in Puglia. Questi gli effetti - calcolati su un intero mese - delle restrizioni cui bar, ristoranti, gelaterie, pizzerie e agriturismi andranno incontro a partire da venerdì 6 novembre secondo quanto sostenuto da Coldiretti in ragione delle disposizioni contenute nell'ultimo Dpcm del premier Conte, con l'inserimento del territorio pugliese nella zona arancione, caratterizzata da "uno scenario di elevata gravità e da un livello di rischio alto".
«Le conseguenze della chiusura delle attività di ristorazione si fanno sentire a cascata sull'intera filiera agroalimentare con disdette di ordini per le forniture di molti prodotti, dal vino all'olio, dalla carne al pesce, dalla frutta alla verdura, dai salumi ai formaggi, che trovano nel consumo fuori casa un importante mercato di sbocco» hanno spiegato da Coldiretti Puglia. «Preoccupano le limitazioni a carico delle aziende agrituristiche che si trovano in grande difficoltà con il blocco della ristorazione e le limitazioni della movimentazione con l'azzeramento dei pernottamenti, dopo il crack causato quest'anno per le misure di contenimento già adottate e il crollo del turismo» hanno aggiunto.
In alcuni settori come quello ittico e vitivinicolo la ristorazione rappresenta addirittura il principale canale di commercializzazione per fatturato.
«Alle limitazioni alle attività di impresa devono corrispondere in tempi stretti i sostegni economici agli agriturismi e a tutte le imprese lungo la filiera agroalimentare» ha affermato Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia. «Fondamentale per dare liquidità ad aziende che devono sopravvivere all'emergenza Covid è il taglio del costo del lavoro con la decontribuzione protratta anche per le prossime scadenze superando il limite degli aiuti di Stato, come lo sono anche gli nterventi a fondo perduto per agriturismi e ristoranti per incentivare l'acquisto di prodotti alimentari Made in Italy».
«Le conseguenze della chiusura delle attività di ristorazione si fanno sentire a cascata sull'intera filiera agroalimentare con disdette di ordini per le forniture di molti prodotti, dal vino all'olio, dalla carne al pesce, dalla frutta alla verdura, dai salumi ai formaggi, che trovano nel consumo fuori casa un importante mercato di sbocco» hanno spiegato da Coldiretti Puglia. «Preoccupano le limitazioni a carico delle aziende agrituristiche che si trovano in grande difficoltà con il blocco della ristorazione e le limitazioni della movimentazione con l'azzeramento dei pernottamenti, dopo il crack causato quest'anno per le misure di contenimento già adottate e il crollo del turismo» hanno aggiunto.
In alcuni settori come quello ittico e vitivinicolo la ristorazione rappresenta addirittura il principale canale di commercializzazione per fatturato.
«Alle limitazioni alle attività di impresa devono corrispondere in tempi stretti i sostegni economici agli agriturismi e a tutte le imprese lungo la filiera agroalimentare» ha affermato Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia. «Fondamentale per dare liquidità ad aziende che devono sopravvivere all'emergenza Covid è il taglio del costo del lavoro con la decontribuzione protratta anche per le prossime scadenze superando il limite degli aiuti di Stato, come lo sono anche gli nterventi a fondo perduto per agriturismi e ristoranti per incentivare l'acquisto di prodotti alimentari Made in Italy».