Chiusa la discarica, Giovinazzo in emergenza?
Depalma: «Se l’impianto non tornerà a funzionare saremo costretti a portare i nostri rifiuti altrove»
giovedì 6 agosto 2015
19.42
«La discarica è completamente chiusa. Avremo disagi nel servizio di svuotamento dei cassonetti, considerato che mentre fino a ieri i compattatori scaricavano a pochi chilometri dal nostro centro abitato, da oggi, dovranno fare viaggi molto più lunghi per raggiungere il luoghi di conferimento. Chiedo attenzione a tutti nell'evitare di lasciare rifiuti fuori dai contenitori stradali».
A comunicarlo, attraverso Facebook, è il sindaco Tommaso Depalma. L'incendio allo stabilimento di San Pietro Pago del 4 agosto scorso si sta ripercuotendo pericolosamente sulla gestione dei rifiuti giovinazzesi. Ancora ignote le cause del rogo che, secondo i Vigili del Fuoco prontamente giunti sul posto, si è sviluppato all'interno di un deposito a cielo aperto in cui era stoccata la frazione secca e disidratata dei rifiuti, pronta per essere smaltita altrove.
Nel sito di Giovinazzo, infatti, il flusso di sopravaglio, derivante dai rifiuti solidi urbani e successivamente tritovagliato e separato, non resta in discarica, ma viene trasportato in altri impianti privati di rifiuti speciali regolarmente autorizzati. Un incendio, quello divampato nell'impianto gestito dalla Daneco Impianti, che ha provocato lo stop all'attività di tritovagliatura dei rifiuti.
Uno stop avvenuto in via precauzionale, da parte della stessa società, «considerato - spiega il primo cittadino - che la nostra discarica non ha avuto nessuna comunicazione di chiusura del sito ed è comunque in attesa delle verifiche dell'Arpa Puglia sul materiale incendiatosi. Intanto ho ordinato alla stessa Daneco Impianti di stoccare provvisoriamente soltanto i nostri rifiuti nelle biocelle dell'impianto transitorio».
La chiusura dello stabilimento di Giovinazzo, però, rischia di provocare disagi in attesa che la Regione Puglia ed i vari Ambiti Territoriali Ottimali appianino la questione e scongiurino l'emergenza. «Se l'impianto non tornerà a funzionare in tempi brevi saremo costretti a portare le circa venti tonnellate di rifiuti che Giovinazzo produce, altrove - chiarisce Depalma -. Al momento le ipotesi sono due: utilizzare lo stabilimento dell'Amiu di Bari oppure quello di Massafra, nel tarantino».
Un'ipotesi, quest'ultima, che servirebbe solo a tamponare l'emergenza ambientale, amplificata dal gran caldo di questi giorni. Risultato: ad oggi non si sa cosa accadrà. E il rischio è che, con i cassonetti stracolmi, la spazzatura resti per strada.
A comunicarlo, attraverso Facebook, è il sindaco Tommaso Depalma. L'incendio allo stabilimento di San Pietro Pago del 4 agosto scorso si sta ripercuotendo pericolosamente sulla gestione dei rifiuti giovinazzesi. Ancora ignote le cause del rogo che, secondo i Vigili del Fuoco prontamente giunti sul posto, si è sviluppato all'interno di un deposito a cielo aperto in cui era stoccata la frazione secca e disidratata dei rifiuti, pronta per essere smaltita altrove.
Nel sito di Giovinazzo, infatti, il flusso di sopravaglio, derivante dai rifiuti solidi urbani e successivamente tritovagliato e separato, non resta in discarica, ma viene trasportato in altri impianti privati di rifiuti speciali regolarmente autorizzati. Un incendio, quello divampato nell'impianto gestito dalla Daneco Impianti, che ha provocato lo stop all'attività di tritovagliatura dei rifiuti.
Uno stop avvenuto in via precauzionale, da parte della stessa società, «considerato - spiega il primo cittadino - che la nostra discarica non ha avuto nessuna comunicazione di chiusura del sito ed è comunque in attesa delle verifiche dell'Arpa Puglia sul materiale incendiatosi. Intanto ho ordinato alla stessa Daneco Impianti di stoccare provvisoriamente soltanto i nostri rifiuti nelle biocelle dell'impianto transitorio».
La chiusura dello stabilimento di Giovinazzo, però, rischia di provocare disagi in attesa che la Regione Puglia ed i vari Ambiti Territoriali Ottimali appianino la questione e scongiurino l'emergenza. «Se l'impianto non tornerà a funzionare in tempi brevi saremo costretti a portare le circa venti tonnellate di rifiuti che Giovinazzo produce, altrove - chiarisce Depalma -. Al momento le ipotesi sono due: utilizzare lo stabilimento dell'Amiu di Bari oppure quello di Massafra, nel tarantino».
Un'ipotesi, quest'ultima, che servirebbe solo a tamponare l'emergenza ambientale, amplificata dal gran caldo di questi giorni. Risultato: ad oggi non si sa cosa accadrà. E il rischio è che, con i cassonetti stracolmi, la spazzatura resti per strada.