Centro Diurno per disabili, Michele Sollecito risponde ai Democratici
«La ricostruzione del PD mostra quanto mi sia impegnato»
mercoledì 10 agosto 2016
Centro Diurno per disabili: altro capitolo della bagarre politica a Giovinazzo.
Nei giorni scorsi una nota congiunta dell'ex assessore alla Solidarietà Sociale, Mimmo Stufano, e della Segreteria PD, metteva in risalto l'inerzia dell'attuale Amministrazione comunale dal maggio 2015 al maggio 2016, ponendo una serie di interrogativi a cui Michele Sollecito ha voluto rispondere.
«La ricostruzione del PD mostra quanto mi sia impegnato - spiega l'attuale assessore al ramo - per risolvere la vicenda, a prescindere dal finanziamento regionale di cui ignoravo l'esistenza sino al 6 maggio 2016, data dell'ultima nota della Regione in cui si esplicitava al meglio la questione».
Sollecito continua ribadendo che «nelle note passate si chiedeva se vi fosse un'autorizzazione, ma non era mai citato il finanziamento. Se prima l'autorizzazione era un obiettivo che volevo raggiungere per permettere alla struttura il salto di qualità, ora è diventato un obbligo in virtù di un finanziamento chiesto dalla passata Amministrazione e gestito malissimo a quanto apprendo dal PD stesso».
Il vicesindaco continua a sottolineare che dal centro-sinistra non sono arrivate risposte in merito alla passata gestione del Centro Diurno per disabili e ripropone alcuni interrogativi esplicitandoli meglio:
«1. Perché al termine dei lavori collaudati nel febbraio 2010 (ossia verificati che fossero andati a buon fine e a "regola d'arte") vi erano già infiltrazioni di umidità?
2. Forse più di 240.000 euro non sono bastati a sistemare la struttura? Possibile?
3. Perché l'assessore Cosmo Damiano Stufano non ha provveduto, tramite i suoi uffici, dal 1 marzo 2010 ad avviare l'iter autorizzativo? L'assessore sbaglia a scaricare le responsabilità sull'Anffas (è solo il comodatario non aveva l'obbligo di avviare l'iter autorizzativo). La gestione di un Centro diurno socio-educativo non si può affidare con contratto di comodato, andava espletata una procedura ad evidenza pubblica. L'assessore confonde il legittimo affido in comodato d'uso come bene confiscato alla mafia con l'apertura di un centro diurno. Le responsabilità sono dell'Amministrazione che all'epoca chiese il finanziamento finalizzato non certo dell'Anffas.
Sta di fatto che dal 1 marzo 2010 (invio rendicontazione collaudo finale delle opere alla Regione) al 19 maggio 2011 (data in cui l'assessore Stufano apprende delle "infiltrazioni" di umidità) passa più di un anno di inerzia. Perché ? Nessuno lo ha ancora spiegato.
4. Perché la passata Amministrazione concede per altri 10 anni la struttura e non cita in delibera tutti i passaggi del finanziamento regionale? È alquanto sconcertante deliberare con una premessa monca o piuttosto artatamente priva di alcuni passaggi».
Dopo questi quattro punti, Sollecito conclude la sua missiva aperta al PD ed a Stufano con una stoccata ed il proposito di evitare ulteriori polemiche e risolvere il problema: «Fa sorridere - commenta ironico - essere accusati di pressapochismo da chi ha lasciato in eredità all'attuale Amministrazione ben due strutture socio-sanitarie prive di autorizzazione: Casa di riposo (come ho dimostrato in passato carte alla mano e mai smentito) e Centro Diurno in località Casino della Principessa. Questo dicono i documenti. Per me - chiosa smorzando i toni - la polemica finisce qui, ora è tempo di chiudere positivamente anche questa vicenda del passato».
Nei giorni scorsi una nota congiunta dell'ex assessore alla Solidarietà Sociale, Mimmo Stufano, e della Segreteria PD, metteva in risalto l'inerzia dell'attuale Amministrazione comunale dal maggio 2015 al maggio 2016, ponendo una serie di interrogativi a cui Michele Sollecito ha voluto rispondere.
«La ricostruzione del PD mostra quanto mi sia impegnato - spiega l'attuale assessore al ramo - per risolvere la vicenda, a prescindere dal finanziamento regionale di cui ignoravo l'esistenza sino al 6 maggio 2016, data dell'ultima nota della Regione in cui si esplicitava al meglio la questione».
Sollecito continua ribadendo che «nelle note passate si chiedeva se vi fosse un'autorizzazione, ma non era mai citato il finanziamento. Se prima l'autorizzazione era un obiettivo che volevo raggiungere per permettere alla struttura il salto di qualità, ora è diventato un obbligo in virtù di un finanziamento chiesto dalla passata Amministrazione e gestito malissimo a quanto apprendo dal PD stesso».
Il vicesindaco continua a sottolineare che dal centro-sinistra non sono arrivate risposte in merito alla passata gestione del Centro Diurno per disabili e ripropone alcuni interrogativi esplicitandoli meglio:
«1. Perché al termine dei lavori collaudati nel febbraio 2010 (ossia verificati che fossero andati a buon fine e a "regola d'arte") vi erano già infiltrazioni di umidità?
2. Forse più di 240.000 euro non sono bastati a sistemare la struttura? Possibile?
3. Perché l'assessore Cosmo Damiano Stufano non ha provveduto, tramite i suoi uffici, dal 1 marzo 2010 ad avviare l'iter autorizzativo? L'assessore sbaglia a scaricare le responsabilità sull'Anffas (è solo il comodatario non aveva l'obbligo di avviare l'iter autorizzativo). La gestione di un Centro diurno socio-educativo non si può affidare con contratto di comodato, andava espletata una procedura ad evidenza pubblica. L'assessore confonde il legittimo affido in comodato d'uso come bene confiscato alla mafia con l'apertura di un centro diurno. Le responsabilità sono dell'Amministrazione che all'epoca chiese il finanziamento finalizzato non certo dell'Anffas.
Sta di fatto che dal 1 marzo 2010 (invio rendicontazione collaudo finale delle opere alla Regione) al 19 maggio 2011 (data in cui l'assessore Stufano apprende delle "infiltrazioni" di umidità) passa più di un anno di inerzia. Perché ? Nessuno lo ha ancora spiegato.
4. Perché la passata Amministrazione concede per altri 10 anni la struttura e non cita in delibera tutti i passaggi del finanziamento regionale? È alquanto sconcertante deliberare con una premessa monca o piuttosto artatamente priva di alcuni passaggi».
Dopo questi quattro punti, Sollecito conclude la sua missiva aperta al PD ed a Stufano con una stoccata ed il proposito di evitare ulteriori polemiche e risolvere il problema: «Fa sorridere - commenta ironico - essere accusati di pressapochismo da chi ha lasciato in eredità all'attuale Amministrazione ben due strutture socio-sanitarie prive di autorizzazione: Casa di riposo (come ho dimostrato in passato carte alla mano e mai smentito) e Centro Diurno in località Casino della Principessa. Questo dicono i documenti. Per me - chiosa smorzando i toni - la polemica finisce qui, ora è tempo di chiudere positivamente anche questa vicenda del passato».