Cassonetti stracolmi: sui rifiuti è caos
Fermo l'impianto di biostabilizzazione di Giovinazzo. Contenitori straripanti ovunque
martedì 16 febbraio 2016
15.29
Cassonetti stracolmi in gran parte di Giovinazzo. Solo nel corso della mattinata di oggi, grazie ad alcuni dipendenti scesi in campo per svolgere i servizi essenziali, se ne sono svuotati alcuni in zone centrali, assicurando anche la rimozione dei sacchetti rimasti fuori dai contenitori.
Disagi in città, dunque. Tuttavia, quella di oggi, è stata una giornata difficile, con i cassonetti dell'indifferenziato sempre più straripanti di rifiuti, mentre i miasmi stanno creando fastidi. Che per l'igiene urbana quella in corso sarebbe stata una settimana di difficoltà, e forse anche di emergenza, era prevedibile. Previsione partita dallo stop della Regione Puglia all'impianto di biostabilizzazione di Giovinazzo.
A fine 2015, infatti, la Regione Puglia aveva richiesto l'adeguamento urgente dell'impianto di San Pietro Pago alle norme di legge. Impossibile mantenere una copertura mobile, bisognava intervenire. Il tutto doveva essere realizzato dalla Daneco Impianti, che gestisce il sito giovinazzese. Non avendo ottemperato a quanto richiesto dall'Ente regionale, la società romana si è vista imporre, così come disposto nel documento ufficiale, un termine di 60 giorni per realizzare quanto previsto.
Da mercoledì scorso l'impianto di biostabilizzazione è dunque fermo ed il primo cittadino ha fatto sapere che tutto è accaduto «perché la Daneco non ha adempiuto ai lavori di adeguamento di quell'impianto concordati al tavolo regionale nei mesi scorsi. Questa è l'ennesima dimostrazione - ha evidenziato Depalma - che non si fanno sconti a nessuno e che teniamo gli occhi aperti. Ora all'azienda sono stati dati 60 giorni per l'esecuzione delle opere previste, altrimenti l'impianto rimarrà fermo».
«In conseguenza di ciò - è stata la chiosa - gli altri comuni che portavano i loro rifiuti nel nostro sito per il trattamento, sono stati divisi fra gli impianti di Conversano, Bari e Foggia, mentre i nostri rifiuti andranno nell'impianto di trattamento di Conversano». Ma evidentemente ciò avviene con grande lentezza: le segnalazioni che giungono, con consistente supporto fotografico, e che riferiscono della presenza di cassonetti maleodoranti e non svuotati, sono numerose.
Va detto che oltre alla difficoltà operative dell'azienda appaltataria, carente di mezzi idonei alla raccolta, a causa dei guasti meccanici, ma soprattutto dei mancati investimenti su nuove attrezzature, deve aggiungersi uno straordinario campionario di inciviltà frutto della maleducazione di troppi.
Disagi in città, dunque. Tuttavia, quella di oggi, è stata una giornata difficile, con i cassonetti dell'indifferenziato sempre più straripanti di rifiuti, mentre i miasmi stanno creando fastidi. Che per l'igiene urbana quella in corso sarebbe stata una settimana di difficoltà, e forse anche di emergenza, era prevedibile. Previsione partita dallo stop della Regione Puglia all'impianto di biostabilizzazione di Giovinazzo.
A fine 2015, infatti, la Regione Puglia aveva richiesto l'adeguamento urgente dell'impianto di San Pietro Pago alle norme di legge. Impossibile mantenere una copertura mobile, bisognava intervenire. Il tutto doveva essere realizzato dalla Daneco Impianti, che gestisce il sito giovinazzese. Non avendo ottemperato a quanto richiesto dall'Ente regionale, la società romana si è vista imporre, così come disposto nel documento ufficiale, un termine di 60 giorni per realizzare quanto previsto.
Da mercoledì scorso l'impianto di biostabilizzazione è dunque fermo ed il primo cittadino ha fatto sapere che tutto è accaduto «perché la Daneco non ha adempiuto ai lavori di adeguamento di quell'impianto concordati al tavolo regionale nei mesi scorsi. Questa è l'ennesima dimostrazione - ha evidenziato Depalma - che non si fanno sconti a nessuno e che teniamo gli occhi aperti. Ora all'azienda sono stati dati 60 giorni per l'esecuzione delle opere previste, altrimenti l'impianto rimarrà fermo».
«In conseguenza di ciò - è stata la chiosa - gli altri comuni che portavano i loro rifiuti nel nostro sito per il trattamento, sono stati divisi fra gli impianti di Conversano, Bari e Foggia, mentre i nostri rifiuti andranno nell'impianto di trattamento di Conversano». Ma evidentemente ciò avviene con grande lentezza: le segnalazioni che giungono, con consistente supporto fotografico, e che riferiscono della presenza di cassonetti maleodoranti e non svuotati, sono numerose.
Va detto che oltre alla difficoltà operative dell'azienda appaltataria, carente di mezzi idonei alla raccolta, a causa dei guasti meccanici, ma soprattutto dei mancati investimenti su nuove attrezzature, deve aggiungersi uno straordinario campionario di inciviltà frutto della maleducazione di troppi.