Carcassa di tartaruga spiaggiata sull'arenile a sud di Giovinazzo
È di una caretta caretta trascinata sulla battigia a causa delle recenti mareggiate. Sul posto la Guardia Costiera
venerdì 9 febbraio 2024
La carcassa di una tartaruga marina è stata rinvenuta nei giorni scorsi lungo il litorale sud di Giovinazzo, nei pressi del residence Valentini. Si tratta di una caretta caretta, la tartaruga marina più comune, fortemente minacciata in tutto il bacino del mar Mediterraneo, e diffusa in molti mari del mondo, oltre che negli oceani.
Probabilmente a causa delle recenti mareggiate, la carcassa della testuggine è stata trascinata sulla spiaggia e sul luogo, coi militari dell'Ufficio Locale Marittimo e il veterinario dell'Azienda Sanitaria Locale di Bari, è arrivato anche il personale del centro di recupero tartarughe marine di Molfetta coordinato dal responsabile Pasquale Salvemini. L'animale, di circa 60 centimetri di lunghezza carapace per un peso pari a circa 25 chilogrammi, era in buone condizioni di conservazione.
«Proprio per questo - ha detto Salvemini - si è deciso di trasportarla all'istituto zooprofilattico sperimentale di Foggia per sottoporla ad una necroscopia e risalire a ciò che ha provocato la morte». Le cause potrebbero essere legate alla pesca a strascico, e quindi al fenomeno del bycatch, la cattura accidentale di specie non bersaglio di pesca: le tartarughe, che sono rettili marini, muoiono perché finiscono vittima degli attrezzi da pesca e non riescono a tornare a galla per respirare.
Ogni anno si stima che in Mediterraneo circa 150mila tartarughe finiscano vittima degli attrezzi da pesca. Ma c'è pure un altro problema: molte tartarughe marine sembrano essersi insediate nelle lagune costiere, dove trovano abbondanza di cibo. Qui possono incappare nelle reti fisse, causando anche dei danni alla pesca.
Probabilmente a causa delle recenti mareggiate, la carcassa della testuggine è stata trascinata sulla spiaggia e sul luogo, coi militari dell'Ufficio Locale Marittimo e il veterinario dell'Azienda Sanitaria Locale di Bari, è arrivato anche il personale del centro di recupero tartarughe marine di Molfetta coordinato dal responsabile Pasquale Salvemini. L'animale, di circa 60 centimetri di lunghezza carapace per un peso pari a circa 25 chilogrammi, era in buone condizioni di conservazione.
«Proprio per questo - ha detto Salvemini - si è deciso di trasportarla all'istituto zooprofilattico sperimentale di Foggia per sottoporla ad una necroscopia e risalire a ciò che ha provocato la morte». Le cause potrebbero essere legate alla pesca a strascico, e quindi al fenomeno del bycatch, la cattura accidentale di specie non bersaglio di pesca: le tartarughe, che sono rettili marini, muoiono perché finiscono vittima degli attrezzi da pesca e non riescono a tornare a galla per respirare.
Ogni anno si stima che in Mediterraneo circa 150mila tartarughe finiscano vittima degli attrezzi da pesca. Ma c'è pure un altro problema: molte tartarughe marine sembrano essersi insediate nelle lagune costiere, dove trovano abbondanza di cibo. Qui possono incappare nelle reti fisse, causando anche dei danni alla pesca.