Capi contraffatti donati in beneficenza

Sono stati consegnati ad alcuni Enti caritatevoli: in tutto 15.000 capi sequestrati a Giovinazzo nel 2004

lunedì 12 gennaio 2015 12.27
Spesso la gente si domanda che fine faccia la merce contraffatta sequestrata. La risposta, nella maggior parte dei casi, non può che essere la stessa: trattandosi di beni "fuorilegge", che non possono essere rimessi in commercio, l'Autorità Giudiziaria ne dispone la distruzione.

In questo caso, è stato possibile, invece, provvedere diversamente: circa 15.000 capi di abbigliamento un po' fuori moda ma di ottima fattura (felpe, t-shirt, tute, camicie, pantaloni, gonne e maglioni per diverse taglie e diverse età) sono stati dati in beneficenza a Enti caritatevoli di Molfetta, Terlizzi, Ruvo di Puglia, Giovinazzo, Bisceglie, Trani, Andria e Barletta (e tra essi, la comunità C.A.S.A. "don Tonino Bello" di Ruvo di Puglia, punto di riferimento per migliaia di persone).

Gli abiti erano stati sequestrati dalle Fiamme Gialle dei Comandi Provinciali di Napoli e Bari nel 2004 proprio a Giovinazzo, nell'ambito di un'operazione di servizio congiunta che portò allo smantellamento di un centro di commercializzazione di articoli di abbigliamento recanti false etichettature "made in Italy" ed erano rimasti chiusi in un container posto all'interno di un deposito di Molfetta.

Considerato che parte di tali capi non erano stati ancora etichettati, mentre, per altri è stato possibile asportarne la falsa etichettatura, l'Autorità Giudiziaria ha concesso l'autorizzazione a devolvere in beneficenza l'intero carico. Particolare gratitudine è stata mostrata alla Guardia di Finanza dai rappresentanti di tali Enti per l'inatteso aiuto che gli è stato dato in un momento in cui le strutture versano in non poche difficoltà, determinate, soprattutto, dall'accresciuto afflusso di indigenti che necessitano di ogni genere di conforto.
La donazione delle Fiamme Gialle
La donazione delle Fiamme Gialle