Bonus edilizi: lavori mai eseguiti a Giovinazzo. Una truffa da 40 milioni
Operazione della Guardia di Finanza: scoperto un giro illecito di cessioni fiscali per le ristrutturazioni. Indagate cinque persone e sei società
mercoledì 2 agosto 2023
17.46
Un giro milionario di crediti d'imposta ottenuti con i bonus edilizi per lavori mai eseguiti - anche a Giovinazzo - gestiti dal 60enne commercialista barese Michele Libero Mastrolonardo. È quanto ha scoperto la Guardia di Finanza che, su decreto del procuratore Roberto Rossi ha sequestrato beni per oltre 40 milioni di euro.
Tutto è nato dall'auto-denuncia presentata dallo stesso commercialista che avrebbe dichiarato di avere «effettuato una serie di comunicazioni per la richiesta di bonus edilizi a nome di ignari contribuenti, persone fisiche e società, del tutto inconsapevoli della cosa, attribuito, grazie al cosiddetto "sconto in fattura", i crediti d'imposta a società di cui era amministratore e poi ceduto i crediti d'imposta a società terze e a Poste, a loro volta soggetti ignari dell'origine fasulla dei crediti».
L'uomo, infatti, avrebbe «creato i presupposti per l'utilizzo», con le false comunicazioni all'Agenzia delle Entrate, «di crediti d'imposta di fatto inesistenti, a fronte di lavori edili di ristrutturazione non eseguiti ai danni di ignari contribuenti, con redditi modesti o nulli». I crediti d'imposta erano relativi a interventi edilizi previsti dai bonus edilizi, tra cui il superbonus 110%, il bonus facciate ed il sisma bonus. Ma i crediti d'imposta, originati da lavori in realtà mai fatti, si sono rivelati fittizi.
Il professionista barese li avrebbe ceduti attraverso le proprie società mediante la cessione del credito a terzi, i quali poi provvedevano «a monetizzarli attraverso l'ulteriore passaggio di cessione dei crediti, o li utilizzavano indebitamente, sui modelli F24, in compensazione al pagamento dei debiti tributari o previdenziali».
Tutto è nato dall'auto-denuncia presentata dallo stesso commercialista che avrebbe dichiarato di avere «effettuato una serie di comunicazioni per la richiesta di bonus edilizi a nome di ignari contribuenti, persone fisiche e società, del tutto inconsapevoli della cosa, attribuito, grazie al cosiddetto "sconto in fattura", i crediti d'imposta a società di cui era amministratore e poi ceduto i crediti d'imposta a società terze e a Poste, a loro volta soggetti ignari dell'origine fasulla dei crediti».
L'uomo, infatti, avrebbe «creato i presupposti per l'utilizzo», con le false comunicazioni all'Agenzia delle Entrate, «di crediti d'imposta di fatto inesistenti, a fronte di lavori edili di ristrutturazione non eseguiti ai danni di ignari contribuenti, con redditi modesti o nulli». I crediti d'imposta erano relativi a interventi edilizi previsti dai bonus edilizi, tra cui il superbonus 110%, il bonus facciate ed il sisma bonus. Ma i crediti d'imposta, originati da lavori in realtà mai fatti, si sono rivelati fittizi.
Il professionista barese li avrebbe ceduti attraverso le proprie società mediante la cessione del credito a terzi, i quali poi provvedevano «a monetizzarli attraverso l'ulteriore passaggio di cessione dei crediti, o li utilizzavano indebitamente, sui modelli F24, in compensazione al pagamento dei debiti tributari o previdenziali».