"Blu cielo, azzurro mare", a Giovinazzo le opere di Irene Petrafesa
Si chiude questa sera, 9 giugno, la personale dell'artista
domenica 9 giugno 2024
Un autentico incontro emozionale con l'arte è stata la nostra visita alla mostra "Blu cielo, azzurro mare", personale dell'artista barese Irene Petrafesa. L'esposizione incantevole si può ammirare sino al 9 giugno dalle ore 18.30 alle ore 20.30 nella galleria d'arte Spazio Start, spazio espositivo nel centro storico di Giovinazzo, sito in via Cattedrale n.14.
Nel nostro viaggio accurato alla scoperta dell'universo artistico dell'artista raffinata e molto espressiva, ci ha accompagnato Patrizia Di Noi, titolare della galleria con suo marito Lino Dagostino. Lei ci ha dedicato un momento gradevole per raccontare del linguaggio artistico di Irene Petrafesa a cominciare da tre quadri " lattescenti" che presentano in trasparenza figure umane. « L'artista ha intitolato i tre quadri " Passengers", opere precedenti rispetto a questa personale- ha affermato la gallerista Patrizia Di Noi. L'artista sviluppava e voleva esprimere la mancanza della materialità nella vita, tutto passa, " Tutto scorre- Pantarei", come dicevano i Greci. Lei immortalava la ricerca del " Panta Rei" e restavano solo ombre fugaci che passano nella vita delle persone. Era un momento della sua vita in cui c'era un tocco di grigio, un alone che copre la figura, sembra che qualcosa le manchi e che ci sia qualcosa che si sta allontanando da lei».
L'artista Irene Petrafesa
La gallerista ci ha parlato un po' dell'artista che è una persona serena, raffinata, solare e comunicativa, ha tre figli e ha nipotini. Dal suo profilo social abbiamo scoperto che uno dei suoi figli è il celebre e talentuoso attore Riccardo Scamarcio e abbiamo scoperto che nella sua famiglia si respira arte a tutto tondo. La personale in mostra nella galleria d'arte Spazio Start ha proposto azzurri incantevoli successivi ai tre quadri su citati; non ci sono presenze umane, si tratta di una serie di opere ricche di profondità legate alle varie tonalità di azzurro che lei usa e che le piacciono in modo particolare. Irene Petrafesa ha portato la sua arte in Italia nelle più importanti gallerie d'arte e nel mondo: a Helsinki, a Tenerife, in Giappone, in Grecia solo per citarne alcune. «Irene Petrafesa è un talento naturale, è autodidatta; lei non ha seguito studi artistici ma si è sempre occupata di arte, ha sempre coltivato questa passione, ha lasciato la sua prima occupazione lavorativa per dedicarsi totalmente alla carriera artistica con successo.
Le sue opere hanno girato l'Italia e il mondo- ha così proseguito la gallerista Patrizia Di Noi. Abbiamo invitato noi l'artista conosciuta nell'ambito di una rilevante iniziativa artistica, noi curiamo personalmente le proposte artistico-culturali della galleria». Gli artisti amano molto lo spazio lo ritengono adatto alla fruizione delle opere d'arte, vengono volentieri perché lo spazio è accogliente unitamente ai responsabili Patrizia Di Noi e Lino Dagostino.
La Personale
La ricerca di orizzonti nuovi e più ampi si può riscontrare anche nei colori perché l'artista utilizza terre che vengono dal Marocco, dei blu molto particolari. Nelle sue opere l'artista utilizza terre, olii, ossidi ferrosi tipo polveri, bitume, pastelli e acquerelli. «L'azzurro dall'effetto molto suggestivo gliel'ha portato il figlio Nico dal Marocco, è una tonalità di azzurro che si trova in quella terra, è un colore tipico di quei luoghi- ha così proseguito la gallerista Patrizia Di Noi. Nelle opere di Irene Petrafesa c'è una attenta ricerca del colore e l'applicazione di tecniche miste; dalle opere emerge la ricerca di nuovi spazi attraverso la chiave interpretativa di accesso data proprio dalla scelta del colore; l'artista permette al visitatore di perdersi nell'infinito e cercare con lo sguardo un orizzonte che si apre davanti ai propri occhi». Nelle opere che spaziano nelle tonalità dell'azzurro abbiamo notato un elemento: linee colorate che graffiano la superficie. « Nella mia presentazione- ci ha detto la gallerista- ho posto in risalto l'infinito ma c'è anche, a mio parere, la presenza di segni colorati li a rappresentare i segni del tempo sulla persona; sono i segni di cui non riusciamo in alcun modo a liberarci, le esperienze ci hanno segnato, ci hanno dato un'altra forma mentis, ci hanno cambiato ma i segni di quello che abbiamo vissuto sono rimasti e sono permanenti, sono segni rossi che rappresentano amore e dolore; appaiono delle linee graffianti che hanno un significato per l'artista». L'infinito nel cielo che dà molta luce e molta luminosità si ritrova anche nel mare perché con i quadri di Irene Petrafesa ci si può immergere nella profondità del mare.« La mostra, per scelta dell'artista, ha come sottofondo la colonna sonora del film American Beauty, che con la sua sognante musicalità, crea una fantastica immersione nelle profondità del mare, sensazioni ed emozioni visive sonore vibranti, una sintonia tra la musica e la sua arte, luci soffuse per ammirare i quadri e condurre alla concentrazione sulle opere stesse per creare atmosfera e suscitare suggestioni». Tra le particolarità delle opere abbiamo apprezzato un tris con cornici metalliche create con acquerelli dal titolo " Fish" e una serie di quadri di piccolo formato che Irene Petrafesa ha intitolato "Splash" perché ispirati all'acqua dalle sfumature splendide.
La personale di Irene Petrafesa è stata per i numerosi visitatori e anche per noi un'esperienza emozionale: osservare le opere in silenzio, lasciarsi emozionare dai cromatismi, perdersi nell'infinito e farsi catturare dalla musica lì a creare emozioni raffinate con luci soffuse.
Nel nostro viaggio accurato alla scoperta dell'universo artistico dell'artista raffinata e molto espressiva, ci ha accompagnato Patrizia Di Noi, titolare della galleria con suo marito Lino Dagostino. Lei ci ha dedicato un momento gradevole per raccontare del linguaggio artistico di Irene Petrafesa a cominciare da tre quadri " lattescenti" che presentano in trasparenza figure umane. « L'artista ha intitolato i tre quadri " Passengers", opere precedenti rispetto a questa personale- ha affermato la gallerista Patrizia Di Noi. L'artista sviluppava e voleva esprimere la mancanza della materialità nella vita, tutto passa, " Tutto scorre- Pantarei", come dicevano i Greci. Lei immortalava la ricerca del " Panta Rei" e restavano solo ombre fugaci che passano nella vita delle persone. Era un momento della sua vita in cui c'era un tocco di grigio, un alone che copre la figura, sembra che qualcosa le manchi e che ci sia qualcosa che si sta allontanando da lei».
L'artista Irene Petrafesa
La gallerista ci ha parlato un po' dell'artista che è una persona serena, raffinata, solare e comunicativa, ha tre figli e ha nipotini. Dal suo profilo social abbiamo scoperto che uno dei suoi figli è il celebre e talentuoso attore Riccardo Scamarcio e abbiamo scoperto che nella sua famiglia si respira arte a tutto tondo. La personale in mostra nella galleria d'arte Spazio Start ha proposto azzurri incantevoli successivi ai tre quadri su citati; non ci sono presenze umane, si tratta di una serie di opere ricche di profondità legate alle varie tonalità di azzurro che lei usa e che le piacciono in modo particolare. Irene Petrafesa ha portato la sua arte in Italia nelle più importanti gallerie d'arte e nel mondo: a Helsinki, a Tenerife, in Giappone, in Grecia solo per citarne alcune. «Irene Petrafesa è un talento naturale, è autodidatta; lei non ha seguito studi artistici ma si è sempre occupata di arte, ha sempre coltivato questa passione, ha lasciato la sua prima occupazione lavorativa per dedicarsi totalmente alla carriera artistica con successo.
Le sue opere hanno girato l'Italia e il mondo- ha così proseguito la gallerista Patrizia Di Noi. Abbiamo invitato noi l'artista conosciuta nell'ambito di una rilevante iniziativa artistica, noi curiamo personalmente le proposte artistico-culturali della galleria». Gli artisti amano molto lo spazio lo ritengono adatto alla fruizione delle opere d'arte, vengono volentieri perché lo spazio è accogliente unitamente ai responsabili Patrizia Di Noi e Lino Dagostino.
La Personale
La ricerca di orizzonti nuovi e più ampi si può riscontrare anche nei colori perché l'artista utilizza terre che vengono dal Marocco, dei blu molto particolari. Nelle sue opere l'artista utilizza terre, olii, ossidi ferrosi tipo polveri, bitume, pastelli e acquerelli. «L'azzurro dall'effetto molto suggestivo gliel'ha portato il figlio Nico dal Marocco, è una tonalità di azzurro che si trova in quella terra, è un colore tipico di quei luoghi- ha così proseguito la gallerista Patrizia Di Noi. Nelle opere di Irene Petrafesa c'è una attenta ricerca del colore e l'applicazione di tecniche miste; dalle opere emerge la ricerca di nuovi spazi attraverso la chiave interpretativa di accesso data proprio dalla scelta del colore; l'artista permette al visitatore di perdersi nell'infinito e cercare con lo sguardo un orizzonte che si apre davanti ai propri occhi». Nelle opere che spaziano nelle tonalità dell'azzurro abbiamo notato un elemento: linee colorate che graffiano la superficie. « Nella mia presentazione- ci ha detto la gallerista- ho posto in risalto l'infinito ma c'è anche, a mio parere, la presenza di segni colorati li a rappresentare i segni del tempo sulla persona; sono i segni di cui non riusciamo in alcun modo a liberarci, le esperienze ci hanno segnato, ci hanno dato un'altra forma mentis, ci hanno cambiato ma i segni di quello che abbiamo vissuto sono rimasti e sono permanenti, sono segni rossi che rappresentano amore e dolore; appaiono delle linee graffianti che hanno un significato per l'artista». L'infinito nel cielo che dà molta luce e molta luminosità si ritrova anche nel mare perché con i quadri di Irene Petrafesa ci si può immergere nella profondità del mare.« La mostra, per scelta dell'artista, ha come sottofondo la colonna sonora del film American Beauty, che con la sua sognante musicalità, crea una fantastica immersione nelle profondità del mare, sensazioni ed emozioni visive sonore vibranti, una sintonia tra la musica e la sua arte, luci soffuse per ammirare i quadri e condurre alla concentrazione sulle opere stesse per creare atmosfera e suscitare suggestioni». Tra le particolarità delle opere abbiamo apprezzato un tris con cornici metalliche create con acquerelli dal titolo " Fish" e una serie di quadri di piccolo formato che Irene Petrafesa ha intitolato "Splash" perché ispirati all'acqua dalle sfumature splendide.
La personale di Irene Petrafesa è stata per i numerosi visitatori e anche per noi un'esperienza emozionale: osservare le opere in silenzio, lasciarsi emozionare dai cromatismi, perdersi nell'infinito e farsi catturare dalla musica lì a creare emozioni raffinate con luci soffuse.